Dal governo

Lazio, Lorenzin: «Roma malata cronica, ma svolta vicina» e a Unindustria (Salute): «Parità di trattamento pubblico-privato»

di L.Va.

L’uscita dal tunnel del commissariamento del Lazio è diventato quasi un “mantra” per la ministra della Salute Beatrice Lorenzin, che chiede alla sanità della sua Roma, definita «malata cronica», e nel complesso della sua Regione, di diventare finalmente “normali”. E di proiettarsi in maniera costruttiva e secondo criteri di trasparenza, a partire proprio dal perseguimento degli obiettivi di salute, che con i rigidi paletti del commissariamento hanno rischiato di saltare.«Dopo i sacrifici del commissariamento, che ancora non è concluso, nel Lazio si deve tornare alla normalità e per farlo bisogna essere “normali”. E la sanità privata è parte attiva del cambiamento. Se le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate erogano un servizio pubblico essenziale e nel momento in cui queste strutture ricevono risorse dallo Stato, per me tutti devono sottostare alle stesse regole».

Con spirito di apertura, la ministra Lorenzin, è intervenuta all’incontro che si è svolto nel pomeriggio al ministero con il presidente di Unindustria, Maurizio Stirpe, e una delegazione della sezione Sanità, con i rappresentati di un centinaio di strutture sanitarie private accredite con il Ssn. «Quello che mi sta a cuore - ha proseguito Lorenzin - è la produttività. Occorre anche trovare un modus operandi per cui non ci siano più strutture sanitarie che accumulano debiti mostruosi». I privati sono compatti nel chiedere la revisione delle tariffe per la specialistica, la riorganizzazione delle post acuzie e dunque della riabilitazione, oltre al fronte caldissimo dei laboratori convenzionati dopo la sentenza del Tar Lazio che ha bocciato l'aggregazione forzata per quelli “sotto soglia” per mantenere l'accreditamento e la contrattualizzazione con il Ssr. Sulla specialistica la ministra ha evidenziato il problema del governo delle liste d’attesa su cui il Lazio è ancora indietro e su cui si sta lavorando attivamente. «A Roma - ha specificato Lorenzin - c’è anche da fare un lavoro sulle liste di attesa, sulle quali riceviamo tantissime segnalazioni di abusi che hanno risvolti penali e un impatto etico esecrabile».

«Nella regione - ha continuato Lorenzin - ci sono alcuni centri di eccellenza con un personale di altissimo livello ma il Lazio ha dovuto attuare, come altre regioni, delle riforme calibrate per altre regioni e per questo motivo occorre accompagnare questi processi di riforma e trovare una soluzione affinché questi modelli di riforma calibrati per altre realtà non siano distruttivi per il Lazio e le altre regioni che si trovano in una situazione analoga».

Unindustria: privati sfibrati dai tagli
Il presidente Stirpe ha sottolineato che gli operatori attendono risposte, che il settore è «sfibrato dai continui e pesanti tagli», ma che la via percorsa dal ministero «è quella giusta sia per la fine del commissariamento del Lazio, sia per riequilibrare la situazione di Roma e delle altre province. Il commissariamento - ha proseguito Stirpe - ha drenato risorse per lo sviluppo del territorio proprio in anni terribili per l’economia del Paese, ma vediamo la fine del tunnel».

Da tutti la richiesta di un maggiore dialogo e del superamento dello “stigma” che ancora riguarda da vicino la sanità privata. «Il commissariamento - ha spiegato Lorenzin - se da una parte ha rimesso ordine nei conti, dall’altro ha penalizzato pesantemente il livello dell’assistenza, svuotando i Lea in ampie zone del Lazio, creando diseconomie. Le Regioni senza piano di rientro hanno potuto riorganizzarsi in questi anni, quelle commissariate hanno visto il depauperamento anche di strutture di eccellenza». Una situazione che ha fatto esplodere il fenomeno della mobilità passiva, con un boom di cittadini del Lazio che hanno preso la valigia e si sono fatti curare altrove. I privati incassano dal ministero l’impegno per muovere le acque, per la costruzione di quelle reti del territorio che sono la sola possibilità concreta per svuotare i pronto soccorsi e non far scoppiare le corsie ospedaliere. Su questo fronte Lorenzin ha detto con chiarezza che si troveranno soluzioni senza pregiudizi e in trasparenza coinvolgendo tutti quelli che offrono i servizi: pubblici o privati convenzionati senza differenze.


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