Dal governo

Intesa: levata di scudi (tardiva) contro il taglio dello stipendio dei medici “iperprescrittori”

di L.Va.

Arriva a scoppio ritardato sulle agenzie e di rimbalzo nella categoria (anche se bisogna capire da dove è nato il primo rimbalzo tardivo) la polemica dei medici sulle penalizzazioni “salva-appropriatezza”, previste dal testo dell’intesa del 2 luglio e confluite tra gli emendamenti al Dl Enti locali, ora al Senato.

La pietra dello scandalo è il taglio - ampiamente anticipato dalla nostra testata nelle scorse settimane - che arriverebbe per direttissima nello stipendio dei medici scoperti a effettuare prescrizioni inappropriate per visite specialistiche ambulatoriali. Per i medici dipendenti e convenzionati “trasgressori”, la penalità si concretizzerebbe a norma di legge «mediante le procedure previste dall'accordo collettivo nazionale di riferimento, delle quote variabili dell'accordo collettivo nazionale di lavoro e dell’accordo integrativo regionale». E dalle trasgressioni il Governo conta di recuperare oltre 100 milioni (106 per la precisione) a fronte di una riduzione di prestazioni inappropriate da 192 milioni.

Ma queste sanzioni erano state già previste (e addolcite) nel testo approvato il 2 luglio, rispetto alla prima bozza presentata alla Stato-Regioni . Dunque non si capisce perché la polemica sia montata dopo 20 giorni dall’approvazione. A chi giova rimestare il calderone delle polemiche in un’estate già bollente su tanti fronti per la sanità? Di sicuro, la misura è ancora al vaglio del senato, per cui teoricamente tutto può accadere, ma a quale prezzo?

Più sprechi più ci rimetti
E la contestazione al provvedimento riguarda anche la parte che ricade sulle teste (e le pagelle) dei direttori generali che saranno valutati anche nel merito dei comportamenti dei propri medici: l’inappropriatezza farà infatti scattare penalizzazioni ai fini della verifica del rispetto degli obiettivi assegnati dalla Regioni. Ma, torniamo a dire, anche questa misura era arcinota, perché presente fin dalla prima bozza del testo dell’Intesa.

Allarme Anaao: una visione intimidatoria
E il no su tutti i fronti arriva anche dall’Anaao Assomed che boccia in toto le proposte salva-appropriatezza. «A parte il fatto che non si vede chi e come stilerà il nomenclatore delle prestazioni inappropriate - afferma
Costantino Troise , segretario nazionale Anaao Assomed - i cittadini sappiano che attraverso l’intimidazione dei medici si mira a un taglio delle prestazioni erogate, del valore di circa 100 milioni. Alla faccia di quanti assicurano che il sistema sanitario e il diritto alla salute dei cittadini non sono in grado di sopportare ulteriori riduzioni». «Siamo di fronte a un nuovo strumento di controllo dei comportamenti professionali e delle strategie di difesa da parte dei cittadini del bene salute - continua Troise - figlio di una idea della sanità italiana come grande mercato in cui l'iperconsumismo, che pure c'è, è alimentato non da decisioni governative, ma da comportamenti negligenti quando non fraudolenti dei medici. Che perciò vanno “amministrati” ed educati in quel grande campo di reclusione che sta diventando, complici anche le norme sul blocco del turnover e della mobilità volontaria, il servizio sanitario nazionale».


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