Dal governo

Partecipazione attiva del paziente, l’impegno del ministero per il cambiamento

di Marcella Marletta (direttore generale, Dg Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico, ministero della Salute)

Il tema dell'empowerment è particolarmente sentito dal ministero della Salute tanto da averlo inserito nell'atto di indirizzo (2016) di recente pubblicazione. In particolare, si fa riferimento a questo nuovo approccio quando si affronta il tema della promozione della salute e la tutela del benessere psicofisico della persona. Essa, in particolare, si dovrà concentrare intervenendo sui quattro principali fattori di rischio modificabili di malattie croniche (alimentazione scorretta, sedentarietà, tabagismo, abuso/uso scorretto di alcol), principali causa di morbosità e mortalità anche nel nostro Paese, e mira a promuovere la salute non solo rinforzando le capacità degli individui ma anche modificando il contesto di vita delle persone.
Quindi rafforzamento sia dell'empowerment che di una corretta educazione sanitaria. E in questo cammino, sono impegnate sia il ministero della Salute che l'Aifa con l'intento di coinvolgere il più alto numero di pazienti allo scopo di porre, finalmente, il paziente e i suoi bisogni formativi e informativi al centro.
Quanto descritto, insieme ad altre azioni collegate, rappresentano, inoltre, la via maestra per accorciare quella distanza – e a volte diffidenza – del paziente rispetto sia al percorso di cura e di ricerca che sta affrontando che ai professionisti che lo assistono, rendendo anche più concreta la comprensione, da parte loro, del sistema sanitario. Del resto, non è più l'epoca in cui contavano solo i medici.
Di conseguenza, sono fermamente convinta che un paziente maggiormente informato e partecipe è un paziente migliore, anche se spesso richiede maggiore attenzione. Ciò produrrà evidenti e rilevanti risultati relativi alla salute pubblica.
Ecco perché le Associazioni dei pazienti hanno ormai cambiato pelle: chiedono di essere protagoniste delle scelte di politica sanitaria, insieme a medici e amministratori. Quindi non più semplici spettatori e portavoce di bisogni, ma veri e propri soggetti accreditati con il dovuto riconoscimento, anche formale, della propria funzione di rappresentanza sociale.
Ed il progetto European Patients' Academy on Therapeutic Innovation (EUPATI), va decisamente in questa direzione. Solo grazie ad iniziative come questa si permetterà a pazienti e familiari di avere un ruolo chiave nella ricerca scientifica di nuove terapie, velocizzando, così, i processi di approvazione ed introduzione dei farmaci e favorire l'accesso ai trattamenti.
L'evento di oggi ci consentirà di rilevare il grado di preparazione dei pazienti italiani nell'ambito della ricerca e sviluppo dei farmaci, approfondendo i temi proposti nella formazione europea. L'obiettivo è aumentare capacità e competenze dei pazienti al fine di poter asserire al ruolo di sostenitori e/o consulenti nell'ambito di trial clinici, con le autorità regolatorie ed i comitati etici.
La sfida da vincere è, in ultima analisi, riuscire a capire se, anche in Italia, si riuscirà ad ottenere una crescita dell'intero sistema coinvolto ed, in particolare, del “paziente sociale”.


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