Dal governo

Le mezze verità di Renzi «Nessun taglio. Dialogo aperto con i medici». Ma il Fondo 2016 cresce solo di 1 mld. Veneto e Lombardia all’attacco

«Deve essere chiaro che sulla sanità non si sta tagliando poi possiamo discutere di come spendere e possiamo farlo sia con consultazioni web sia ascoltando i medici». Lo ha detto il premier Matteo Renzi rispondendo a un’interrogazione di Sel sul decreto ministeriale in materia di prescrizioni sanitarie inutili, al question time della Camera. Renzi porta anche un esempio di come si potrebbe intervenire: «La società italiana di medicina interna ha affermato che su 64 milioni di visite specialistiche il 10% non è appropriato. Io non lo so ma possiamo discuterne». Il presidente del Consiglio ricorda nel question time alla Camera gli stanziamenti crescenti per la sanità negli ultimi anni: 106 miliardi nel 2013, 109 nel 2014, 110 quest’anno e 111 nel 2016:«Ci vuole un patto di serietà: il fatto che si debba investire nella sanità è oggettivo perché la gente invecchia e invecchiando cambia il modello di cui abbiamo bisogno. Sono d'accordo che dobbiamo cambiare qualcosa, se c'è da cambiare qualcosa, perché non dobbiamo dare l'impressione che i cittadini non abbiano il diritto alle cure».

Veneto all’attacco
Va immediatamente all’attacco del premier il governatore del Veneto Luca Zaia: «La verità è che da quando governa lui sono stati tagliati 2 miliardi e 565 milioni di euro, che si aggiungono ai tagli degli indimenticati Monti e Letta», spiega in un comunicato all’insegna dell’ironia. «Adesso possiamo dirci sollevati - continua Zaia - nell’apprendere dal Presidente del Consiglio che i fondi nazionali per la sanità sono aumentati di uno stratosferico 40% dal 2002. Per fortuna, aggiungo io, perché se fossimo rimasti alla dotazione di 13 anni fa, oggi in Italia non ci sarebbe più un ospedale aperto, né quelli gestiti bene, come in Veneto, né quelli gestiti male. Con questo gioco di numeri e date, per trovare a tutti i costi positività che non ci sono, si sta prendendo in giro la gente».
Inevitabile la stoccata sull’appropriatezza: «Il magnanimo Renzi – incalza Zaia – dichiara anche la massima disponibilità a cambiare qualcosa sui provvedimenti legati all’appropriatezza che, di fatto, tagliano 208 prestazioni diagnostiche. Allora rilancio anche a lui la sfida proposta l’altro ieri al suo ministro della Salute: buttate via quel decreto pasticcione e iniquo e incaricate le Regioni, ognuna secondo la propria realtà e capacità gestionale, di perseguire l’appropriatezza. Un concetto molto simile a quello dei costi standard, beffardamente inapplicati, secondo il quale chi spreca paga e chi gestisce con appropriatezza no. Si faccia così e il Veneto, indicato ad esempio di buona gestione proprio dal ministero della Salute come evidenziato anche da Porta a Porta l’altro ieri, non dovrà né tagliare prestazioni, né punire medici, né far pagare i malati».

Lombardia: si prenda esempio da noi
Sulla stessa linea la Lombardia: «Sono già due anni che applichiamo criteri di appropriatezza: la ministra Lorenzin dovrebbe prendere esempio dal Sistema sanitario lombardo, non imporci i suoi tagli», afferma l’assessore all’Economia, Crescita e Semplificazione Massimo Garavaglia. E aggiunge: «Molti dei 208 esami ritenuti “inutili” dal ministero sono già sottoposti a criteri di appropriatezza a livello regionale, con criteri chiari e stabiliti da società scientifiche e professionisti, non da politici. Nelle due delibere riguardanti la gestione del servizio socio sanitario regionale, del primo agosto 2014 e del quattro agosto 2015, portiamo anche numerosi riferimenti bibliografici, dando evidenza scientifica a ciò che stiamo normando». In conclusione, Garavaglia ha ricordato un altro punto “a favore” del sistema lombardo: «I soldi che andiamo a risparmiare, applicando questi criteri, vengono immediatamente reinvestiti nel sistema sanitario, generando così un circolo virtuoso: l’appropriatezza, stabilita da professionisti del settore, genera maggiore efficienza e qualità per tutti, così come avviene in Lombardia. Quindi, non servono sanzioni, ma collaborare con i professionisti del settore».

M5S: Renzi conferma i tagli e sbugiarda Lorenzin
«Oggi il presidente del Consiglio durante il question time alla Camera ha confermato che per il 2016 il Fondo Sanitario Nazionale sarà tagliato, smentendo e sbugiardando il suo ministro della Salute, Lorenzin, e la Conferenza delle Regioni, capitanata dal presidente Chiamparino». Lo dichiarano i deputati M5S in commissione Affari Sociali
«Infatti, oggi Renzi ha affermato che il Fondo per l'anno prossimo sarà di 111 miliardi. I conti sono presto fatti: nella precedente Legge di Stabilità il finanziamento previsto nel 2016 per il Fsn era di 115 miliardi. Poi è intervenuto il taglio da circa 2,3 miliardi, dovuto all'Intesa Stato-Regioni, per cui la cifra iniziale scende a circa 113 miliardi. Ora però Renzi parla di 111 miliardi e, dunque, all'appello ne mancano due. In sostanza, da un lato Renzi afferma il falso, quando dichiara che la sanità non viene tagliata e dall'altro smentisce Lorenzin e Chiamparino, che si sono sempre sperticati per dire che il Fsn l'anno prossimo non sarà toccato. È evidente che nel Governo e tra le fila dello stesso Pd nessuno vuole gestire questa patata bollente, assumendosi le responsabilità delle loro azioni che vanno contro il diritto alla salute. Il risultato è che i cittadini hanno sempre meno servizi e le lobby, come quella dell'industria del farmaco, continuano a mantenere i loro privilegi. Vogliamo ricordare che scade oggi l'ennesimo termine per l'aggiornamento del Prontuario farmaceutico nazionale che, da tre anni, aspetta invano una modifica. Il non aggiornamento determina un mancato risparmio di 400 milioni di euro: circa quattro volte quello che il Governo conta di ottenere dal decreto sull'appropriatezza delle prestazioni. Anche questo è il Governo Renzi».


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