Dal governo

Il ticket elettorale. Con la risposta di Tremonti

di Roberto Turno

Correva l’autunno-inverno del 2000 e con la Finanziaria per l’anno dopo spuntò l’idea, la voglia, di fare piazza pulita dei ticket sui farmaci. E così andò, con Giuliano Amato premier e Umberto Veronesi ministro della Sanità (così si diceva ancora). Il richiamo della foresta - le elezioni a inizio 2001 - era troppo forte. Poi andò come andò... Il Governo tornò in mano a Silvio Berlusconi, altro che centrosinistra ammazza-ticket. E la spesa per i i farmaci letteralmente esplose, per la gioia dei soliti. E Giulio Tremonti, l’allora guardiano del faro, ebbe gioco facile a fare la famosa manovra dell’8 agosto. Preludio d’altro.

Ma non è che adesso ci risiamo? Che mentre si guarda a febbraio 2018 per l’elezione delle Camere che verranno, rispuntano gli ammazza-ticket? Ma questa volta per un azzeramento totale? Senza neppure le mezze (e sane) misure, di distinguere casi e casi, redditi e redditi, esenzioni ed esenzioni, patologie e patologie? E che dirà Pier Carlo Padoan sotto la tempesta di una manovra 2018 da almeno 27 mld? E l’Europa, che dirà? Suvvia.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera del prof. Giulio Tremonti, ex ministro per l’Economia

Signor Direttore,
ho letto sul Suo giornale la lettera/articolo pubblicata ieri ed intitolata: “Il ticket elettorale”.
Nel testo è scritto, in particolare, quanto segue: “E Giulio Tremonti, l'allora guardiano del faro, ebbe gioco facile a fare la famosa manovra dell'8 agosto. Preludio d'altro”.
Al riguardo, e per quanto mi riguarda, mi permetto solo di notare quanto segue:
-ancora nel maggio 2011, nelle “Considerazioni finali” della Banca d'Italia si leggeva quanto segue: “In Italia il disavanzo pubblico… è inferiore a quello medio dell'area euro …. Appropriati sono l'obiettivo di pareggio di bilancio nel 2014… Grazie a una prudente gestione della spesa durante la crisi, lo sforzo che ci è richiesto è minore che in altri paesi avanzati”;
-in totale contrasto con quanto sopra, BCE e Banca d'Italia scrissero la lettera “diktat” del 7 agosto 2011. Lettera contenente, tra l'altro, l'obbligo di anticipo al 2013 del pareggio di bilancio;
-il Decreto di agosto fu esecuzione imposta dalla citata lettera “diktat”;
-quel Decreto anche per queste ragioni non fu affatto “elettorale”!
In questi termini sostenere che avrei avuto “gioco facile” mi pare quanto meno, diciamo così… non corretto!

Tanto cordialmente,
Suo Giulio Tremonti

Forse il prof. Tremonti non ha ben compreso che «la responsabilità del «ticket elettorale» non è attribuita a lui, ma al Governo precedente che, appunto, stabilì la cancellazione dei ticket sui farmaci.

E il prof. Tremonti successivamente, in quanto ministro dell’Economia, varò nell’agosto seguente una manovra molto decisa proprio sui farmaci. Che non aveva esattamente un «sapore elettorale».

Restiamo in ogni caso colpiti e orgogliosi dell’attenzione per quanto questa testata scrive.

Roberto Turno


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