Dal governo

Abuso di alcol, spina nel fianco dell’Italia

di Rosanna Magnano

Italia ancora indietro nella lotta contro l’abuso di alcol, che vede soprattutto le donne e i giovani tra le fasce più fragili ed esposte a danni. I consumatori (anno 2015) sono oltre 35 milioni e di questi circa 8 milioni sono bevitori a rischio, 710mila i consumatori dannosi e solo 72.377 gli alcoldipendenti in carico al Ssn. Tra i bevitori a rischio, oltre 1,2 milioni sono giovani fino a 24 anni e ben 700mila sono minori. I binge drinker sono saliti a quota 3,7 mln (2,8 mln gli uomini e 900mila le donne) e la fetta maggiore (900mila) si colloca nell’età tra gli 11 e i 25 anni, con 175mila minorenni. Le conseguenze sulla salute e sulla vita stessa di un consumo non moderato di bevande alcoliche possono essere gravissime: la mortalità alcol attribuibile è infatti all’origine di 17mila decessi nell’ultimo anno (Lombardia, Lazio e Veneto in testa), il 60% dei quali a causa di cancro e incidenti stradali. Sono queste le stime dell’Osservatorio nazionale Alcol Cnesps dell’Isituto superiore di Sanità, diffuse nel corso dell’Alcohol prevention day.

Cifre che non segnalano alcuna inversione di tendenza rispetto agli aumenti registrati lo scorso anno nei consumi pro-capite e nei principali indicatori di rischio tra i consumatori di bevande alcoliche. Una situazione di stallo - i consumi di alcol in Italia sono tornati a salire a partire dal 2010 per arrivare a 7,6 litri pro-capite - che imporrebbe di spingere l’acceleratore su adeguate politiche di prevenzione.

Lorenzin: «Stop alla normalizzazione sociale dell’abuso di alcol tra i giovani»
«È importante tenere presente - sottolinea la ministra della Salute Beatrice Lorenzin in una lettera al presidente dell’Iss Walter Ricciardi - che i rischi legati al consumo di alcol non sono solo quelli di lungo periodo, connessi allo sviluppo di gravi patologie. Purtroppo il consumo di bevande alcoliche risulta tra le principali cause di incidentalità stradale, fatale e non fatale, soprattutto nei giovani, oltre ad essere alla base dei numerosi atti di violenza verso i partner o verso i minori. Da qui si comprende come le istituzioni preposte debbano produrre un grande sforzo per sensibilizzare e informare la popolazione sui rischi alcol-correlati».

Uno dei target da intercettare in via prioritaria è rappresentato dai ragazzi: secondo le rilevazioni Iss, il 37% degli incidenti stradali è legato al consumo di alcolici e l’incidentalità stradale alcol correlata è la prima causa di morte tra i più giovani.

Sotto la lente del ministero la scarsa informazione tra gli adolescenti. «Uno degli aspetti che preoccupa di più - constinua Lorenzin - è rappresentato dalla “normalizzazione sociale” del fenomeno. È necessario quindi che l’attenzione su questi aspetti sia sempre mantenuta viva proprio perché gli effetti sono spesso sottovalutati, soprattutto nelle fasce più giovani».

«Sono ancora lontani gli obiettivi di riduzione - spiega Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio Nazionale Alcol dell'Iss - attesi nei piani di prevenzione su consumi a rischio, binge drinking e consumi fuori pasto in particolare nei minori, tra le donne e gli anziani. È necessario quindi il rafforzamento di iniziative di comunicazione sui rischi e sui danni causati dall’alcol sulla salute e la sicurezza favorendo identificazione precoce e interventi nei luoghi di vita e di lavoro».

Più spazio quindi alla formazione e alla presa in carico precoce. «È fondamentale investire in prevenzione, incrementare la comunicazione sui rischi legati al consumo di alcol - continua Scafato - e promuovere i corsi per gli operatori sanitari del Ssn sull’identificazione precoce e l’intervento breve, già richiamati dai Piani nazionali di Prevenzione, per intercettare i circa 700.000 consumatori dannosi, ancora mai giunti all’attenzione medica e in necessità di trattamento».

Nel 2015 il consumo di bevande alcoliche è aumentato dell’1,6% tra le donne e dell’1,3% tra gli uomini. Per le prime gli aumenti maggiori si registrano per vino, aperitivi e super-alcolici. Per i secondi soprattutto su amari, super-alcolici e aperitivi. Se i consumatori giornalieri restano stabili, continuano quindi ad aumentare i consumatori fuori pasto, che passano dal 25% del 2013 al 27% nel 2014 e al 28% del 2015.

In aumento ancora il fenomeno dei giovani binge-drinker. «In concomitanza con l’incremento dei consumatori registrato nel corso dell’ultimo anno - afferma Scafato - si registra un incremento della prevalenza dei consumatori a rischio sia tra gli uomini sia, in maniera più marcata, tra le donne; e in particolare, si registra un aumento della prevalenza dei consumatori fuori pasto e dei binge drinkers, anche in questo caso più marcato tra le donne». Le grandi abbuffate di alcol nel 2015 hanno riguardato 3,7 milioni di binge drinker e i valori massimi si registrano nella fascia 18-24 anni. Consumatori che insieme ai bevitori «eccedentari» arrivano a 8,5 mln di persone a rischio sanitario e sociale a causa dell’alcol.

Mortalità alcol-attribuibile: Lombardia, Lazio e Veneto in testa
L’impatto dell’abuso di alcol sulla salute è devastante: le due patologie che causano il maggior numero di decessi alcol attribuibili sono epatopatie alcoliche e sindromi psicotiche. E dai dati Sdo sui ricoveri in regime ordinario emerge che la quota maggiore di diagnosi (23%) riguarda i disturbi mentali legati all’alcol, seguiti dalle patologie dell’apparato digerente (17% ), dai tumori (11%) e dalle malattie del sistema circolatorio (10%). Per i ricoveri diurni al primo posto ci sono invece i tumori.

Variabilità elevata nei dati regionali di mortalità «alcol-attribuibile». Le Regioni che nell’ultimo anno hanno fatto registrare il numero maggiore di decessi sono state Lombardia, Lazio e Veneto con più di 100 decessi per patologie totalmente alcolattribuibili. Ma i livelli più elevati di mortalità (tassi standardizzati) si registrano in Valle d’Aosta (6,15 per 100.000 abitanti), nella Provincia autonoma di Bolzano (5,76 per 100.000 abitanti) e Molise (5,08 per 100.000 abitanti) con tassi più che doppi della media nazionale (2,26 per 100.000 abitanti).

Valori estremamente elevati sono stati registrati anche in Friuli Venezia Giulia (3,99 per 100.000 abitanti) e in Calabria (3,38 decessi ogni 100.000 abitanti).

Le Regioni in cui si registrano i livelli più bassi del tasso standardizzato sono invece la Toscana (1,30 per100.000 abitanti), la Sicilia (1,53 per 100.000 abitanti), la Campania (1,71 decessi ogni 100.000 abitanti) e l’Emilia Romagna (1,94 per 100.000 abitanti).

Una strategia Ue per la prevenzione : warning message anche sulle bottiglie?
Un ventaglio di misure sostenibili sono state individuate dalla Joint action europea «Rarha» (che ha coinvolto 27 Stati Ue più Islanda, Norvegia e Svizzera) per favorire una scelta consapevole rispetto al consumo di bevande alcoliche. Tra queste: applicare e far rispettare il limite di 18 anni di età per la vendita e la somministrazione di qualsiasi bevanda alcolica prevedendo la possibilità/opportunità di innalzamento dell’età minima legale; supportare i servizi sanitari di base, nell’identificazione dei consumatori a rischio e offrire loro interventi finalizzati alla riduzione del consumo a rischio come parte della pratica clinica; fornire la formazione professionale specifica richiesta; fornire informazioni utili per la salute sulle etichette delle bevande alcoliche, il contenuto calorico, i grammi di alcol puro della confezione/bottiglia; richiedere che le bevande alcoliche e la pubblicità di alcolici contengano informazioni sui rischi per la salute associati al consumo di alcol. A questo proposito, la Commissione europea ha chiesto all’industria dell’alcol di formulare entro l’anno una griglia di proposte per arrivare a un’etichettatura più attenta alla salute. Insomma i messaggi dissuasivi pubblicati sui pacchetti di sigarette (warning message) potrebbero fare scuola anche per le bottiglie.


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