Dal governo

Sanità, aumenti tra 1,25 e 1,5 mld. Il più tra farmaci e contratti. Ma le Regioni non ci stanno

di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore di oggi)

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24 Esclusivo per Sanità24

Un possibile vertice in giornata con Padoan, Lorenzin e De Vincenti. I governatori che sempre oggi preparano il dossier finale delle aspettative regionali. I sindacati che premono forte sui contratti soprattutto dopo le aperture ribadite ieri da Renzi su nuovi concorsi e lo sdoganamento degli atti di indirizzo dopo il primo altolà dell'Economia. E il rebus che continua a restare tale sull'entità delle risorse per asl e ospedali, con la stessa base parlamentare “sanitaria” del Pd che incalza palazzo Chigi e via XX Settembre ad aprire i cordoni della borsa. E infine la governance del farmaceutico e i fondi per i farmaci innovativi su cui non c'è alcuna certezza ma la chance che cresce di incassare buona parte degli aumenti in più . A quarantott'ore dal suo ingresso a palazzo Chigi, la manovra 2017 per la sanità pubblica continua a restare un'incognita.
Intanto la partita del Fondo sanitario nazionale. Con l'Economia che insiste per arrivare a quota 112 miliardi, uno in più di quest'anno, ma uno in meno rispetto agli accordi con le Regioni e al Def originario. Ma il pressing su Padoan e Renzi - che non trascura il rischio di misure impopolari in vista del referendum del 4 dicembre - continua a crescere. Un punto d'arrivo ieri sembrava poter essere tra 112,25 e 112,5 miliardi. Sebbene circa 500 milioni dovrebbero essere destinati in virtù di vecchi accordi alle regioni a statuto speciale. Resterebbe insomma sul piatto circa 1 miliardo in più. Che sarebbe ipotecato da contratti e farmaci. Cosa non gradita alle regioni, che hanno anche altre urgenze - dai Lea agli investimenti - e che per questo oggi alzeranno la posta. Intanto la governance farmaceutica potrebbe restare in freezer e spuntare con un emendamento alla Camera, chissà se col consueto maxi emendamento del Governo con fiducia annessa. Di Fondo sanitario, come di farmaci, parleranno senz'altro oggi i ministri e De Vincenti.
Anche alla voce “rinnovo dei contratti”, nonostante le promesse del premier, le tensioni continuano a crescere. I sindacati medici calcolano che, con i fondi sul piatto (900 milioni in tre anni, di cui 300 per la vacanza contrattuale), a conti fatti riceveranno in media 900 euro lordi l'anno in più, circa 45-50 al mese. E oggi rilanceranno le proteste. Come hanno fatto sempre ieri i giovani dottori dell'Anaao, il sindacato più rappresentativo degli ospedalieri, ai quali di sicuro non è bastata la promessa di Renzi di bandire concorsi per 10 mila posti tra forze dell'ordine, infermieri e «forse anche medici». Secca, ieri, la replica al premier: «Siamo stufi delle parole, vogliamo i fatti su precariato e nuove assunzioni, non proclami stile televendita pre-elettorale».


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