Dal governo

Vertice segreto Lorenzin-Regioni: dai Lea ai farmaci. Passando per l’art. 22

di R.Tu.

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24 Esclusivo per Sanità24

Incontri «ravvicinati» per vedere come fare squadra, commenta qualcuno. Clima «cordiale», anzi «ecumenico», si racconta. Fatto sta che oggi in tarda mattinata s'è aperto l'ennesimo tavolo Salute-Regioni, a casa della ministra Lorenzin. Per ritrovare quell'unità d'intenti necessaria per far marciare la macchina del Ssn a quella velocità e con quella forza e quella energia indispensabili per reggere l'onda d'urto della spesa con i 111 mld destinati al Ssn con la legge di Stabilità 2016. Per quanto poi, dai famosi 1,3 mld in più sul 2015, vanno sottratti quanto meno i fondi riservati ai nuovi Lea (800 mln) e quelli (pochi) per i rinnovi contrattuali. Ma tant'è, tutti dovranno fare di necessità, la classica virtù. Se ce la faranno. Con la ministra della Salute, anche il sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti. Per le Regioni, un gruppo di governatori (Campania, Puglia, Marche, Molise, Calabria) e gli assessori alla sanità

Il rendez vous: tutte le partite

Sul piatto di questo cronoprogramma, tutto ciò che manca all'appello. O quasi. Anche se, in questa fase, senza entrare nei dettagli e nei contenuti. Per quelli - e per dividersi - ci sarà tempo ai singoli tavoli. Ma per partire prestissimo. L'elenco è nutrito, eccome. A partire dai nuovi Lea, su cui Lorenzin ha confermato di voler fare tappa a fine febbraio, sebbene manchino ancora i passaggi decisivi con le Regioni e poi l'ok del Parlamento, secondo quanto stabilisce la manovra 2016. E poi, tutti d'un fiato, prendere appunti please: i concorsi per le assunzioni (6mila?) post direttiva europea sui turni di riposo in corsia; i piani di rientro per gli ospedali in rosso, che andranno fortemente monitorati; così come l'avvio delle poltiche d'acquisto con le centrali uniche regionali; il capitolo investimenti (già: ma quali?); le politiche del farmaco, espressamente sollecitate dalle Regioni. E la sanità digitale che sembra sempre lì per arrivare, ma che non esce dalle secche. Anche il finora misterioso art. 22 sulla formazione dei giovani dottori, che vede qualche Regione (la Campania) sull'Aventino rispetto alla vecchia (e ultima), ma non ufficiale proposta regionale, che però il Miur continua osteggiare. Se non bastasse, c'è anche nell'agenda il riparto 2016, che si vorrebbe portare a compimento in tempi democratici (ma il Sud alza sempore la voce). Mentre sul versante dei finanziamenti futuri, s'è fatto un ragionamento, del tutto teorico in questo momento, per trovare una rotta concordata di incremento delle risorse su base pluriennale. Inutile dire che tra il dire e il fare, c'è di mezzo l'Economia. Come tutti sanno bene. Però si vorrebbe fare fronte comunque. Almeno.

A chi la commissione Salute?

Clima «cordiale», s'è detto. Anche se la partita non sarà facile. Ma intanto si parte. Chissà se presto ci sarà poi il coordinamento della commissione Salute tra le regioni. Salgono le quotazioni per un affidamento al Piemonte, rimasto a secco dopo l'addio di Chiamparino alla presidenza dei governatori. Con l'Emilia Romagna che lascerebbe il volante, ma farebbe il vice pilota. In pratica un cambio del ticket attuale (Emilia con Piemonte vice). La prossima settimana sarebbe già una data possibile per la scelta, ma non si può escludere che tutto slitti ai primi di febbraio. Lorenzin non può fare altro che aspettare le scelte dei governatori, perché è a loro che spetta decidere del proprio destino. E palazzo Chigi, si racconta, sarà del tutto neutrale sulla partita.


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