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Agenzia dell’Entrate, Orlandi: «Le spese farmaceutiche potrebbero non rientrare nel prossimo 730 precompilato»

Le spese farmaceutiche potrebbero non rientrare nel prossimo 730 precompilato. Lo ha sottolineato Rossella Orlandi, direttore dell'Agenzia delle Entrate, in audizione alla Camera, specificando che «ci sono dei problemi tecnici, stiamo finendo di verificare». In particolare, ha sottolineato, c'è «un problema con le farmacie, alcune associazioni di categoria nonostante la legge hanno equivocato sul termine e non hanno conservato parte degli scontrini. C'è una difficoltà oggettiva della categoria, la memoria è stata cancellata e le informazioni sono irrecuperabili». Orlandi, sottolineando che il problema sono le farmacie, ha confermato però che nel prossimo 730 precompilato «ci saranno le spese mediche, quindi tutto il sistema della tessera sanitaria ».

Per contrastare evasione, fatturazione elettronica per tutti
Orlandi ha sottolinerato che per contrastare l'evasione fiscale serve la fatturazione elettronica per tutti. «Bisogna arrivarci con la partecipazione dei contribuenti, è un'operazione culturale, ma è l'unico modo di avere dati puliti», ha detto la direttrice dell'Agenzia delle Entrate. «Solo se il dato è spedito direttamente - ha spiegato - puoi eliminare i costi e gli oneri degli adempimenti, sono scelte fatte, ma ci vogliono 2-3 anni, si tratta di un punto di arrivo. Tanto l'Europa ci porterà tutti lì entro il 2018. Si tratta di eliminare le paure perché io noto delle resistenze culturali». Secondo Orlandi, la fatturazione elettronica «supporterebbe moltissimo l'azione preventiva e la compliance diretta».

«Prove tecniche su proroga 730 precompilato»
Tornando sul 730 precompilato Orlandi ha sottolineato come l'Agenzia delle entrate stia valutando la possibilità di concedere a tutti i contribuenti una proroga di pochi giorni del termine per la trasmissione dei dati relativi alle spese mediche , ma non ha nascosto i problemi. La scadenza per la trasmissione dei dati è fissata al 31 gennaio. «Il Garante della privacy ha dato un mese di tempo agli utenti che vogliono eliminare alcune voci di spesa dalla dichiarazione. Prima di quel mese non è possibile trattare i dati, quindi noi cominciamo a trattarli a marzo, se concediamo una proroga di 15 giorni il ritardo si traslerà su Sogei che non farà in tempo a finire il suo lavoro», ha spiegato Orlandi, che ha aggiunto: «Sogei in queste ore sta facendo tutte le prove tecniche, ma la proroga è il solito modo italiano, si chiede all'ultimo momento anche se si è partiti 90 giorni prima. Faremo tutto il possibile. Stiamo cercando di capire se dare a tutti la proroga e facendo le prove per non mettere a rischio tutta l'operazione».

«Su ritardi 730 no sanzioni, commercialisti ci aiutino»
Orlandi ha comunque spiegato, riferendosi al 730 precompilato e all'invio dei dati da parte dei farmacisti, che «nel primo anno di applicazione non debbono esserci sanzioni, non ha senso in una fase collaborativa e di sviluppo, ma l'Ordine dei commercialisti potrebbe aiutarci a governare il processo essendo di supporto ai farmacisti che non sono abituati a farlo e a oltre un anno di interlocuzione evidentemente non è stato sufficiente». Poi ha aggiunto: «Abbiamo questi problemi di lievi ritardi e speriamo di superarli, stiamo discutendo su quanto può essere tollerato, ma chi lavora i dati è Sogei. Faremo una circolare per chiarire concetto di “lieve ritardo” nell'ambito di un rapporto di collaborazione».

«Nel 2015 recuperati 14,2 miliardi, cifra monstre»
Sul fronte della lotta alla evasione Orlandi ha definito «straordinario che il presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno abbia citato ai primi punti del discorso per il 2016, tra le preoccupazioni e gli incoraggiamenti, il tema dell'evasione fiscale, perché di solito non si fa. E così facendo ha spazzato via un'ambiguità molto forte, che in Italia è diffusa e va contro la Costituzione». Poi ha aggiunto: «Gli ho scritto per ringraziarlo e assicurargli la attenta e motivata presenza degli uomini e delle donne della Agenzia, perché senza di loro non si va da nessuna parte». E ha ribadito la linea delle Entrate: «Non basta la repressione e la deterrenza, bisogna evitare che l'evasione si consumi». Orlandi ha ricordato che nel 2015 sono stati recuperati 14,2 miliardi, una «cifra monstre». E ha parlato di «sforzo immane» dell'Agenzia («forse siamo al primo posto in Europa colme dati di recupero evasione»).

«Banche dati in tempo reale per evitare che tax gap si moltiplichi»
Ma l'azione di recupero non basta. «Stiamo cercando di trovare il modo di rallentare il flusso dell'evasione - ha spiegato Orlandi -. Nessun Paese è esente dalla evasione. Ma l'Italia è a livello più alto di altri». Ecco perché «va cambiato il passo» e vanno portate avanti due azioni insieme: «Il recupero della evasione pregressa con sforzo di contrasto. E un lavoro sul presente, per esempio sulle banche dati in tempo reale per evitare che il tax gap si moltiplichi». E serve la «linea della fermezza», perché «cresca la consapevolezza dell'importanza del tema». Una consapevolezza che «sta crescendo». «Anche le imprese - ha ricordato Orlandi - sono più consapevoli del danno reputazionale che l'evasione implica».

«Mai addossato a Garante Privacy colpa ritardi rimborsi»
Il Direttore Orlandi, in replica a una nota ufficiale giunta nel pomeriggio direttamente dal garante Privacy, Antonello Soro, ha spiegato «non ho in alcun modo attribuito, nell'audizione odierna o in altre circostanze, responsabilità al Garante per ritardi nell'erogazione dei rimborsi fiscali ai contribuenti per l'anno di imposta 2015». Così l'Agenzia contro-replica al Garante per la Privacy. «Durante l'odierna audizione in Commissione di vigilanza sull'Anagrafe tributaria, il Direttore dell'Agenzia, nel rappresentare le difficoltà insite in una proroga all'invio dei dati delle spese sanitarie, ha evidenziato come, ai fini della tutela della privacy in una materia così delicata, è stato previsto nell'ambito del tavolo di lavoro condiviso con il Garante, un sistema di opposizione da parte dei cittadini all'utilizzo dei dati, che dura 30 giorni. Pertanto a una proroga all'invio dei dati dovrebbe conseguire un rinvio del termine per l'esercizio dell'opposizione. Ciò sposterebbe in avanti il giorno a partire dal quale i dati possono essere elaborati e utilizzati ai fini della precompilata. Questo tipo di soluzione, come precisato nel corso della stessa audizione, è al vaglio delle strutture tecniche, al fine di contemperare le esigenze operative dei soggetti coinvolti nell'invio con il diritto dei cittadini al legittimo rispetto della tempistica nella predisposizione della dichiarazione precompilata».


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