Dal governo

Anteprima/ Stabilità 2015, Regioni e Governo si accordano sul taglio da 2,6 mld per la sanità ma si rinvia sui dettagli

di Barbara Gobbi

Dove e come tagliare, lo si deciderà entro il 31 marzo. La cifra invece è quella: 2,637 miliardi. Due mld a carico delle Regioni a statuto ordinario, 352 milioni per quelle a statuto speciale, 285 milioni per l'edilizia sanitaria. A tanto ammonta il contributo che le Regioni si sono impegnate a pagare per la Sanità. Dopo un braccio di ferro con l'Esecutivo durato settimane, oggi in Conferenza Stato-Regioni si è raggiunta l'intesa sulla cifra. Mentre sui contenuti tutto è rinviato di un mese.
Quando spetterà ai governatori, secondo quanto si legge alla lettera E dell'Intesa individuare «misure di razionalizzazione ed efficientamento della spesa del Ssn». E i governatori «procedono, altresì, al rafforzamento dei sistemi di monitoraggio in ordine all'attuazione del Regolamento sugli standard ospedalieri di cui all'Intesa Stato-Regioni e Province autonome del 5 agosto 2014. Le Regioni e Province autonome potranno conseguire, comunque - si legge ancora nel testo - il raggiungimento dell'obiettivo finanziario intervenendo su altre aree della spesa sanitaria, alternative rispetto a quelle individuate dalla citata Intesa da sancire entro il 31 marzo 2015, ferma restando la garanzia del raggiungimento dell'equilibrio di bilancio del proprio Servizio sanitario regionale, assicurando, in ogni caso, economie non inferiori a 2.352 milioni di euro alle quali corrisponde una conseguente rideterminazione delle risorse individuate dall'art. 1, c. 556, della legge n. 190/2014».

L'essenziale, insomma, è che il taglio ci sia. E su base annua, come ricorda il coordinatore degli assessori al Bilancio Massimo Garavaglia (Lombardia), con la partenza posticipata di tre mesi sarà ancora più salato, fino a 2,5 miliardi su base annua. Tutta da definire è la modalità, dei tagli, e proprio per questo le dolenti note non sono certo finite. Anche se i governatori hanno firmato tutti, escluso il Veneto che non ha partecipato alla seduta e che il giorno prima dell'Intesa aveva annunciato il ricorso alla Corte costituzionale proprio contro quella legge di Stabilità 2015 che, secondo il presidente Luca Zaia, comporterà «il sostanziale azzeramento della spesa extra sanitaria per beni e servizi delle Regioni, e/o la messa a repentaglio, come rilevato dalla Corte dei conti nella delibera n. 29 del 29 dicembre 2014, dell'adempimento dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di diritto alla salute. Siamo sulle barricate e ci resteremo, perché siamo di fronte a un intervento con la mannaia, che ancora una volta colpisce i virtuosi, non incide sugli sprechi dove ci sono, non viene nemmeno sfiorato dall'idea che l'unico modo per recuperare equamente risorse sia l'applicazione rigorosissima dei costi standard».

Per il leader dei governatori Sergio Chiamparino, l'Intesa siglata giovedì significa soprattutto aver accettato di bere parte dell'amaro calice, con l'auspicio di contenere i danni al 2015. Davanti a una manovra che prevede una riduzione di trasferimenti per 4 miliardi che, sommati a misure già previste dai Governi Letta e Monti, per il 2015 toccheranno il tetto di 5,2 miliardi, «le Regioni hanno affrontato responsabilmente il compito gravoso imposto dalla stessa legge di Stabilità. Se il Governo conferma il testo proposto si arriverà, quindi, a una condivisione», ha dichiarato Chiamparino. Per poi precisare che le manovre da 5 miliardi e 250 milioni, oltre al mancato incremento del Fondo sanitario, andranno a toccare il Fondo di sviluppo e coesione e in parte altri fondi di trasferimento. «Accettiamo quindi un sacrificio pesante - ha precisato - come è quello della rinuncia all'incremento di 2 miliardi del Fondo sanitario nazionale, con l'auspicio, anzi l'impegno a lavorare con il Governo perché questo taglio si riferisca solo ed esclusivamente al 2015 e sia concordato con un'Intesa in Stato-Regioni. Per un anno si può infatti accettare un onere di questo genere, ma tenendo conto della necessità di garantire nuovi farmaci salvavita e la definizione dei nuovi Lea (Lea) la corda può essere tirata solo nella prospettiva di tornare a lavorare per garantire nel 2016 il livello di finanziamento previsto dal Patto per la salute o comunque - ha concluso Chiamparino - di dimensioni quantitative che consentano di far fronte alle due esigenze che ho prospettato: il giusto allargamento dei Lea e l'ampliamento dei farmaci salvavita».