Dal governo

Stabilità 2016/ Le Regioni: asticella Fsn ad almeno 112 miliardi

Rivedere i Lea, che secondo i calcoli della ministra Lorenzin valgono 900 milioni; stimare l’impatto finanziario dei farmaci innovativi, questione fondamentale per il diritto alla salute; varare il Piano nazionale vaccini. Questi i macro-obiettivi su cui le Regioni, al termine della riunione seguita all’incontro con l’esecutivo in vista della legge di Stabilità, concordano con il Governo Renzi. A due condizioni: che si restauri un clima di fiducia, e che l’asticella del Fondo sanitario nazionale salga almeno fino a 112 miliardi di euro.

«Siamo pronti a raccogliere le sfide del governo e a lavorare nell’interesse prioritario del servizio sanitario e dei diritti dei cittadini. Occorre però recuperare rapidamente un clima di reciproca fiducia. Le Regioni non sono controparti, ma istituzioni impegnate nel garantire la sostenibilità di un sistema che resta comunque fra i migliori d’Europa, con una spesa in rapporto al Pil contenuta entro il 6,7 %, inferiore a quella dei migliori paesi europei», ha dichiarato Sergio Venturi, assessore alla salute dell’Emilia-Romagna e coordinatore della Commissione salute per la Conferenza delle Regioni. «Sui macro-obiettivi – ha proseguito Venturi - siamo d’accordo con l’esecutivo ma non possono essere affrontati senza una puntuale corrispondenza con le risorse disponibili che parta da una soglia minima per il 2016 almeno pari ad almeno 112 miliardi che, vale la pena sottolinearlo, è la cifra inizialmente prevista per il 2015 dal Patto per la salute».

«Occorrono insomma - ha ribadito Venturi confermando quanto preannunciato dal presidente Chiamparino – almeno due miliardi di incremento, considerando i fondi necessari per i rinnovi contrattuali fuori dal fondo sanitario nazionale. Diversamente sarà necessario rivedere modalità e tempistiche di attuazione dei contenuti del Patto per la salute, a partire dai nuovi Lea. Risorse che da sole non bastano. Ma le Regioni sono però impegnate in un’azione di razionalizzazione della spesa che va dall’accorpamento dei servizi amministrativi alle centrali di acquisto, all’efficientamento degli ospedali. Risparmi che sarà comunque necessario reinvestire nel settore sanitario a fronte di ammodernamenti strutturali non più rinviabili. Infine è opportuno che quest’azione di buongoverno della spesa coinvolga anche gli enti che nel settore dipendono dal Governo. Sotto questo profilo le Regioni – ha concluso Venturi - hanno più volte sollecitato l’esecutivo ad attuare un programma di revisione e ristrutturazione dell’Agenas, dell’Aifa e dello stesso Istituto Superiore di Sanità».

Il terreno comuni di lavoro secondo le Regioni
- la necessità della revisione dei Lea, per cui lo stesso Governo ha quantificato una esigenza finanziaria di circa 900 milioni di euro;
- la fornitura dei farmaci innovativi: questione fondamentale per il diritto alla salute. Si pensi, solo per fare qualche esempio, alle nuove cure per l’epatite e alle più recenti terapie oncologiche. Un ambito fondamentale di cui va valutato con grande attenzione l’impatto finanziario in una prospettiva pluriennale sui bilanci regionali;
- il piano nazionale dei vaccini: emergenza non più rinviabile anche a fronte della recrudescenza di diverse malattie infettive.


© RIPRODUZIONE RISERVATA