Dal governo

Piano vaccini: voglia di obbligo, ma per legge. Le proposte delle Regioni dal calendario all’Anagrafe

di Lucilla Vazza

Vaccini, si va verso l’obbligo nazionale. Il desiderio di confrontarsi c’è, Regioni e Governo ne hanno parlato e hanno avviato un confronto concreto. Ovviamente manca la cornice giuridica, la legge per rendere effettiva l’ipotesi di obbligatorietà. La novità , anticipata dal Sole 24 Ore Sanità, è trapelata al termine dell’incontro di ieri al ministero della Salute tra la ministra Beatrice Lorenzin e gli assessori regionali alla Salute.

Al tavolo anche un documento con la roadmap per l’applicazione del piano nazionale di prevenzione vaccinale. E un possibile programma per fronteggiare l'antibiotico-resistenza.

Ma è sui vaccini che si sono fatti importanti passi in avanti, da verificare naturalmente alla prova dei fatti. A partire dal superamento dell’attuale giungla dell'obbligatorietà su cui Emilia Romagna e Toscana si sono portate avanti, prevedendo il divieto di ingresso per i non vaccinati all’asilo nido e scuola materna già da settembre prossimo.

Le Regioni chiedono una norma nazionale per l'obbligo delle vaccinazioni per i minori, e dal ministro c'è stata una disponibilità. Ma ovviamente su questo la parola spetta al Parlamento che dovrà mettere in piedi una legge in tempi stretti se si vuole stare negli obiettivi del Piano.

Ma non basta. Altro punto sui vaccini - è stato detto - è quello, indispensabile da definire, delle modalità organizzative da applicare in tutta Italia. Con un programma di target che le Regioni hanno elencato. E ancora quello di mettere finalmente a punto una campagna vaccinale nazionale unica e concordata con le Regioni e naturalmente con l'apporto dell'Iss. Un’altra importante richiesta al Governo è la realizzazione in tempi celeri di un’Anagrafe vaccinale informatizzata per monitorare la realizzazione degli obiettivi di copertura sulla popolazione.

Programmazione del Piano vaccinale
«Le nuove vaccinazioni contenute nel piano - ha spiegato Antonio Saitta, assessore della regione Piemonte e coordinatore della Commissione salute della Conferenza delle Regioni - sono comprese nei nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea) e , come è emerso nel colloquio con il ministro, si pone l'esigenza di una condivisione Stato-Regioni del percorso applicativo».

Le Regioni chiedono un calendario vaccinale che stabilisca le priorità e la tempistica delle somministrazioni, in modo progressivo e graduale. Un obiettivo che va raggiunto nello stesso momento in cui si ripartiranno le risorse stanziate a riguardo, 100 milioni di euro, dalla legge di bilancio.

Di «accordo storico» ha parlato il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, sottolineando come l'intesa sia stata raggiunta «all'unanimità, con il consenso di tutte le regioni con l’obiettivo è dunque rendere obbligatorie le vaccinazioni per l’accesso a nidi e scuole materne».

IL DOCUMENTO DELLE REGIONI
Una programmazione condivisa e il calendario con le tappe per i prossimi due anni. Così in tre pagine, le Regioni hanno prodotto un documento con la road map per l’attuazione del Piano di prevenzione vaccinale 2017-19. Il testo è stato portato ieri sera al ministero della Salute e condiviso con la ministra Beatrice Lorenzin.

Il testo è un “canovaccio” da cui partire per realizzare in concreto l’applicazione del piano vaccinale approvato nei giorni scorsi. Nel dettaglio, la tempistica di introduzione delle nuove vaccinazioni «in offerta attiva e gratuita», si specifica nel documento. Si comincia da qui, insomma. Con richieste molto chiare al Governo scritte nero su bianco. A partire dal dato di fatto che le attività per l’attuazione del piano comporteranno un carico di lavoro aggiuntivo per i servizi vaccinali delle Regioni, visto che gia nel 2017 sono previsti almeno quattro passaggi aggiuntivi dedicati alle vaccinazioni per i bambini nel primo anno di vita.

Il nodo organizzativo
Una mole organizzativa che deve necessariamente tradursi nella possibilità da parte delle Regioni di potenziare i servizi vaccinali delle Asl «assumendo operatori sanitari dedicati e formati sulla pratica delle vaccinazioni (sia medici che assistenti sanitari e infermieri) e di adeguare le strutture (ambulatori vaccinali, sale di attesa e altro) in base al flusso di utenti determinato dal nuovo Pnpv 2017-2019». Per questo, chiedono le Regioni, «in questa fase Appare ancora alquanto intempestivo e prematuro pensare a un coinvolgimento diretto dei Mmg e dei Pls nell 'offerta vaccinale demandando loro sia le vaccinazioni pediatriche che quelle dell'adulto».

L'offerta vaccinale nel suo complesso è un processo che prevede requisiti organizzativi e strutturali specifici oltre alla «necessità di valorizzare ed utilizzare al meglio le professionalità e competenze proprie degli operatori dei Dipartimenti di Prevenzione , non separando l'attività di profilassi da quella di sorveglianza e controllo».
L'affidamento dell'offerta vaccinale a Mmg e pediatri dovrebbe comportare, specificano le Regioni: «anche lo svolgimento di compiti organizzativi quali chiamate, registrazione, sorveglianza oltre alla disponibilità degli elementi necessari per garantire la sicurezza del processo (mantenimento catena del freddo, gestione delle reazioni avverse ecc) che non paiono immediatamente realizzabili; per contro si ritiene importante favorire quelle sinergie che valorizzino il ruolo che il curante, sia medico che pediatra di famiglia, svolge a sostegno dell'offerta vaccinale del Ssn».
Per tutti questi motivi, le Regioni sottolineano che con le regole contrattuali vigenti, «la loro partecipazione all'offerta vaccinale risulterebbe essere più onerosa rispetto al potenziamento dei servizi vaccinali».

Il nodo risorse
Nel documento si sottolinea che l’implementazione del nuovo Pnpv 2017-2019 e l'introduzione delle nuove vaccinazioni«non possono essere svincolati dalla sicurezza delle risorse economiche da dedicare sia all'acquisto dei nuovi vaccini di prossima introduzione sia alle risorse organizzative (incremento nuovo personale)».
Per questo, oltre alle risorse economiche aggiuntive, per far fronte all'introduzione del nuovo calendario vaccinale, le Regioni chiedono al ministero della Salute di assicurare:

- strumenti contrattuali e giuridici che consentano di agire in modo efficace e concreto nei confronti dei sanitari che si oppongono alle vaccinazioni;

- allineamento degli strumenti normativi in tema di offerta vaccinale per superare l'antistorica distinzione tra vaccinazioni obbligatorie e vaccinazioni facoltative: si propone di adottare un unico istituto normativo che, abrogando le norme precedenti, classifichi e definisca in modo univoco tutte le vaccinazioni che il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale prevede siano offerte in modo attivo e gratuito sul territorio nazionale come raccomandate;

- attivazione di una campagna di comunicazione a supporto dell'offerta vaccinale da parte del ministero della Salute condividendo con le Regioni obiettivi, contenuti, strumenti e pianificazione che renda evidente, in una logica di sistema, l'univocità dell'offerta ai cittadini su tutto il territorio nazionale.

IL CALENDARIO

Anno 2017
• Introduzione della vaccinazione contro il meningococco B ai nuovi nati coorte 2017;
• Introduzione della vaccinazione anti-meningococco ACWY (una dose) nell'adolescente che va a sostituire la vaccinazione anti-meningococco C. La vaccinazione anti-meningococco ACWY deve essere somministrata sia a chi in passato abbia già ricevuto una dose di meningococco C, sia a chi nell'infanzia non abbia mai effettuato tale vaccinazione.
• Introduzione della vaccinazione anti-pneumococco nei soggetti adulti a partire dalla prossima stagionale antinfluenzale 2017-2018. Tale offerta può anche avvenire durante tutto l'anno solare disgiunta dalla campagna antinfluenzale. La coorte target destinataria dell'offerta è rappresentata dai soggetti di 65 anni di età.
• Introduzione della vaccinazione anti-varicella ai nati a partire dalla coorte 2016, offerta a 13-15 mesi mediante il vaccino combinato quadrivalente Mprv (morbillo.-parotite-rosolia-varicella).
• Introduzione della vaccinazione anti-rotavirus ai soggetti a rischio (bambini nati pretermine o piccoli per età gestazionale, bambino viaggiatore in zone a rischio per inadeguata assistenza sanitaria, affetti da patologie croniche dell'apparato circolatorio, nefrourinario, nervoso centrale, respiratorio, metabolico con diagnosi entro il 3° mese di vita che comportano frequenti ospedalizzazioni).

Anno 2018
• Introduzione della vaccinazione anti-rotavirus a tutti i nati a partire dal 1° gennaio 2018, somministrata per via orale, e raccomandata a tutti i bambini a partire dalla 6° settimana d vita (2 oppure 3 dosi a seconda del prodotto) in co-somministrazione con le altre vaccinazioni previste in questa fascia di età.
• Introduzione della vaccinazione anti-HPV anche nel maschio a partire dalla coorte dei nati nel 2007.
• Introduzione della 5° dose di vaccino anti-poliomielite nell'adolescente in concomitanza con il richiamo anti difterite-tetano-pertosse.
• Introduzione della vaccinazione anti-Herpes Zoster nei soggetti adulti; la coorte target destinataria dell'offerta è rappresentata dai soggetti di 65 anni di età.



© RIPRODUZIONE RISERVATA