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Presa in carico delle donne vittime di violenza. Ecco le linee guida per Asl e ospedali

di Lucilla Vazza

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24 Esclusivo per Sanità24

Violenza sulle donne, sul corpo e sull’anima, arriva finalmente al vaglio della Stato Regioni il documento-quadro con le linee guida del percorso di presa in carico delle vittime. Dal triage in pronto soccorso all’affido post dimissioni al centro anti violenza di zona, il testo destinato ad Asl e ospedali è ricchissimo di dettagli e dovrebbe finalmente assicurare interventi precisi non solo a livello sanitario. Perché oltre al trattamento diagnostico-terapeutico, ci sono indicazioni precise sulla rilevazione del rischio di revittimizzazione, di sostegno alle famiglie e il dettaglio sulle procedure messe a punto dai genetisti forensi per la corretta refertazione delle prove che poi potranno essere usate in tribunale.

Le donne (e quando ci sono, anche i loro figli) di ogni età, di ogni estrazione sociale, di qualsiasi provenienza geografica, dovranno pensare sempre di più all’ospedale come un ambiente alleato, un porto sicuro. Per questo il personale sanitario dovrà essere preparato attraverso adeguati percorsi formativi.

Cure post violenza: vietato improvvisare
Con queste linee guida, la sottosegretaria Maria Elena Boschi fa il bis dei provvedimenti anti-violenza e con un colpo d’acceleratore dovrebbe incassare due sì prima della fine della legislatura. Perché il Dpcm con le linee guida fanno il tandem con il Piano nazionale anti violenza 2017-2020, che sarà all'ordine del giorno della Conferenza Unificata di domani. Incassato l’ok di via Parigi, i provvedimenti saranno operativi in tempi brevi. E la data non è un caso, visto che ci avviciniamo al 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

Le linee guida sono il risultato di un lungo lavoro tecnico multiprofessionale: il percorso di presa in carico per le vittime di violenza era già previsto nella manovra economica del 2016.

Regole per voltare pagina
La violenza di genere e il femminicidio sono un’emergenza reale in Italia, nonostante leggi, manifestazioni e battaglie sociali condotte a ogni livello.

Questi protocolli apparentemente solo tecnici contengono molto di più di noiosi dettagli sulle procedure ospedaliere. Con la definizione e imposizione di regole certe a partire dal mondo sanitario si può praticare in concreto quel cambio di mentalità che deve arrivare in ogni angolo del Paese.


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