Dal governo

Politiche sociali, ok al reddito di inclusione fino a 490 euro mensili

di Marco Rogari (da Il Sole-24Ore di oggi)

Sarà utilizzabile dal 1° gennaio 2018. Oscillerà dai 190 euro mensili per una persona sola fino a 485-490 euro per un nucleo con 5 o più componenti, sostanzialmente in linea con l'attuale importo dell'assegno sociale per gli over 65 senza reddito. Sarà concesso per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi. E a beneficiarne saranno le famiglie con un reddito annuale inferiore ai 6mila euro (da dichiarare con un'apposita “precompilata”) e un valore del patrimonio, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20mila euro. È il Rei, il Reddito d'inclusione, che prende il posto dell'attuale programma Sia (il Sostegno per l'inclusione attiva in pagamento dallo scorso novembre). A rendere operativo questo nuovo strumento unico di contrasto all'esclusione sociale è il decreto legislativo di attuazione della legge sulla “lotta” alla povertà che è stato approvato ieri definitivamente dal Consiglio dei ministri dopo il primo esame del giugno scorso. Il testo manda in pensione l'Asdi prevedendo che dal prossimo anno le famiglie che attualmente beneficiano della vecchia carta acquisti dovranno passare al Rei.
Nella prima fase di operatività il Reddito d'inclusione sarà prioritariamente a disposizione dei nuclei con minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati over 55. Il Rei sarà “associabile” allo svolgimento dell'attività lavorativa ma non sarà compatibile con la fruizione da parte di qualsiasi componente il nucleo familiare della Naspi o di altri ammortizzatori sociali per la disoccupazione volontaria. La platea dei potenziali beneficiari sarebbe di quasi 500mila famiglie pari a circa 1,8 milioni di persone. Con il provvedimento si stabilisce poi l'avvio del Piano nazionale per la lotta alla povertà che avrà cadenza triennale e l'obiettivo di estendere ulteriormente la platea dei beneficiari anche grazie alle nuove risorse che il Governo conta di “liberare” con la prossima legge di bilancio.
Soddisfazione è stata espressa dal premier Paolo Gentiloni e dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che ha affermato che l'Italia per la prima volta ha uno «strumento permanente di contrasto alla povertà» e «non una misura assistenzialistica». E ha aggiunto che il Rei potrà essere richiesto dal 1° dicembre ricordando che a questa misura fino a questo momento sono stati destinati 1,8 miliardi. Qualche critica è arrivata dall'opposizione, con il Governatore della Lombardia, Roberto Maroni che ha affermato: ancora una volta il governo copia il modello lombardo.
Della possibilità di cumulare la pensione sociale e altri strumenti di sostegno al reddito per “puntellare” subito le basse pensioni dei giovani “contributivi” con carriere discontinue, in attesa che nella prossima legislatura prenda forma una vera pensione di garanzia, si parlerà anche nell'incontro odierno sulla previdenza tra Governo e sindacati che segna la riapertura del tavolo dopo la pausa estiva (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). Il menù dovrebbe prevedere anche gli interventi per rendere più appetibile la previdenza integrativa e il bonus contributivo per facilitare l'accesso delle donne all'Ape social. I sindacati torneranno alla carica anche per lo stop all'aumento automatico dell'età pensionabile del 2019. Ma Il Mef frena. E tutta la partita sul pacchetto pensioni dovrà fare i conti con l'incognita risorse.


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