Dal governo

Anaao: «Da Renzi parole nuove, i fatti lo siano altrettanto»

di Anaao

Le parole del Presidente del Consiglio Matteo Renzi pronunciate ieri alla Camera – commenta il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise - aprono finalmente alla possibilità di un serio confronto sul tema dell'appropriatezza e del finanziamento del Fsn, dopo le inconcludenti liturgie consumate presso il Ministero della Salute intorno a documenti grossolani non privi di strafalcioni e di proposte punitive per i Medici additati alla pubblica opinione come generatori di sprechi.

Ribadiamo ancora una volta che l'appropriatezza appartiene alla cultura e ai comportamenti etici e deontologici dei Medici, che però rifiutano di essere commissariati dal burocrate di turno, una “medicina amministrata” in cui il primo a rimetterci sarebbe il paziente, la cui complessità umana e biologica mai potrà essere standardizzata e rinchiusa in rigidi schemi amministrativi.

L'Anaao Assomed auspica che la possibilità, espressa dal Presidente del Consiglio, di incrementare il finanziamento del Ssn oltre i 111 miliardi , individuati come punto di partenza, si trasformi in realtà. Il Ssn ha affrontato anni difficili in cui la spesa sanitaria, secondo i dati Ocse, nel 2013 è risultata inferiore a quella del 2009 (– 3,5% in termini reali), con una decrescita che non si è arrestata nel 2014.

Se l'obiettivo è quello di favorire l'innovazione tecnologica, far fronte alla sfida delle nuove possibilità terapeutiche, garantire il futuro professionale ai giovani portando a soluzione la piaga del precariato, chiudere i contratti dei medici e del personale sanitario, come chiede la Corte Costituzionale, l'incremento nel 2016 di un solo miliardo di euro rispetto all'anno in corso, invece dei 3 previsti dal Patto della Salute e dalla Legge di Stabilità 2015, appare insufficiente, anche rispetto al paletto fissato dal Ministro Lorenzin.

Ma, per spendere meglio, non necessariamente meno, con l'obiettivo sia del miglioramento delle cure che di una più adeguata allocazione delle risorse, è indispensabile un profondo coinvolgimento dei professionisti, una valorizzazione del loro lavoro e del loro ruolo, il contributo imprescindibile delle competenze e delle conoscenze che quotidianamente si cimentano nel terreno minato del rapporto con la domanda di salute dei cittadini.

Una migliore appropriatezza non sarà, però, sufficiente a risolvere i problemi di universalità, equità e sostenibilità del Ssn, di governance e di assetto istituzionale, del ruolo dei medici e degli altri professionisti al suo interno, della esigibilità del diritto alla salute di 20 milioni di cittadini del Sud, un capitolo nuovo della vecchia questione meridionale. Occorre cambiare registro.

Ben venga, pertanto, un confronto che a partire dalla condivisione della lotta agli sprechi in sanità, dica parole chiare a cittadini ed operatori sul presente e sul futuro di quel grande patrimonio, civile, sociale ed economico che è il servizio sanitario pubblico e nazionale.


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