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Corte conti 2016/ In Sanità i costi in aumento portano le perdite di esercizio a 1 mld. Ma con le coperture (da validare) avanzo di 346 milioni

di Red.San.

«La dinamica della spesa è già sotto controllo. Nel biennio 2014-2015 e in previsione nel triennio 2016-2018, la spesa al netto degli interessi e delle prestazioni sociali rimane sostanzialmente stabili in termini nominali, riducendosi progressivamente in termini reali». Così il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, commenta il Rapporto 2016 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti. E sottolinea: «L’equilibrio tra lo stimolo della crescita economica attraverso la ricomposizione delle voci di spesa ed entrata e la contestuale riduzione del deficit è una sfida difficile ma ineludibile».

In questo contesto, la spesa sanitaria che rappresenta una grossa fetta dei bilanci regionali, presenta - a guardare i primi dati sul consuntivo 2015 - una serie di tensioni. Che si riflettono su risultati di esercizio in un «seppur limitato peggioramento». Le perdite - si legge infatti nel Rapporto - «aumentano dagli 870 milioni del 2014 a circa 1 miliardo, quale effetto di una sostanziale invarianza dei ricavi e fronte di un lieve aumento dei costi. Considerando però le ulteriori coperture contabilizzate nei CE (ma non ancora validate dai Tavoli di monitoraggio), nel complesso si registra un avanzo di 346 milioni rispetto all’utile di 148 milioni dello scorso anno.

Ma da dove arriva questo lieve peggioramento?Da una sostanziale invarianza dei ricavi, mentre i costi aumentano, anche se solo di 3 decimi di punto. E «sono soprattutto le perdite delle Regioni in piano di rientro, che lo scorso anno si erano ridotte considerevolmente, passando da 800 milioni del 2013 a circa 164 milioni, a presentare un aumento che nel 2015 le ha portate a 351 milioni». Stabili si mantengono invece le Regioni non in Piano: che confermano il deficit complessivo di 600 milioni.

«Considerando le aziende in avanzo e alcune correzioni - si legge poi ancora nel Rapporto - le perdite (prima delle coperture) crescono a circa 1 miliardo rispetto agli 870 milioni del 2014 (nel 2013 erano state pari al doppio e cioè 1,7 miliardi).

Lo scenario, come detto sopra, «cambia radicalmente» - sottolineano i magistrati contabili - considerando i trasferimenti previsti dalle Regioni a statuto speciale e le coperture contabilizzate nei CE ma non ancora validate dai tavoli di monitoraggio: l’avanzo passa da 148 milioni a 346 mln. «Sono le Regioni in Piano - precisa la Corte dei conti - a veder pressochétriplicato il risultato complessivo (da un utile di 235 milioni registrato a consulntivo nel 2014 a circa 719 milioni)». Risultato ottenuto grazie all’aumento da 355 a 889 milioni delle coperture contabilizzate nei CE della sola Regione Lazio. E «sono ancora quattro le Regioni che resterebbero in perdita anche ove fossero confermate le coperture previste nei Ce».
Il saldo complessivo delle Regioni non in Piano è ancora negativo per 373 milioni: dato che, grazie agli attivi di alcune Regioni, «non contente di apprezzare la dimensione effettiva dei disavanzi». Ma «le perdite di due Regioni superano i 480 milioni».

I costi. La voce in flessione per eccellenza è quella del personale: i costi passano da 34,8 miliardi a poco più di 34,6 mld con una flessione di mezzo punto percentuale, che diventa un punto nelle Regioni in Piano di rientro, malgrado nel 2015 sia saltato il blcco del turnover. Nel dettaglio, la flessione più consistente (-2,5%) è quella per il ruolo professionale, tecnico e amministrativo. Per il personale del ruolo sanitario il calo è pari allo 0,7%.

A schizzare in alto (+5% sul 2014) sono invece i costi per acquisti di beni e servizi , che arrivano a 32 miliardi. I soli “beni” mostrano un aumento della spesa del 9,4% (+4,4% nel 2014): a influire sono farmaci e dispositivi medici, che rappresentano rispettivamente il 61% e il 32 per cento. A pesare è la crescita di prodotti innovativi e il maggior ricorso alla distribuzione diretta da parte di quasi tutte le Regioni.
I servizi sanitari aumentano dell’1,4% (pesano qui contributi sanitari e servizi sanitari da privati), ma crescono anche (+16%) le spese per lavoro interinale nell’area sanitaria.
Limitata la crescita (+0,35%) dei servizi appaltati: +2% nelle regioni in Piano, compensate dalla flessione (-0,7%) nelle altre Regioni.

Tra le prestazioni riconducibili a soggetti “market”, l’assistenza di base presenta un costo complessivo pari a 6,6 miliardi, stabile rispetto all’anno precedente. Un andamento che, si legge nel Rapporto, «sconta il blocco dei rinnovi delle convenzioni con i medici di base». In flessione nel 2015 anche la farmaceutica convenzionata: la spesa si attesta a 8,1 miliardi rispetto agli 8,4 mld del 2014, diminuendo del 3 per cento anche se con andamenti differenziati nelle Regioni. L’assistenza ospedaliera 2015 è in crescita contenuta e totalizza gli 8,8 miliardi: variazione legata al +7% degli acquisti da policlinici privati e Irccs


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