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Inappropriatezza, il Css dà il via libera allo schema di Dm Lorenzin

Il via libera, atteso per oggi, è arrivato. Il Consiglio Superiore di sanità (Css) ha licenziato e rispedito alla ministra della Salute lo schema di decreto che prevede una “stretta” su 180 prestazioni ed esami medici a rischio di inappropriatezza. Il Css avrebbe espresso parere favorevole al provvedimento, che dovrebbe poi arrivare in Consiglio dei ministri.
Obiettivo è tagliare esami e visite “inutili”, spesso prescritti a scopo difensivo per prevenire i contenziosi. E' la cosiddetta medicina difensiva che, secondo stime, costerebbe almeno 10 miliardi l’anno.

Cosa prevede il Dl Enti locali. Nel maxiemendamento al dl Enti locali, approvato lo scorso luglio e pubblicato in Gazzetta Ufficiale a metà agosto, si prevedeva che con decreto del ministero della Salute sarebbero state individuate «le condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale». Il maxiemendamento prevede che le prestazioni al di fuori dei criteri di erogabilità siano a carico del paziente e che, in caso di comportamento prescrittivo non conforme alle indicazioni disciplinate dal decreto stesso, «l’ente richiede al medico prescrittore le ragioni della mancata osservanza delle predette condizioni e indicazioni» e, «in caso di mancata risposta o di giustificazioni insufficienti, l'ente adotta i provvedimenti di competenza, applicando al medico prescrittore dipendente del Servizio sanitario nazionale una riduzione del trattamento economico accessorio». Con il provvedimento ministeriale, secondo quanto già anticipato dai sindacati medici, si andrebbe verso una “stretta” in particolare per 180 prestazioni sanitarie a maggiore rischio di inappropriatezza su oltre 1700 previste dal nomenclatore: tra queste, prestazioni di genetica, odontoiatria, allergologia, tac, risonanza magnetica agli arti e risonanza magnetica della colonna con mezzo di contrasto.


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