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TBC DAY/La tubercolosi fa ancora 2 milioni di vittime ogni anno

Tra il 2000 e 2015 ben 49 milioni di vite sono state salvate grazie a diagnosi e terapie efficaci contro la tubercolosi, malattia che ogni anno uccide quasi due milioni di persone, di cui il 95% nei paesi in via di sviluppo.
Lo ricorda l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in occasione della Giornata mondiale contro la tubercolosi (World Tb Day), che si celebra oggi.
La tbc continua ad essere un importante problema di sanità pubblica e uno dei principali killer delle popolazioni più povere. Solo nel 2015 sono state registrate più di 10 milioni di nuove infezioni (di cui circa 60 mila nell'Unione europea), e 480mila persone hanno sviluppato una forma multiresistente ai farmaci. L'Oms ha voluto dedicare la giornata di quest'anno alle azioni necessarie ad abbattere stigma, discriminazione e marginalizzazione legate alla malattia, e superare le barriere che impediscono l'accesso alle cure. Nel 2015, infatti, un terzo delle persone malate di tbc non ha avuto accesso a cure di qualità. Attraverso lo slogan “Leave No One Behind” (non tralasciare nessuno) prosegue la campagna Unite to End TB (Unirsi per mettere fine alla Tb) avviata lo scorso anno per raggiungere entro il 2030 l'obiettivo di ridurre del 90% il numero di decessi per tubercolosi e dell'80% dell'incidenza di casi rispetto al 2015. Povertà, malnutrizione e mancanza di igiene sono fattori di rischio, insieme ad hiv, diabete, consumo di alcol e tabacco, sono fattori di rischio per la tbc, che rendono più difficile l'accesso alle cure. L'Oms ha pubblicato anche una guida in cui indica i 5 obblighi etici chiave per governi, operatori sanitari, ong e ricercatori: assicurare ai pazienti il supporto sociale necessario, evitare l'isolamento dei malati prima di aver provato tutte le opzioni terapeutiche e solo in determinate condizioni, consentire l'accesso alle cure standard a tutti i malati, assicurare un ambiente di lavoro sicuro per gli operatori sanitari e condividere i dati delle ricerche.

In Italia, problema contenuto
Il nostro paese, come spiega il ministero della Salute in una nota, continua a essere un Paese a bassa incidenza di tubercolosi, anche grazie al miglioramento della diagnostica e della terapia.
A livello nazionale sono state diffuse le linee guida su prevenzione e sorveglianza della Tbc e del carico di antimicrobico-resistenza ad essa associata. Il programma di intervento Controllo della tubercolosi: obiettivi di salute, standard e indicatori 2013-2016 predisposto con le Regioni e le Province Autonome è stato finalizzato, tra l'altro, a:
potenziare il sistema di segnalazione della tubercolosi
migliorare l'accesso dei pazienti ai servizi sanitari
rafforzare la diagnosi di laboratorio rapida, anche al fine di dare inizio rapidamente alla terapia, e all'attuazione delle opportune misure di controllo sui possibili contatti.


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