Dal governo

Lorenzin sfata i falsi miti e promette più risorse per il Fondo sanitario

di Barbara Gobbi

I falsi miti in Sanità? Sono ovunque, dalla programmazione sanitaria agli immigrati alle spese di troppo per i farmaci. Per questo vanno sfatati a suon testimonianze e di dati raccontati da istituzioni, mondo scientifico, cittadini e media. Parola di ministra. Tanto che al tema Beatrice Lorenzin ha deciso di dedicare per l’intera giornata di oggi, al complesso monumentale del santo Spirito in Sassia, il convegno “La sanità in Italia, falsi miti e vere eccellenze”. L’imperativo - ha spiegato la ministra in apertura dei lavori - è «distruggere i falsi miti della sanità per focalizzarci sulle cose vere. Il caso Stamina è un esempio di come la disinformazione può creare danni incredibili. Abbiamo combattuto la battaglia contro il falso mito che i vaccini possono far morire, quando invece sono l’abc della sanità pubblica. Ma non solo: ci sono falsi miti anche sulla programmazione sanitaria, sull’uso degli antibiotici e sui farmaci. Sul fatto che in Italia si spende troppo in sanità e per i farmaci». Due, per tutte, le eccellenze da ricordare: il 2015 si è aperto con due buone notizie: il malato di ebola guarito in italia, il fondo per i farmaci innovativi, 1 miliardo di euro per curare i malati di epatite c.

Ma l’incontro di oggi è anche l’occasione per parlare ad ampio raggio dei temi caldi all’ordine del giorno dell’agenda politica e della cronaca: dal finanziamento del Fondo sanitario nazionale, in sofferenza dopo anni di tagli e in via di riduzione (-2,3 miliardi per il 2015) con l’Intesa che domani potrebbe essere raggiunta in Conferenza Stato-Regioni, alla tragedia delle centinania e centinaia di immigrati naufragati nella notte tra il 18 e il 19 aprile.

Intanto, il Ssn “bistrattato” e, secondo la ministra, da rivalutare. Il Sistema sanitario nazionale - ha avvertito Lorenzin - ha dato molto al Paese, e dal prossimo anno avrà bisogno di avere qualcosa in più, anche considerando le sofferenze del personale ed il blocco del turnover in questi anni». Mentre per un aumento dei fondi è fondamentale «lavorare sulla qualità, mantenere il sistema a rigore e fare in modo che nella sanità non sia rubato neanche un euro». E a proposito di falsi miti in Sanità, c’è anche quello dell’eccesso di spesa. «Noi spendiamo meno di tutti, ed è anche un falso mito che si spenda troppo per i farmaci, dal momento che abbiamo i prezzi più bassi in Europa. Il problema - ha rilevato - è che arranchiamo perché il fondo sanitario è legato al Pil». E tra le priorità di quest’anno c’è quella di «un impulso all’agenda e arrivare a fine 2017 con la riforma sanitaria implementata su tutto il territorio. Il patto della salute è fatto - ha voluto precisare la ministra- ma adesso va realizzato e portato realmente nelle case dei cittadini. L’obiettivo è riportare il nostro sistema sanitario nazionale dal terzo posto in Europa al primo posto. Come affrontare la sfida? Con i conti in ordine, la qualità dei servizi e tenendo il sistema a rigore».
Le riforme per centrare l’obiettivo sarebbero, almeno sulla carta, a portata di mano: «Abbiamo approvato i livelli essenziali di assistenza ed il nuovo nomenclatore per l’accesso alle protesi, ora al vaglio delle Regioni, e stiamo realizzando la riforma delle professioni, così come la riforma degli enti vigilati».

Per gli immigrati (protagonisti di un altro falso mito: “portano malattie”), si pensa a un incontro a breve tra ministri dell’area mediterranea, a Roma. «Miriamo a coordinarci sugli interventi di tipo sanitario da mettere in atto. Intanto, Lorenzin ha ricordato come con l’operazione Mare Nostrum siano stati visitati e curati oltre 100mila profughi in pochi mesi, «sforzi straordinari - ha detto la titolare della Salute - che ci devono far capire quanto possiamo fare». Il tema della salute «è trasversale e non va sottovalutato in crisi umanitarie come quelle in atto». Lorenzin ha inoltre precisato come nell’ambito dell’operazione Triton, l’Italia «abbia mantenuto lo stesso livello di controllo sanitario operato con l’operazione Mare Nostrum». Tuttavia sono necessari dei potenziamenti delle strutture: «Ho chiesto - ha detto - un rafforzamento degli uffici di sanità di frontiera Usamaf, con 60 medici in più che sono necessari per gestire le eventuali emergenze nei prossimi mesi».

Ma le differenze di salute non si limitano al nord e al “sud” del mondo. La stessa Italia continua a essere spezzettata come un puzzle, quanto a capacità di accesso e diritto alla cura. Mentre «la salute travalica qualsiasi differenza, c’è un gap fra regioni e la nostra salute non può dipendere dalla vita del luogo dove nasciamo. Il patto della salute e la riforma degli enti vanno proprio nella direzione di porre fine a questa disparità, per rendere sostenibile il sistema sanitario nei prossimi 15 anni. Non è possibile che mezza Italia arranchi e l’altra metà sia al top. E’ un tema di capacità gestionale». E si torna alle risorse: «il Servizio sanitario nazionale ha dato molto al Paese e dal prossimo anno dovrà ricevere qualcosa. Pur mantenendo il rigore e facendo in modo che neanche un euro venga rubato in sanità perché questo è un crimine morale. Avremo bisogno di aumentare il Fondo sanitario nazionale, anche in considerazione del progressivo invecchiamento della popolazione».
Parola di ministra.


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