Dal governo

«No 2 miliardi in più? No Lea»: le Regioni rilanciano sul Fondo sanitario nazionale. E chiedono gradualità sulle nuove prestazioni

di B.Gob

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24 Esclusivo per Sanità24

Anteprima. L’asticella del Fondo sanitario nazionale a 113 miliardi per il 2017 e a 115 miliardi per il 2018, con tanto di blindatura nella prossima legge di Bilancio. E introduzione step-by-step delle nuove prestazioni, a cominciare da quelle particolarmente innovative come l’adroterapia.

Il documento predisposto dalla commissione Salute in vista del passaggio domani in conferenza delle Regioni e poi dell’Intesa in Stato-Regioni, lega a doppio filo i nuovi Livelli essenziali di assistenza alle risorse che il Governo vorrà destinare alla sanità nel prossimo biennio. Gli assessori e i presidenti, se il testo sarà confermato, vanno quindi al rialzo. Per ottenere - alla fine - almeno un miliardo in più per ciascuno dei 2 anni a venire? La riunione straordinaria di domani svelerà il gioco. Certo le trattative in vista della legge di Stabilità non potranno ignorare le ultime stime al ribasso sulla crescita dell’Italia, ma i nuovi Livelli essenziali di assistenza - che al momento presentano un budget da troppi considerato troppo magro (771,8 milioni l’anno) - hanno decisamente bisogno di ossigeno. Perciò da un lato gli assessori alla Salute puntano in alto in nome della sostenibilità economico-finanziaria, e dall’altro frenano sull’attuazione del Dpcm. Che dovrà essere omogenea, avvertono, ma anche graduale, così che da Nord a Sud Italia ci si possa “organizzare”. Spetterà alla Commissione nazionale per l’aggiornamento dei Lea e la promozione dell’appropriatezza del Ssn - che va subito attivata - dettare tempi e applicazione del decreto (quali prestazioni prima, quali in un secondo tempo, sulla base delle risorse disponibili). Non prima di aver spuntato tutto quel che oggi è diventato obsoleto e che può andare “tranquillamente” in soffitta.


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