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Sanità integrativa,Federmanager: «Chance anti “nero” ». L’indagine: per i cittadini, Ssn stretto tra evasione fiscale e inefficienza

di red.san.

Per cittadini e medici la sanità integrativa può contribuire allo sviluppo di un sistema sanitario più giusto. Su una scala di valutazione da 1 a 10, i primi assegnano un punteggio di 7.3 al ruolo svolto dai Fondi sanitari integrativi, i secondi di 6.0.
Il “secondo pilastro” è visto come uno strumento efficace per evitare il pagamento in nero delle prestazioni (valutazione 8 su 10), per assicurare le prestazioni non adeguatamente garantite dal Servizio sanitario nazionale (8 su 10) e per diminuire i tempi di attesa (7.9), anche grazie alla rete di strutture private convenzionate disponibili sul territorio.
Queste sono alcune delle opinioni rilevate dall'indagine condotta dall'istituto di ricerca G&G Associated per Federmanager su un campione di 1.000 cittadini e 133 medici operanti nella sanità sia pubblica che privata, e presentate dall'ad Giacomo Galante di G&G al Convegno “La sanità giusta tra pubblico e privato”, organizzato da Federmanager nella giornata di apertura della VII edizione del Salone della Giustizia a Roma, alla presenza del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
«Nello studio emerge chiaramente una corrispondenza tra le sacche di inefficienza maggiormente sofferte dai cittadini e le aree di intervento in cui è più apprezzato il contributo della sanità integrativa», ha dichiarato il presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla, aprendo i lavori.
Su una scala di gravità da 1 a 10, l'evasione fiscale in sanità è avvertita come problema sociale, che ottiene una valutazione di gravità di 8.4 punti da parte dei cittadini e di 7.3 punti da parte dei medici.
Il nostro servizio sanitario pensato in termini di equità e giustizia risulta ai limiti della sufficienza: i cittadini assegnano un giudizio di 5.5 al Servizio Sanitario Nazionale e di 5.9 al servizio sanitario privato mentre i medici si mostrano più generosi nei confronti del pubblico (6.2 al SSN e 5.9 a quello privato).
«La nostra iniziativa non ha lo scopo di sottolineare le criticità del sistema salute, che sono ben note, ma mira a valorizzare gli strumenti già disponibili per renderlo davvero giusto – ha chiarito Stefano Cuzzilla –. Il problema della mancata fatturazione che emerge dalla nostra indagine causa un danno consistente all'utenza e alle casse dello Stato. I fondi sanitari integrativi, rimborsando i costi sostenuti per la prestazione sanitaria solo previa ricevuta fiscale, intermediano la spesa out of pocket esercitando anche un autonomo controllo e verifica».
«Un altro vantaggio rappresentato dalla sanità integrativa riguarda il contenimento dei prezzi delle prestazioni sanitarie», ha aggiunto il presidente dei manager. «Assistendo un numero consistente di famiglie e lavoratori, i fondi sanitari integrativi vantano una capacità negoziale considerevole nei confronti delle strutture sanitarie private, le quali hanno tutto l'interesse ad assicurare le migliori prestazioni ad un prezzo competitivo».
L'immagine della sanità giusta viene descritta dagli intervistati con queste parole: tempi, costi e accessibile. Per il campione interrogato la responsabilità dello stato di equità ricade in primo luogo sui politici nazionali, a seguire sui dirigenti sanitari e, solo da ultimo, sugli amministratori locali.
Lentezza, costi, inefficienza si confermano fattori che influiscono sulla soddisfazione complessiva, che è per i cittadini pari a 5,6 punti per il pubblico e a 7,1 punti per il privato, mentre nel giudizio dei medici il livello di soddisfazione si attesta a 6,6 punti per il pubblico e 7,0 punti per il privato.

Per Assidai: basta ideologia pubblico-privato, sì a collaborazione col Ssn
«Assidai, così come altri fondi sanitari integrativi, può essere il perno di una sanità giusta tra pubblico e privato. Secondo noi il modello cui fare riferimento è quello di una Sanità complementare al Servizio pubblico, costruita quindi in un'ottica collaborativa e assolutamente non sostitutiva». Lo spiega il presidente Tiziano Neviani, nel suo intervento di oggi. «Vanno messi da parte scontri ideologici, con un privato contrapposto al pubblico e che soprattutto, all'atto pratico, non offrono alcuna soluzione concreta alle esigenze dei cittadini ma anzi complicano la vita stessa. Il modello di sanità complementare cui pensiamo come Assidai non è teso a porre in secondo piano il ruolo del Servizio sanitario nazionale, né tantomeno a ridimensionarlo: piuttosto è nostra intenzione sostenerlo, in un contesto, come è evidente, sempre più sfidante, offrendo il nostro contributo ai cittadini e al sistema in generale», puntualizza Neviani.

Regole certe per il secondo pilastro
«Si recrimina al Ssn soprattutto lentezza e inefficienza, mentre quando si guarda all'assistenza sanitaria fornita i termini utilizzati sono: buono, professionale e utile. Questo significa che gli italiani hanno contezza che il Ssn è un bene prezioso – ha sottolineato Cuzzilla – ma anche un bene che si deteriora e, pertanto, merita una gestione affidata alle migliori competenze manageriali».
Tra le proposte, Federmanager ha chiesto di procedere a una valorizzazione normativa del secondo pilastro, che non ha ancora una legislazione adeguata. In particolare, il presidente Cuzzilla ha sottolineato l'opportunità di sostenere la diffusione della sanità in azienda attraverso politiche di maggiore defiscalizzazione del contributo versato da imprese e lavoratori per l'adesione ai Fondi sanitari integrativi.


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