Dal governo

La terza età dimenticata

di Marco Trabucchi (Associazione italiana di Psicogeriatria, da Il Sole 24 Ore Sanità n. 15/2015)

Moltissimi cittadini, come chi scrive, si sentono personalmente impegnati a collaborare, anche se solo idealmente, per il successo del governo Renzi. Infatti, ci auguriamo che questo insieme di cambiamenti, di proposte, di ringiovanimento, di severità porti alla fine a risultati importanti per l'Italia. Nell'ambito di questa attenzione interessata per i movimenti del governo, non capita frequentemente di sentire riferimenti a uno dei problemi che riguardano più da vicino individui e famiglie in tutto il nostro Paese, cioè la sanità.

Sembra che Renzi deleghi tutto alla pur brava e seria ministro Lorenzin; potrebbe essere una vicenda di rispetto delle competenze, se non fosse che il nostro Presidente del Consiglio talvolta... si interessa intensamente, come peraltro è giusto, delle specifiche aree di lavoro dei suoi ministri. Inoltre, si deve tener conto che i problemi della salute dei cittadini non riguardano solo il ministero più direttamente coinvolto, ma tutta l'area della convivenza sociale, dal lavoro alla casa, ai trasporti, alla sicurezza, alla cultura, alla ricerca scientifica.
Ma Renzi tace, suscitando molti interrogativi. Infatti i motivi non possono certo essere il disinteresse per la questione, perché è troppo intelligente per non capire la profonda difficoltà di molti concittadini a causa di problemi di salute. Peraltro il suo principale collaboratore, l'ex sottosegretario Delrio, quando era sindaco di Reggio Emilia ha in più di un'occasione mostrato di comprendere molto bene il ruolo che il sistema sanitario e socio-sanitario ha per la coesione della collettività.

Perché allora questo silenzio? Chi scrive ha una particolare attenzione professionale per le persone anziane, che sono un micro-macrocosmo degli eventi che caratterizzano la salute. Infatti la persona anziana più di altri è fragile di fronte alla vita, sia biologica, che psicologica e sociale. Chi ha questa sensibilità per il benessere dei concittadini nota ancor più la mancanza di un'attività di governo volta a costruire un modello di intervento adeguato al mondo di oggi.

Continuiamo a ripetere il vecchio mantra secondo il quale il servizio sanitario è destinato a costare sempre di più, anche a causa dell'invecchiamento della popolazione; non si nota, invece, alcun intervento mirante ad analizzare se i soldi sono spesi bene non tanto in senso tecnico, ma nella prospettiva di pensare al mondo nuovo che si deve costruire attorno a chi è in difficoltà anche per i problemi legati all'età.

Renzi dovrebbe sviluppare un'attenzione per queste tematiche, perché non spetta certo alle sole Regioni la costruzione del nuovo imposta dai tempi che cambiano. Hanno il dovere di far funzionare al meglio la macchina, per rispondere alle esigenze sempre complesse dei singoli territori, ma sono il governo centrale, presidente e ministri, che devono dare gli indirizzi strategici, attraverso studi e sperimentazioni adeguati. Proporre una riorganizzazione del sistema sanitario in base ai nuovi bisogni non è un compito semplice, che possa essere affidato ad azioni di maquillage.

Di seguito elenco in modo veloce alcuni tra i molti aspetti che concorrono a determinare la salute della popolazione, in particolare di quella anziana e che mi sembrano particolarmente critici. Prima di tutto, il finanziamento, partendo da una considerazione solo apparentemente marginale. Si stima che in Lombardia gli oneri a carico della famiglie per le badanti ammontino a 1,6 miliardi; si può quindi calcolare che a livello nazionale la cifra sia intorno agli 8 miliardi (tenendo conto delle differenze nord-sud). Sarebbe utile costruire un piano nazionale mirante al migliore utilizzo di questa enorme quantità di denaro, allo stesso tempo dando garanzie ai lavoratori e alle persone che hanno bisogno di assistenza. È ovvio però che se il primo intervento fosse quello di caricare oneri sul sistema, il tutto parte con un grave handicap.

Ma di fronte all'importanza della tematica, che riguarda la seria rivalutazione di un settore delicatissimo, siamo sicuri che imporre una regolarizzazione formale sia l'atto più importante e utile? Al contrario, dare un indirizzo razionale a questi miliardi di euro sarebbe strategico, perché potrebbero essere linfa vitale per un sistema ricostruito su nuove basi, rispettoso ed efficiente, in un tempo di scarsi finanziamenti pubblici. Ma Renzi?

Un altro tema è quello vecchio, ma sempre nuovo, della “terza economia”, cioè della ricchezza prodotta dalle persone anziane ultrasessantacinquenni che lavorano. Fino a ora questo aspetto della vita sociale è stato trascurato o, al massimo, preso in considerazione per le dinamiche di salute che dipendono da una buona attività fisica e psicologica; non si sono invece considerati gli effetti positivi sui costi sanitari e assistenziali. Ma Renzi?

Un'altra area di intervento è la seria costruzione di reti per raccogliere, accompagnare, guidare nelle difficoltà le migliaia di realtà “libere” che si muovono oggi nell'ambito socio-sanitario. Quanta generosità sprecata perché non si unificano gli sforzi per far funzionare al meglio questi servizi, senza cancellare il radicamento con un territorio o con una nobile idea (religiosa o laica). Sarebbe necessario un piano per aiutarli a crescere, utilizzando al meglio le più moderne tecnologie della gestione e dell'assistenza. L'attuale governo ha avuto il coraggio di agire in ambiti delicati (vedi le banche popolari); perché non si interessa anche di questo mondo, producendo economie da reinvestire per migliorare la quantità e la qualità dei servizi, permettendo nel contempo la sopravvivenza di realtà che sono un grande patrimonio della nostra Nazione? E Renzi?

Ovviamente questo continuo richiamo ai compiti del nostro Presidente del Consiglio indica un buon livello di fiducia nelle capacità dello stesso... la nostra speranza di interventi mirati si fonda quindi su solide basi...


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