Dal governo

Slot machine e ludopatie, domani parte il confronto Stato-Regioni

di Ernesto Diffidenti

All’indomani della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto che ridurrà a quota 265mila unità il numero di slot machine entro il 2018 (con un taglio che sfiora il 35%), partono gli incontri per ridistribuire sul territorio il volume di gioco. Il presidente delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha convocato per domattina una seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni che precederà la Conferenza unificata straordinaria proprio per discutere sulle caratteristiche dei punti di raccolta del gioco pubblico. L’obiettivo è realizzare un riforma che non solo modernizzi il sistema del gioco, salvaguardando le conseguenti entrate fiscali (10,5 miliardi nel 2016 di cui 5,8 dai soli apparecchi slot), ma soprattutto riduca le ludopatie. Un tema centrale, quello delle dipendenze, in cui Stato e Regioni sono chiamati a dare risposte coerenti ribaltando ciò che è stato fatto negli anni passati, ossia chiudere un occhio di fronte alla crescita incontrollata dell’offerta sul territorio con la speranza di contrastare il gioco illegale. Tutto ciò, tuttavia, ha portato a una nuova emergenza sociale che ha spinto gli enti locali a intervenire unilateralmente con misure restrittive. All’ordine del giorno, dunque, insieme al taglio e alla redistribuzione delle slot con una massima vigilanza sulle possibili infiltrazioni mafiose, ci saranno anche le azioni preventive e di contrasto al gioco d’azzardo «implementando le risorse finanziarie già stanziate dalle leggi di stabilità».

E dunque dovranno essere previste giocate esclusivamente con tessera sanitaria per arginare il gioco da parte dei minori, mantenere o implementare le misure che prevedono «basse giocate e basse vincite», escludendo l’uso di banconote o monete virtuali e comunque eliminando l’uso di banconote superiori a 100 euro.

Si dovranno prevedere, inoltre, sistemi di autolimitazione del gioco con introduzioni tecnologiche tali da introdurre sistemi in grado di ridurre i tempi e i volumi delle giocate nonché, nel rispetto della privacy, tecnologie in grado di individuare il grado di partecipazione dei singoli giocatori più esposti al rischio del gioco d’azzardo patologico.

Prevista, infine, la possibilità di istituire una banca dati che consenta un costante monitoraggio sull’applicazione della riforma, l’andamento dei volumi di gioco e la distribuzione territoriale, alla quale possono accedere i Comuni. I controlli sono affidati all’Agenzia delle dogane e dei monopoli che si avvarrà come della Sogei come partner tecnologico. Dal canto suo il ministero dell’Economia dovrà riferire periodicamente alla Conferenza unificata che potrà decidere di consultare esperti e istituti specializzati.

Per quanto riguarda la diffusione del gioco d’azzardo e del gioco d’azzardo patologico (Gap) nella popolazione adulta italiana, dallo Studio Ipsad (Ifc-Cnr Pisa), condotto nel 2013-2014, risulta che circa 17 milioni di persone (42,9% della popolazione) hanno giocato almeno una volta somme di denaro. Di questi, meno del 15% ha un comportamento definibile “a basso rischio”, il 4% “a rischio moderato” e l’1,6% “problematico” (oltre 800.000 persone, prevalentemente di sesso maschile). Secondo la relazione annuale al Parlamento (Dipartimento Politiche Antidroga) 2015, il totale di pazienti in carico ai servizi per Gap ammonta ad oltre 12.300 persone.


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