Dal governo

Mattarella: «Inaccettabile ostacolare le vaccinazioni»

di Ernesto Diffidenti

«Non possiamo accettare che nel XXI secolo, nella società globale della tecnologia e dell'informatica, acquistino credito credenze anti-scientifiche e che queste credenze ostacolino indispensabili azioni preventive - come le vaccinazioni - finalizzate a sradicare o a impedire il ritorno di malattie pericolose». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della celebrazione al Quirinale dei “Giorni della ricerca” promossi dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc), ricordano quando ad ammalarsi di queste «devastanti malattie erano gli amici o i compagni di scuola». «Non possiamo consentire che si scarichi sugli altri, che si vaccinano - ha aggiunto Mattarella - la sicurezza della salute nella società, mettendola comunque a rischio con la propria omissione».

Il presidente della Repubblica, dunque, ha rafforzato e rilanciato l’azione istituzionale in favore dei vaccini anche dopo le polemiche sollevate, tra l’altro, dal decreto n. 73/2017, convertito in legge n. 119/2017, che ha reso obbligatorie le profilassi per i bambini da 0 a 16 anni, compresi i minori stranieri non accompagnati.

L’Organizzazione mondiale della sanità fissa al 95% la soglia di sicurezza minima per la copertura dei vaccini: un limite che l’Italia nel suo complesso non raggiunge per nessuno dei vaccini monitorati dall’Istituto superiore di sanità. E al di sotto di quel 95% gli agenti patogeni continuano a circolare, mettendo a repentaglio la salute di tutti.

Dal 2013, infatti, le coperture vaccinali mostrano un andamento in diminuzione, indicativo di una minore adesione ai programmi in atto e una minore fiducia della popolazione nei confronti di questa arma di prevenzione: si è passati, infatti, da valori di copertura vaccinale anti-polio di 96,1% nel 2011 a 93,4% nel 2015.

Mattarella si è soffermato, inoltre, sulle cure palliative e sulla lotta ai tumori ricordando l'impegno di Umberto Veronesi, tra i fondatori Airc, morto un anno fa. «Combattere il tumore per guarire sempre più persone - ha sottolineato il presidente della Repubblica - è un impegno che deve procedere a fianco alla cura, all'umanità della cura, di chi continua a combattere con la malattia. Non deve mai venir meno l'impegno per sviluppare le cure palliative, e per assistere la persona nei momenti più difficili». Per Mattarella quando non si può ragionevolmente prevedere la guarigione, «si deve comunque curare». E quando la cura non è più efficace verso la malattia, «c'è ancora spazio - uno spazio obbligatorio - per la cura della persona; e della sua dignità. Nessuno deve sentirsi abbandonato».

La prevenzione dei tumori richiede, per Mattarella «uno sforzo non indifferente del sistema sanitario nazionale» per potenziare gli strumenti a disposizione dei cittadini, e per rendere sempre più accoglienti i servizi. «Ma richiede anche un miglioramento dei costumi alimentari - ha aggiunto - una diffusione della pratica sportiva nei ragazzi e dell'attività fisica negli adulti, una crescita di consapevolezza dei danni prodotti dal fumo, una conoscenza sempre più ampia dei fattori di rischio». La ricerca sta alle fondamenta di tutto questo. Occorre fare in modo che le strategie pubbliche diventino volano anche di investimenti privati. E' necessario creare sinergie sempre più efficaci tra il pubblico, il privato e le energie del Terzo settore e del non profit».


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