Dal governo

Piano straordinario di assunzioni per i precari con tre anni di servizio

di Gianni Trovati (da Il Sole-24 Ore di oggi)

Dovrebbe essere fissato a tre anni, anche non continuativi, il periodo minimo dei rapporti di lavoro precari con la Pa che permetterà di entrare nel nuovo piano straordinario di assunzioni. La precisazione è entrata nelle ultime bozze circolate ieri del decreto legislativo sul pubblico impiego, attuativo della riforma Madia, che sarà oggi pomeriggio sul tavolo dell'incontro con i sindacati. E proprio la convocazione per l'informativa, premessa necessaria per la prima approvazione del decreto, conferma l'intenzione del governo di esaminare in prima lettura il testo nel consiglio dei ministri di venerdì.

Nuovo testo sul pubblico impiego e legge Brunetta
La riforma poggia su due pilastri. Il primo è la riscrittura del testo unico del pubblico impiego, con il «piano triennale dei fabbisogni di personale» che supera il meccanismo attuale degli organici, la previsione di vincoli al turn over differenziati a seconda dei servizi dei vari enti e la revisione del codice disciplinare, con l'estensione a tutti i casi di flagranza dei licenziamenti «sprint» in 30 giorni oggi previsti per le false timbrature. Il secondo pilastro è rappresentato invece dal ripensamento della legge Brunetta sui premi di produttività, con l'obiettivo di affidare ai contratti le regole di distribuzione degli incentivi in base agli obiettivi generali fissati dalla Funzione pubblica e a quelli specifici individuati da ogni ente.
Nei limiti del piano triennale del fabbisogno rientreranno anche le assunzioni dei precari storici, che potranno essere dirette per chi ha già superato un concorso mentre per gli altri andranno gestite con quote riservate nelle selezioni: l'ipotesi, in questo caso, è che i posti riservati siano almeno il 50% del totale. Il meccanismo, se le ultime bozze saranno confermate, potrà imbarcare chi negli ultimi anni ha in curriculum almeno un triennio di servizio con la Pa: nel conto non entrano i contratti negli uffici di diretta collaborazione e negli staff degli enti locali.

I vincoli finanziari
er far posto alle assunzioni dei precari saranno aggiustati anche i vincoli finanziari specifici, senza sforare i tetti generali alla spesa di personale fissati dal decreto 78 del 2010, e sarà prevista una deroga al blocco del reclutamento negli enti locali che non rispettano l'obbligo di pareggio di bilancio.
L'obiettivo è naturalmente quello di superare il precariato, che riguarda almeno 100mila persone e si concentra soprattutto in sanità ed enti locali. Per evitare che si creino nuove sacche di precari, poi, si prevedono due misure: il blocco di tutte le assunzioni flessibili nelle amministrazioni interessate dalle assunzioni straordinarie e lo stop generalizzato alle co.co.co che nella Pa hanno resistito fino a oggi.
Quello in consiglio dei ministri, comunque, è il primo passaggio di un decreto che avrà bisogno dei pareri parlamentari e del consiglio di Stato e soprattutto dell'intesa con gli enti territoriali. Una partita, quest'ultima, che non appare ancora scontata.


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