Dal governo

Farmaci per l’epatite C: trasparenza, trasparenza, trasparenza

di Giulia Grillo (capogruppo M5S in commissione Affari sociali della Camera)

Con l'approvazione della recente legge di stabilità è stato istituito il Fondo per finanziare l'acquisto di questo tipo di medicinali con particolare riferimento a quelli per l'eradicazione dell'epatite C. Il fondo è stato dotato di 1 miliardo di euro per gli anni 2015 e 2016 e le risorse sono state messe a disposizione sostanzialmente delle regioni fatto salvo 100 milioni di euro a carico dell'esecutivo. A partire da dicembre del 2014 hanno ottenuto l'autorizzazione all'immissione in commercio alcuni farmaci innovativi, tra i quali quelli per l'eradicazione dell’epatite C quali: Sovaldi (Gilead), Olysio (Janssen), Daklinza (Bristol-Myers Squibb), Harvoni (Gilead), Viekirax-Exviera (AbbVie), Kalydeco (Vertex). Purtroppo ad oggi non è ancora effettivo e le regioni sono in difficoltà dell'erogazione delle prestazioni in quanto incapaci di trovare le risorse per anticipare il pagamento dei trattamenti (in questo il continuo rinvio del Governo e della Conferenza Stato-Regioni sulla ripartizione dei tagli al Servizio sanitario nazionale non aiuta).
Recentemente ho presentato un’interrogazione per chiedere al Governo se, anche nel rispetto della Direttiva 89/105/CEE riguardante la trasparenza delle misure che regolano la fissazione dei prezzi delle specialità medicinali, non ritenga di rendere pubbliche e non secretate le trattative e i contenuti degli accordi stipulati dall'Aifa. La risposta è stata per la quasi totalità copiata da un articolo di giornale che riportava alcune dichiarazioni del direttore dell’Aifa, Luca Pani. Nella parte finale recitava: «da ultimo comunico che negli accordi stipulati con le aziende farmaceutiche per la definizione del prezzo, in particolare per quelli riferiti al trattamento dell'Epatite C, è stata inserita, su specifica richiesta dell'azienda, una clausola di riservatezza, che non consente la pubblicazione degli stessi». In queste ore leggo con piacere che Raffaele Cantone, il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, chiede che Asl e ospedali siano case di vetro. Io, sommessamente, aggiungerei anche ministero e Aifa.

Perché i cittadini non devono sapere come vengono investiti i soldi delle tasse che pagano? Il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi (anche presidente e amministratore delegato di Janseen Italia) dice che occorrono oltre 2 miliardi per giungere ad un nuovo farmaco. Premesso che c'è chi non la pensa così (per esempio, Mariana Mazzuccato nel suo ultimo libro del 2014 “Lo Stato innovatore” indica una spesa pari 403 milioni di euro), ma questo dovrebbe essere un elemento in più per far comprendere a tutti i motivi che inducono ad individuare prezzi così importanti per i trattamenti.
Si parla di ridurre ulteriormente la spesa per le cure ospedaliere a vantaggio di quelle che utilizzano questi super farmaci. Ma i posti letto sono già stati ampiamente “razionalizzati”, basti paragonare i nostri numeri con quelli degli altri paesi europei, e dunque vi è spazio per migliorare le prestazioni del settore ma non certo effettuare altri tagli.
Io propongo un'altra strada, quella della trasparenza e per questo che con i miei colleghi del Movimento 5 Stelle abbiamo presentato una risoluzione in Parlamento per chiedere che l'Aifa non sigli più accordi con le cause farmaceutiche che invocano la sottoscrizione di clausole di riservatezza o qualunque altro elemento che mini la piena trasparenza dei contratti. Ma questo non basta, chiederemo al Parlamento di impegnare ministero della Salute e Aifa a convocare nel più breve tempo possibile le case farmaceutiche detentrici delle autorizzazioni in commercio dei farmaci innovativi (non ci sono solo quelli per l'eradicazione dell'epatite C) e chiedere loro tutti i dati utili per la definizione del prezzo (investimenti effettuati, finanziamenti pubblici ricevuti, personale impegnato ecc.) ed eventualmente rinegoziare i vari prezzi. Con chi si rifiuta il Governo non ha che una strada, quella dell'intransigenza. Con chi vorrà collaborare massima disponibilità a partire dal Comitato Prezzi e Rimborso dell'Aifa che forse dovrà riunirsi qualche volta in più di quanto sta accadendo. Attualmente lo fa due volte al mese!


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