Dal governo

Trapianti fuori dalla crisi: interventi, innovazione e qualità in crescita

di Barbara Gobbi

L'Italia dei trapianti è in buona salute: 135 interventi in più rispetto al 2013; record di accertamenti di morte con criteri neurologici (+70, pari a 2.345); aumento dei donatori utilizzati a livelli mai raggiunti prima (1.172 nel 2014 a fronte dei 1.102 del 2013). A fare il punto sulle condizioni e i risultati del sistema, il Report 2014 presentato al ministero della Salute dagli esperti del Centro nazionale trapianti. E se tendenze storiche come la discrepanza di risultati tra Nord e Sud del Paese sono confermate, qualcosa si muove anche in questo ambito. Con una serie di Regioni "osservate speciali" - come la Sicilia, la Puglia e la Campania - a cui i tecnici nazionali stanno riservando particolare attenzione, tra programmi di audit e collaborazioni intensive.
Il trend che sembra porre la parola fine alla crisi di crescita registrata in anni recenti, è frutto soprattutto del lavoro intensivo di collaborazione e di formazione nelle rianimazioni: cresce, lo dicono i dati, il numero delle strutture in cui si conducono accertamenti neurologici. Un elemento che in parte dà conto anche del lieve aumento delle opposizioni - arrivate al 31% e su cui quindi c'è senz'altro da lavorare - ma che risente proprio della minore esperienza dei centri entrati di recente a regime secondo i criteri più rigorosi.

«Il sistema trapianti – spiega il direttore del Cnt Alessandro Nanni Costa – deve reggersi su tre pilastri: donazione da cadavere di cui sia stata accertata la morte con criteri neurologici, donazione da vivente e donazione in seguito ad accertamento di arresto cardiaco». Il massiccio intervento sul "vivente" si ricontra dai dati sui singoli organi: è netto nel 2014 l'incremento per rene (+80 e +50 da vivente) e fegato (+100). Che sono gli organi più trapiantati e soprattutto più utilizzati nel donatore anziano (la media oggi è di 63 anni). L'altra faccia della medaglia è che il cuore e il polmone sono sostanzialmente "stabili", proprio perché di frequente il decesso nel donatore anziano deriva da arresto cardiocircolatorio. Ma il cuore ha un alleato in più: i vad intracardiaci che, sottolinea Nanni Costa, «stanno cambiando la storia della malattia cardiaca almeno per l'insufficienza acuta: oggi il paziente viene trattato prima con ecmo e poi con vad. In quest'ottica, è pronto per l'esame della Conferenza Stato-Regioni un accordo che prevede per i vad una regolamentazione analoga a quella dei centri trapianto. Il vad quindi diventa percorso integrato con il trapianto». L'innovazione guida anche il trattamento del polmone: alla presentazione del report 2014 è intervenuta la prima paziente, una 35enne affetta da fibrosi cistica, che ha ricevuto un polmone prelevato a cuore fermo e trattato dopo il decesso con un "organ recovery system".
Capitolo a parte per il pancreas, per cui è in via di definizione un programma nazionale ad hoc.

In netto aumento i trapianti di tessuti, mentre il report 2014 registra i passi da gigante compiuti nella donazione di cellule staminali emopoietiche: l'aumento di donatori e trapianti è merito anche del registro Ibmdr, fiore all'occhiello dell'Italia a livello internazionale, che offre ai pazienti l'80% di probabilità di ricevere un trapianto, possibilità che anni fa non esisteva. Il Cnt è inoltre al lavoro per aumentare il numero dei donatori, implementando nuove tecnologie a basso costo per l'evoluzione degli esami; si sta infine lavorando per potenziare le probabilità di trovare un donatore all'interno del nucleo familiare.

Il profilo internazionale. L'Italia è diventata Paese di riferimento per gli audit internazionali. E nel frattempo guida il progetto Foedus (Facilitating exchange of organs donated in EU member States) sullo scambio di organi e pazienti tra tutti i Paesi europei. «Da quest'anno – aggiunge poi Nanni Costa – io stesso insieme Giuliano Grazzini direttore del Centro nazionale sangue coordineremo un importante progetto su tessuti, cellule e sangue. Infine, quest'anno termina la presidenza italiana della commissione trapianti del Consiglio d'Europa, che ha contribuito con i settori giustizia e bioetica alla stesura della convenzione contro il traffico di organi». L'appuntamento, per tirare le fila, è per il 24 e 25 marzo a Santiago de Compostela.