Dal governo

L'Anac chiede più incompatibilità per i politici. Ecco il dossier sulla sanità

di Gianni Trovati

Più barriere per chiudere le «porte girevoli» fra politica e incarichi amministrativi di vertice, estendendo le incompatibilità e le inconferibilità prima di tutto alla politica nazionale, per coprire un buco che rappresenta «una delle più vistose carenze» delle norme attuali, e rivedendo le regole per gli altri.
Diventano ufficiali i 25 correttivi alla legge Severino (si veda anche Il Quotidiano degli enti locali e della Pa dell'11 giugno scorso) che l'Autorità nazionale anticorruzione chiede al Governo, e che insieme a un dossier su misura per la sanitàe uno sugli enti di diritto privato regolati o finanziari da Pubbliche amministrazioni, rappresentano il pacchetto di richieste per una definizione più efficace delle norme anticorruzione.

Griglia più estesa
In fatto di incompatibilità e di impossibilità di conferire incarichi, il filo rosso delle proposte targate Anac passa da un'estensione dei vincoli che provano a frenare conflitti d'interesse e passaggi “compiacenti” dalla politica all'amministrazione. Prima di tutto, com'è ovvio, si chiede di estendere ai membri di Camera e Senato le regole già previste per i politici di Regioni ed enti locali, sanando un'asimmetria “curiosa” che fin dal principio aveva sollevato le critiche intorno ai decreti attuativi della legge 190/2012.

Possibili stop alle cariche politiche
Più in generale, però l'Autorità guidata da Raffaele Cantone chiede di prevedere un sistema speculare a quello che già vieta agli ex politici di occupare subito dopo la fine del mandato un posto di vertice nelle amministrazioni, per superare il paradosso attuale per il quale «le medesime situazioni di conflitto di interessi vietano l'accesso alle cariche amministrative, ma non alle cariche politiche che dovrebbero indirizzarle». La sede più indicata, secondo il dossier Anac, sarebbe rappresentata dal disegno di legge sul conflitto d'interessi che è stato appena approvato dalla Camera e che, «per motivi che non è dato conoscere, ignora le problematiche relative ai regimi di inconferibilità e ai divieti post-carica».

Apertura sulle deroghe
Anche le inconferibilità già in vigore, però, meritano secondo l'Autority di essere riviste, integrando il criterio della «prossimità» con quello della visibilità»: l'ipotesi sarebbe quella di prevedere un periodo di raffreddamento più lungo per le provenienze dall'alto, come quella di un ex parlamentare che va a dirigere un ente controllato da una Regione, e più breve per quelle dal basso: l'Anac, in questo senso, apre anche alla possibilità di eliminare del tutto il blocco in caso di provenienze particolarmente distanti (per esempio l'ex sindaco di un Comune medio-piccolo che ottiene l'incarico di dirigente in un ministero).
Ma l'obiettivo di rendere più flessibile la normativa potrebbe essere raggiunto, spiega il dossier, anche con la previsione di deroghe possibili alle regole automatiche su inconferibilità e incompatibilità, per evitare ad esempio il rischio di doversi privare di una professionalità specifica e riconosciuta che però ha ricoperto, magari per un breve periodo, una carica politica che ne blocca la nomina. Le deroghe, da estendere anche ai casi in cui il conflitto d'interessi non sia chiaramente individuabili, andrebbero però sempre vigilate da un parere Anac che le renda possibili.


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