Dal governo

Fabbisogni formativi, fumata nera al tavolo tecnico. Tutto rinviato al 19 luglio

di Rosanna Magnano

Fumata nera al tavolo tecnico del Miur di questa mattina sulle cifre definitive dei posti disponibili per le immatricolazioni 2017-18 ai corsi di laurea a ciclo unico in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria, Medicina veterinaria e corsi di laurea delle Professioni sanitarie. La correzione degli allegati del Dm 477 del 28 giugno è stata infatti rinviata a una nuova riunione fissata a mercoledì 19. Se i numeri dei posti complessivi dovrebbero restare blindati, il balletto delle matricole continua sull’ordine dei fattori, ovvero sulla ripartizione tra i diversi atenei, ma solo per il capitolo professioni (il test è previsto il 13 settembre). Sulle montagne russe una decina di categorie, comprese le maggiori (infermieri, fisioterapisti, logopedisti, tecnici di radiologia, di laboratorio e della prevenzione) e una decina di università sparse da Nord a Sud. Il tutto con i bandi già in ritardo rispetto alle date fissate per i test di ingresso.

I confronti e le analisi tra Regioni, ministeri e categorie necessitano evidentemente di ulteriori approfondimenti (più lunghi del previsto) e il tavolo è stato quindi rinviato. Una difficile redistribuzione degli aspiranti studenti che deve trovare la quadra tra diversi fattori, non sempre strettamente correlati ai reali fabbisogni dei territori e delle categorie professionali coinvolte. Da un lato va infatti compensato lo squilibrio a favore del Lazio denunciato con decisione nei giorni scorsi dal governatore del Veneto Luca Zaia, dall’altro si dovranno gestire le pressioni dei singoli Atenei, che hanno determinate «capacità» formative da coprire e quindi esigenze di budget da salvaguardare. Insomma il solito pasticcio tra campanili.

Bocce ferme - pare - per aspiranti medici e odontoiatri (prove il 5 settembre) e veterinari (6 settembre), con i posti totali rispettivamente a quota 9.706, 908 e 764.

A preoccupare i camici bianchi è il disastro annunciato della programmazione, ma soprattutto sul fronte del post laurea. L’Anaao Assomed ha infatti confermato nei giorni scorsi una decisa presa di posizione contro qualsiasi ipotesi di allargamento del perimetro dell’accesso al corso di laurea magistrale in Medicina e chirurgia, alla luce della cronica e irrisolta carenza dell’offerta formativa delle scuole di specializzazione. «A invarianza di offerta formativa post-laurea annuale - spiega l’Anaao Assomed - con circa 6.300 contratti di specializzazione e circa 900 borse di formazione in medicina generale, nel decennio 2017/2026 avremo almeno 36.000 medici cui verrà negata la possibilità di completare il proprio percorso di studio, indispensabile per entrare nel mondo del lavoro italiano».


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