Dal governo

Formazione medica, Giannini: «Più orientamento nelle scuole superiori. Test a settembre e meno quiz di cultura generale. Entro il 30 aprile il bando per le specializzazioni»

di Rosanna Magnano

Destinare alle prove selettive per l'accesso alla facoltà di Medicina, comprese quelle in lingua straniera, la prima decade di settembre, per evitare sovrapposizioni con l'esame di maturità; un'attività di orientamento e autovalutazione degli studenti nell'ultimo biennio delle scuole superiori; la revisione dei contenuti dei test d'ingresso, privilegiando le materie attinenti alla professione medica e limitando le domande di cultura generale; l'avvio del secondo bando per l'accesso alle scuole di specializzazione entro il 30 aprile con lo svolgimento delle prove entro il 31 luglio. E 700 borse di studio in più con i risparmi accumulati nel 2014. Sono queste in sintesi le risposte che la ministra dell'Università e della Ricerca Stefania Giannini ha fornito alla Camera all'interrogazione posta durante il question time dal deputato Raffaele Calabrò (Ncd) sulla formazione medica.

Calabrò in particolare ha chiesto alla ministra chiarimenti in merito alla ventilata adozione del cosiddetto «modello francese» che prevede un'ammissione generalizzata al primo anno e sbarramento al secondo. «L'adozione di siffatto sistema - si legge nel testo dell'interrogazione - comporterebbe una situazione di caos per gli atenei italiani di gran lunga peggiore di quella che stanno vivendo attualmente per l'immatricolazione di circa 5 mila studenti subentrati in seguito al ricorso al tribunale amministrativo regionale, che ha rilevato le difficoltà degli atenei di trovare spazi accessibili a tutti e di soddisfare in maniera ottimale il rapporto docente/studenti, previsto dagli standard europei».

«Il modello francese - continua Calabrò - sta già mostrando nel suo Paese di adozione tutte le sue criticità, con oltre 55 mila studenti in media che si iscrivono al primo anno di medicina e con appena il 20 per cento degli iscritti al primo anno che riesce ad accedere al secondo: ciò significa per gli studenti esclusi un anno di studi perso e costi economici notevoli; l'attuale sistema di accesso va senz'altro modificato, ma preservando il numero programmato per garantire la qualità della formazione e tenendo in debita considerazione il gap esistente tra il numero di borse di studio in medicina generale e dei contratti di scuola di specializzazione rispetto al numero dei laureati ogni anno». Calabrò ha inoltre chiesto «quali iniziative intenda assumere in ordine alle modifiche da apportare all'attuale sistema di accesso alle facoltà di medicina per evitare che si creino anche nel futuro situazioni di disagio che penalizzano la qualità della formazione universitaria».

«Condivido quanto afferma - ha risposto la ministra - sul problema del gap esistente tra il numero di studenti in ingresso a medicina rispetto alle uscite ma ribadisco di non aver mai messo in discussione l'accesso programmato». Uno degli strumenti scelti dal Miur per evitare il formarsi di una «massa critica in ingresso, che rappresenta un'anomalia rispetto alle statistiche di altri Paesi» è quello dell'orientamento e di un processo di autovalutazione da parte degli studenti rispetto alla professione medica. A questo proposito Calabrò ha osservato nella sua replica che sarebbe opportuno prevedere anche dei «colloqui attitudinali non vincolanti ma di una certa rilevanza».

Sui contenuti dei test, la ministra Giannini ha assicurato che saranno privilegiate le materie inerenti al curriculum medico «limitando» i quiz di cultura generale. Su questo punto l'onorevole Calabrò ha rimarcato l'inutilità di questo tipo di quesiti suggerendo di eliminarli del tutto e di adottare dei testi veri e propri da proporre agli studenti per la preprazione all'esame di ammissione, che sostituiscano gli attuali manuali a quiz.

Resta tutto da risolvere il problema della discrepanza tra il numero dei laureati e i contratti di specializzazione disponibili (attualmente un laureato su due è destinato a restare fuori dalle scuole di specializzazione). In attesa dei risparmi che saranno accantonati con l'applicazione del decreto interministeriale del 4 febbraio 2015, che prevede il riordino delle scuole di specializzazione in materia sanitaria, la ministra Giannini ha ufficializzato l'esistenza di 700 contratti in più rispetto allo scorso anno. «Mi auguro che anche gli altri attori del sistema - ha aggiunto Giannini - diano il proprio contributo per superare le 5.500 borse di studio dello scorso anno».

Un fronte caldo quello del cosiddetto «imbuto formativo» sul quale le Regioni si stanno giocando la loro proposta alternativa. Quella del ddl ex articolo 22 del Patto per la salute che prevede un doppio binario di specializzazione «in corsia» a spese delle Regioni. Un'ipotesi che preoccupa molto l'onorevole Calabrò: «Un percorso adombrato che rischia di penalizzare la qualità della formazione».