Dal governo

Tagli/Emiliano attacca Lorenzin e governo. E Zaia dà lezioni

Botta-risposta tra il governatore pugliese Michele Emiliano e la ministra Lorenzin. E, a distanza, tra il veneto Luca Zaia e la stessa titolare di Lungotevere Ripa. Di cui entrambi i governatori chiedono le dimissioni. Il nodo è sempre il taglio da 2,35 miliardi per la sanità, sdoganato in prima battuta ieri al Senato con il via libera al maxi emendamento del governo al Dl Enti locali.
Malgrado il provvedimento rispecchi l’Intesa sottoscritta tra governo e Regioni il 2 luglio scorso, i presidenti sono in buona parte sul piede di guerra. Chi denunciando l’insostenibilità dei tagli, decisi in origine dalla legge di Stabilità 2015 (Maroni e il suo assessore Garavaglia della Lombardia, che oggi con l’assestamento di bilancio hanno sdoganato 55 mld per ridurre i ticket), chi sconfessando l’Intesa e ribadebdo l’urgenza dei costi standard (Zaia del Veneto), chi chiedendo uno stop all’«accanirsi sulla sanità» (Rossi della Toscana). Chi, come il pugliese Michele Emiliano, chiedendo le dimissioni di Lorenzin. «Inconsapevole», a suo dire, e di fatto «scavalcata dal governo» nella scelta di inserire il taglio nel Dl Enti locali. «Ha continuato a dire che non sarebbe stato inserito nel decreto Enti locali - ha attaccato Emiliano durante un’intervista a Radio24 proprio sui tagli al Fsn - invece una parte del governo lo ha inserito. Già questo spiega tutto. Se il ministro competente non sa bene come si comporterà il resto del governo in una questione di tagli di risorse è singolare. Una volta, per una cosa del genere, un ministro si sarebbe probabilmente dimesso. Perché si tratta di passargli sopra a carro armato.

A stretto giro, la replica di Lorenzin tramite la portavoce del Nuovo Centrodestra Valentina Castaldini. «Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dovrebbe sapere che quel taglio di 2,3 miliardi inserito nel dl Enti locali è frutto di un accordo tra le Regioni votato all'unanimità in Conferenza Stato Regioni. Pertanto, la richiesta di dimissioni del ministro Lorenzin sono del tutto fuori luogo e strumentali». E conclude: «Emiliano pensi, piuttosto, a fare il Presidente della Regione e occuparsi della disastrosa situazione della sanità in Puglia che risulta al penultimo posto in Italia nella classifica dei Lea (livelli essenziali di assistenza) stilata dal ministero della Salute e relativa al 2013 (nel 2011 era sempre penultima, nel 2012 terz’ultima). In Puglia esiste uno dei peggiori e dei più costosi sistemi sanitari, un disastro causato dall'amministrazione precedente di centrosinistra con consiglieri e assessori dello stesso partito di cui Emiliano era segretario regionale».

Ma l’attacco di Emiliano non si ferma qui, anche se andrebbe piuttosto definito un contrattacco. Al governatore Luca Zaia che aveva ipotizzato l’invio di commissari veneti nelle regioni con i sistemi sanitari peggiori, Emiliano risponde: «Il sistema sanitario pugliese non ha buchi di bilancio e non siamo stati commissariati, però purché siano bravi, i commissari li prenderei da qualunque paese del mondo. Anche se fossero neri di pelle. A differenza di Zaia, sono convinto ad esempio che i medici cubani siano bravissimi e che potrebbero essere utili anche loro». Poi, di nuovo l’attacco al governo, che sarebbe responsabile di «minori investimenti. Se queste differenze di investimento sono perenni e corrispondono allo storico della differenza tra nord e sud, è chiaro che il sud è in difficoltà sistematica», conclude Emiliano.

Su una linea - non secondaria - Emiliano e Zaia sono d’accordo: la richiesta di dimissioni di Lorenzin. «Sulla sanità e su come gestirla con il bilancio in attivo non accetto lezioni da un ministro che rispetto come persona, ma che verrà ricordata come il ministro dei tagli alla sanità. Per questo, fossi al posto suo, mi sarei dimesso», ha attaccato Zaia. Con queste parole il presidente Zaia risponde alle dichiarazioni riguardanti il Veneto rilasciate nei giorni scorsi durante un’intervista da Lorenzin. «Quanto ai comportamenti sul piano istituzionale - conclude Zaia - prendo atto che le scelte da galantuomini fatte dal Veneto in ripetute occasioni vengono continuamente manipolate e strumentalizzate per descrivere situazioni che non corrispondono alla verità. Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Si sappia che smetteremo di comportarci da galantuomini».


© RIPRODUZIONE RISERVATA