Dal governo

Stabilità verso il colle a passo lento

di Davide Colombo e Carmine Fotina

Sciolto l'ultimo nodo dei tagli ai trasferimenti delle Regioni - per i governatori arriverebbe una sterilizzazione da 1,3 miliardi dei tagli extrasanità previsti dalle scorse manovre e si scende ora a circa 900 milioni - il disegno di legge di Stabilità ha ottenuto ieri la bollinatura finale della Ragioneria generale dello Stato e in serata dovrebbe esser stata trasmessa al Colle.

In giornata, se il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non solleverà rilievi, il testo dovrebbe essere trasmesso al Senato. A una settimana dal varo, la seconda manovra del Governo Renzi si avvicina “a passo lento” alla meta dell'esame parlamentare con il premier che ieri sera è tornato a sottolineare la componente forte delle misure predisposte, vale a dire i tagli di imposte. «A chi dice che aumenteremo altre tasse, dico che nel 2016 nessun Comune o Regione le potrà alzare rispetto al 2015, per legge!» ha scritto Renzi sulla sue eNews.

Anche se il presidente del Piemonte e della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, ha espresso dubbi in proposito: «Non credo che sia possibile» inserire nella legge di Stabilità una misura per impedire alle Regioni e ai Comuni di aumentare le tasse. «Al massimo - ha osservato - può esserci una moral suasion... Di certo nessuno di noi ha intenzione di alzare le tasse». Il blocco all'aumento delle imposte locali varrebbe per tutti «fatta eccezione - spiega il sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti - per situazioni straordinarie legate all'addizionale regionale per le Regioni in eventuali disavanzi sanitari».

Ad oggi, le Regioni che si trovano a dover seguire il cosiddetto “piano di rientro” sono Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Sicilia, Calabria, Piemonte, Puglia e per le quali «la legge prevede un aumento automatico di addizionali Irpef e Irap - ricordava ieri il coordinatore degli assessori al Bilancio Massimo Garavaglia - ma i presidenti e le giunte possono anche scegliere di agire sui ticket».

Renzi ha comunque insistito sul tasto del taglio di imposte («Vi ricordate una legge finanziaria del passato con una riduzione di tasse di questo genere? Ditemelo, vi prego» ha scritto nella sue eNews) per poi sottolineare l'importanza delle diverse misure per il welfare: «Soldi in più - ha spiegato - contro la povertà (più 700 milioni rispetto al 2015), soldi in più per il sociale, dall'autosufficienza al “dopo di noi” (più 200 milioni rispetto al 2015), soldi in più per la sanità (più un miliardo rispetto al 2015), soldi in più per famiglie e bambini (più 400 milioni rispetto al 2015)».

Sui giochi, poi, il Premier conferma il taglio da 22mila a 15mila punti scommesse con il rinnovo delle concessioni in scadenza il prossimo anno (si veda Il Sole24 Ore di ieri). Se oggi il testo verrà davvero pubblicato si potranno conoscere i saldi finali della Stabilità 2016, che dovrebbe contenere interventi per 26,5 miliardi, nella versione che non prevede il maggior spazio fiscale richiesto all'Ue in virtù della cosiddetta “clausola migranti”.

La flessibilità Ue su cui invece si scommette in pieno riguarda la clausola riforme e la clausola investimenti, che nel loro insieme dovrebbero garantire uno spazio fiscale di 14,6 miliardi con un indebitamento netto programmato al 2,2% (+0,8% rispetto al saldo a legislazione vigente) in calo dal 2,6 atteso per quest'anno. Oggi il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, illustrerà i risultati della quotazione di Poste Italiane, una privatizzazione determinante per garantire l'inversione di tendenza del debito pubblico, previsto in calo al 131,4% l'anno venturo dopo sette anni di continua crescita. Intanto nell'ultima versione spicca l'istituzione, presso il ministero dello Sviluppo economico, di un Fondo per il credito delle aziende sottoposte a sequestro o a confisca, con una dotazione di 10 milioni di euro annui per il triennio 2016-2018. Le risorse dovranno facilitare in particolare la continuità del credito bancario, gli investimenti, gli interventi di ristrutturazione aziendale, la tutela dei livelli occupazionali, l'emersione del lavoro irregolare. Salta invece la norma che puntava a semplificare l'accesso al Fondo di garanzia Pmi per le imprese dell'indotto dell'Ilva di Taranto.

Confermato l'inserimento del canone Rai nella bolletta elettrica: una parte dei maggiori introiti da mancata evasione andrà al Fondo taglia tasse. Il sottosegretario alle tlc Antonello Giacomelli spiega che resterà l'impianto attuale, ovvero pagherà chi possiede un televisore mentre sono esclusi altri apparecchi come pc, tablet e smartphone.


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