Dal governo

Dl 113 tra federalismo fiscale e costi standard

di Ettore Jorio (Università della Calabria)

Dall'art. 20 del Dl 113 del 24 giugno 2016 emergono un'importante conferma in materia di finanziamento pubblico e una novità assoluta per il sistema sanitario. Da una parte, infatti, l'iniziativa legislativa del Governo riconosce implicitamente l'impalcatura generale del c.d. federalismo fiscale, attuativo dell'art. 119 della Costituzione, in un periodo ove, di contro, si presumeva messo in discussione. Dall'altra, riconferma il novellato finanziamento del Ssn e, finalmente, ripara quantomeno alle incongruenze procedurali relative alle procedure di determinazione dei costi/fabbisogni standard, per come disciplinati dal d.lgs. 68/2011, attuativo della legge delega 42/2009.

In proposito, fissa le scadenze e le modalità operative indispensabili per garantire la puntualità dell'intera procedura di determinazione delle risorse necessarie e il loro corretto riparto, al lordo della ineludibile perequazione da assicurare in favore delle Regioni più deboli (rectius, con minore capacità fiscale per abitante).

In buona sostanza, scandisce una disciplina transitoria, per l'esercizio in corso, e quella ordinaria, a far data dal 2017:

- esclusivamente per l'anno in corso, sarà assicurata l'erogazione a saldo, riferita al 2014 e 2015 eccedente la quota premiale, non trasferita nel corso dei rispettivi esercizi dell'anzidetto biennio;

- a partire dal 2016, disciplina la selezione delle cinque regioni tra le quali sceglierne tre c.d. benchmark per la determinazione dei costi e dei fabbisogni standard. Un adempimento, da effettuare a cura della Conferenza Stato-Regioni entro il 15 settembre dell'anno precedente. Ciò anche - in via del tutto straordinaria - nel caso di indisponibilità dei dati utili ad identificare la rosa delle Regioni in equilibrio ed eroganti i Lea in regime di appropriatezza, da potere essere individuate tenuto conto di dati definitivi più risalenti. Per tale periodo dovrà procedersi allo stesso modo nell'individuare le tre Regioni di riferimento per la valorizzazione dei costi e fabbisogni standard;

- a partire dal 2017 il tutto viene disciplinato in via definitiva. Entro il 15 febbraio dell'anno di riferimento dovranno essere determinati costi e fabbisogni standard, salvo doverli rideterminare in presenza di ridefinizione del relativo livello di finanziamento. In caso di esubero del termine, per mancata Intesa del riparto in sede di Conferenza Stato-Regioni (affiancata per l'occasione dalla Stem, struttura tecnica di monitoraggio paritetica di supporto specifico), si ricorrerà ad una valorizzazione provvisoria a cura del Ministero della salute con il concerto del Mef da perfezionarsi entro il 15 marzo successivo. Nella peggiore ipotesi di negata Intesa, la determinazione dei costi e fabbisogni standard è adottata, in via definitiva, entro il 30 settembre dell'esercizio di riferimento.

A ben vedere, il legislatore ha finalmente disciplinato la scansione temporale degli adempimenti funzionali a mandare in soffitta la quota capitaria pesata e, di conseguenza, a voltare pagina in termini di finanziamento del Ssn che, con i costi e fabbisogni standard, assumerà più certezza. Siffatta metodologia non consentirà le solite giustificazioni a chi si è reso per anni colpevole protagonista di maladminstration con formazione di debito al seguito di entità miliardarie.

Un rammarico. Poca attenzione viene riservata dal legislatore alle discipline indispensabili per risolvere i problemi che angosciano oltre 20milioni di cittadini.

Più precisamente,
- la particolare situazione che affligge almeno quattro delle importanti Regioni commissariate (Campania, Calabria, Abruzzo e Molise), atteso che alle medesime, in assenza di risorse aggiuntive e/o intereventi speciali destinati ad una perequazione infrastrutturale, necessita colmare i deficit di «patrimonio produttivo» per uscire dalla penosa situazione in cui esse si trovano di incapacità oggettiva di garantire i Lea;

- la modifica della previsione dei correttivi da calcolare sui costi standard per la determinazione dei fabbisogni standard delle Regioni più bisognose, sotto il profilo della precarietà geo-morfologica e della composizione demografica, e afflitte da rilevante povertà sociale. Il criterio dell'età della popolazione destinataria è, infatti, un parametro insufficiente per assicurare loro le risorse indispensabili per garantire un Ssr adeguato al loro fabbisogno epidemiologico. La soluzione risiede nell'utilizzazione degli indici di deprivazione socio-enonomico-culturale, che tengano conto dei gap di povertà oramai strutturali e sopravvenute, attualizzati ovviamente alla presenza degli immigrati, oltremodo bisognosi di assistenza sociosanitaria.

La speranza è che in sede di conversione sia riconosciuta, finalmente, l'inderogabile importanza di provvedere al riguardo, pena - in difetto - lasciare le cose come sono.


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