Dal governo

Appropriatezza, via libera all’Intesa. Ma slitta il nodo sanzioni ai medici

di Barbara Gobbi

Via libera della Conferenza-Stato Regioni al “decreto appropriatezza”: il provvedimento messo a punto dalla ministra della Salute, cioè, che detta la linea alle prescizioni dei medici su una lista di oltre 200 prestazioni di specialistica ambulatoriale sorvegliate speciali, perché non più opportune o perché prescrivibili sono in determintai casi di sospetto diagnostico. «È un passo per rendere il Sistema sanitario nazionale più virtuoso e più sostenibile»: dichiara a caldo il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, al termine della Conferenza. «Si chiude la discussione su un provvedimento sul quale c’è stato, in alcune parti, un dibattito amplificato - ha proseguito De Filippo - e che produce un metodo di valutazione dei costi su alcune specifiche attività specialistiche più a rischio».

Di fatto il dibattito, originato essenzialmente dai tanti mal di pancia suscitati nei medici dal provvedimento, più che chiuso, pare rinviato a data da destinarsi. Il decreto approvato - che mette nero su bianco le condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva per prestazioni di estrema variabilità, dalle cure odontoiatriche agli esami del sangue, dalle Tac al ginocchio alla glicemia per monitorare il diabete - rinvia a un successivo accordo Stato-Regioni «i criteri e le modalità per monitorare, tenendo conto delle specificità regionali, che il comportamento prescrittivo dei medici sia coerente alle condizioni di erogabilità e alle indicazioni di appropriatezza», indicate dal ministero. Sulle sanzioni economiche per i medici cattivi prescrittori, prescritte esplicitamente dal Dl Enti locali (legge 78/2015), per il momento, si rinvia. Ma inevitabilmente il nodo andrà affrontato. E la legge è chiara: «In caso di mancata risposta o di giustificazioni insufficienti, l'ente adotta i provvedimenti di competenza, applicando al medico prescrittore dipendente del Servizio sanitario nazionale una riduzione del trattamento economico accessorio, nel rispetto delle procedure previste dal contratto collettivo nazionale di settore e dalla legislazione vigente, e nei confronti del medico convenzionato con il Servizio sanitario nazionale, una riduzione, mediante le procedure previste dall'accordo collettivo nazionale di riferimento, delle quote variabili dell'accordo collettivo nazionale di lavoro e dell'accordo integrativo regionale».

A poco sono valse, a suo tempo, le rassicurazioni della ministra della Salute: le sanzioni, stando alla ministra, sono una extrema ratio che resterà limitata ai casi eccezionalissimi, di medici in mala fede che reiterino un comportamento prescrittivo fuori luogo. Di questa rassicurazione c’è traccia nella parte dell’Intesa di oggi in cui, tra l’altro, si prevede che le Regioni attivino iniziative formative e informative e definiscano le procedure per favorire la precsrizione appropriata delle prestazioni. Ma il Dl Enti locali da agosto è legge (legge 78/2015) e sono con provvedimento di pari grado potrà essere modificato.


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