Dal governo

Farmaci: Racca (Federfarma) boccia la proposta delle Regioni: «Vecchia e autoreferenziale»

di Filodiretto (Federfarma)

Le proposte avanzate dalle Regioni per riformare la governance del farmaco non fanno che riproporre schemi ormai inadeguati. Ed esprimono una visione dell'assistenza farmaceutica inappropriata e autoreferenziale. E' il giudizio con cui Federfarma boccia il pacchetto di misure approvato la settimana scorsa dalla Conferenza delle Regioni nel quadro del confronto con il governo al tavolo su spesa e politiche del farmaco.

Tra le proposte dei governatori, come si ricorderà, spiccava una riorganizzazione dei tetti sulla farmaceutica non più per canali distributivi (ospedale e territorio) ma per modalità di acquisto da parte del Ssn: da un lato la spesa per i farmaci rimborsati in regime convenzionato, che passano dalle farmacie del territorio, dall'altra quella per i medicinali acquistati mediante gara centralizzata, che transitano da ospedale e distribuzione diretta/dpc.

«È una proposta deludente e inaccettabile» è il commento della presidente di Federfarma, Annarosa Racca «perché non offre un futuro alle dinamiche della spesa farmaceutica. Nessuno nega che i costi dei farmaci di ultima generazione pongano al Ssn un problema di sostenibilità, ma la soluzione che arriva dalle Regioni manca totalmente di originalità e ignora del tutto la prospettiva del paziente».

Un paziente sul quale oggi si scaricano i costi di accesso al farmaco innovativo, riservato alla distribuzione ospedaliera o Asl. «Il risultato» continua la presidente Racca «è che i malati cronici domiciliarizzati devono fare avanti e indietro dalle strutture pubbliche per ritirare i medicinali di cui hanno bisogno, con perdite di tempo e denaro spesso consistenti. E poi ci sono gli sprechi, perché ospedale o Azienda sanitaria dispensano a ogni visita forniture per tre o sei mesi, e quindi il rischio di farmaci poi inutilizzati, avanzati o assunti inappropriatamente».

Per Federfarma, in sostanza, una vera riforma della governance farmaceutica dovrebbe passare da un radicale cambio di paradigma: «Anziché due tetti distinti per modalità di acquisto» prosegue Racca «servirebbe un sistema di governance costruito sul paziente, orientato cioè a rispondere ai bisogni reali di chi è malato. Se l'assistito è in cura a casa propria, il farmaco deve passare dalle farmacie del territorio, lo sportello del Ssn che non ha eguali per capillarità e prossimità. Se invece è in terapia ospedaliera, i farmaci devono passare dalle strutture pubbliche».


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