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Corte dei conti 2016: volano le spese per farmaci ed emoderivati. Cresce il consumo di biomedicali

Migliora complessivamente la gestione sanitaria e il riassorbimento di eccessi di spesa, secondo la Corte dei conti, ma i tetti di spesa, payback e nuovi contratti con prezzi di riferimento ancora non sembrano aver fortuna su alcune voci specifiche. Si tratta degli acquisti di beni sanitari e di beni e servizi non sanitari, nonché della spesa per assistenza specialistica, soprattutto per quella acquistata da privati.

«Il confronto tra i risultati economici del 2008 e del 2014 - è scritto nel rapporto - consente di dare a tale variazione un dettaglio ulteriore: sono gli acquisti di beni sanitari a conoscere nel periodo l’aumento maggiore (+25%) a livello nazionale. Una variazione ancora maggiore (poco meno del 30% in media) nelle regioni in Piano di rientro, con punte superiori in quelle, sia a statuto ordinario che speciale, del Mezzogiorno. Un andamento da ricondurre soprattutto ai prodotti farmaceutici ed emoderivati, cresciuti di poco meno del 50% nel periodo. Per i dispositivi medici, la modifica dei modelli di rilevazione non consente un confronto immediato».

Nello stesso periodo, invece, sono in forte calo gli acquisti di beni non sanitari (-31,7 %). Una variazione che interessa con intensità diverse tutti i prodotti e tutte le ripartizioni territoriali, anche se con maggior intensità le regioni non in Piano e del Nord. In crescita la variazione dei servizi non sanitari (+15,4 per cento), che in questo caso è più netta nelle regioni non in Piano e del Centro. Di particolare rilievo l’aumento dei costi di utenze elettriche e riscaldamento. Su tali voci, dove maggiore dovrebbe risultare il vantaggio del ricorso ad acquisti standardizzati, sembra aver fatto premio la variazione in crescita degli importi tariffari. In aumento di poco meno del 22% anche gli acquisti per assistenza specialistica ambulatoriale. Una variazione che presenta valori superiori alla media nelle regioni non in Piano del Nord (sia ordinarie che speciali).

Spesa farmaceutica
Nel 2015 la spesa farmaceutica territoriale, secondo la Corte dei conti, è risultata nel complesso superiore al tetto previsto: l’11,6 contro l’11,35 per cento del finanziamento del Ssn. Si tratta di 11 regioni: oltre a tutte quelle in Piano di rientro (ad eccezione del Piemonte) che superano il limite per poco meno di 530 milioni, le Marche (per importi limitati) e la Sardegna. I dati del monitoraggio della Corte dei conti offrono alcuni spunti ulteriori. La spesa territoriale complessiva cresce nel 2015 di oltre il 4 per cento e sono le regioni non in Piano che presentano l’incremento maggiore (in media del 5,2%). Sul risultato complessivo incide la sensibile crescita della spesa diretta (+28,5% al netto del fondo per i farmaci innovativi) che rappresenta ormai, in media, un terzo della spesa territoriale, con due regioni (la Toscana e l’Emilia) al 40 per cento. Sono solo le regioni in Piano che continuano a registrare una contrazione della spesa netta (-2,3%), particolarmente rilevante in Sicilia (-6,5%).

E' la farmaceutica ospedaliera, secondo i magistrati contabili, a presentare nell’anno gli andamenti più pronunciati rispetto al tetto previsto, accentuando gli squilibri già evidenziati. Essa raggiunge il 5,1 per cento del finanziamento contro il 3,5 per cento obiettivo: 5,2 miliardi rispetto al valore obiettivo di 3,6 miliardi (corrispondente al 3,5 per cento del finanziamento del 2015 per i primi 11 mesi dell'anno). Superiore al 6 per cento la spesa in Toscana e in Sardegna. Solo la provincia di Trento, quest'anno, si mantiene entro il limite.

Dispositivi medici
Il consumo di dispositivi medici sta crescendo in misura significativa. Anche quest’anno la spesa eccede l’obiettivo. I dati di preconsuntivo del 2015 confermano tale tendenza già evidenziata negli scorsi anni. Nel 2015 il superamento del tetto era stato di circa il 20% (il 15% nel 2014). Come nel 2014, diversi sono gli andamenti per area territoriale: nelle regioni in Piano di rientro si osserva una seppur lieve contrazione degli importi complessivi, mentre
nelle altre regioni l’aumento è di poco inferiore al 3 per cento. Un crescita che si concentra nelle regioni a statuto speciali sia del Nord che del Mezzogiorno.

Il mercato dei dispositivi ha caratteristiche che ne rendono più difficile la regolazione. L’elevata eterogeneità dei prodotti, la rapida obsolescenza, i diversi livelli di complessità tecnologica e la variabilità degli impieghi clinici, spesso strettamente correlata anche all'abilità e all'esperienza degli utilizzatori, rendono più complesso individuare interventi finalizzati alla loro introduzione, diffusione e valutazione e al governo della spesa.
Per questo la Corte dei Conti rilancia il ruolo della Banca dati e Repertorio dei dispositivi medici istituito nel 2007 che « dovrebbe consentire alle aziende sanitarie di definire, nei propri meccanismi di budget interni, anche i consumi attesi di dispositivi medici per singolo centro di responsabilità aziendale, così come avviene comunemente per i farmaci, e a sviluppare processi di benchmarking». Ma si tratta di un processo ancora in corso che rende difficile l’implementazione sia di meccanismi di payback per il settore, sia l’individuazione di strutture di prezzi di riferimento per le amministrazioni. «La scelta di orientare la selezione dei fornitori su criteri di risparmio stringenti - aggiunge il rapporto - ha comportato l’emersione di crescenti criticità sull’adeguatezza delle forniture».


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