Dal governo

Precari, via libera alla stabilizzazione. Madia: «Un atto di giustizia sociale»

di Ernesto Diffidenti

«La firma della circolare per consentire il superamento del precariato nella pubblica amministrazione è l'atto con il quale concludiamo il percorso normativo, iniziato tre anni fa». Lo ha scritto in un post su Facebook il ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia secondo cui «è stato realizzato un atto di giustizia sociale». Con questo provvedimento, ricorda Madia «dal 1° gennaio 2018 le amministrazioni pubbliche potranno assumere a tempo indeterminato i lavoratori che abbiano maturato almeno tre anni di lavoro negli ultimi otto e che abbiano superato un concorso pubblico. Chi invece ha lavorato con contratti precari ma non ha sostenuto un concorso, avrà diritto di partecipare alle prossime procedure concorsuali, con riserva del 50% dei posti disponibili».

sottolinea «una visione opposta» rispetto a Renato Brunetta di Forza Italia «che ha liquidato il problema del precariato pubblico con un semplice “vadano a fare altro” considerando l'assunzione a tempo indeterminato quasi una morte intellettuale». Al contrario, secondo il ministro della Funzione pubblica «i precari della pubblica amministrazione, dalla ricerca alla sanità, agli enti locali, servono la collettività hanno lavorato per anni senza il riconoscimento che era loro dovuto, pur svolgendo gli stessi ruoli dei colleghi vicini di scrivania, con i quali condividono i turni in ospedale o insegnano ai bambini nelle scuole materne».

Secondo il presidenti di Cimo, Guido Quici, «proprio adesso, dopo la firma del provvedimento da parte del ministro Madia, inizia la parte più difficile legata all'avvio delle procedure concorsuali, finalizzate al reclutamento del 50% dei posti disponibili».
Ovviamente la partita si sposta a livello regionale e aziendale. Le amministrazioni, secondo Cimo, dovranno essere in grado di sostenere, a regime, la relativa spesa del personale e provvedere a coprire il trattamento economico accessorio, attraverso la possibile integrazione dei fondi oltre il limite previsto dall'articolo 23, comma 2, del d.lgs. 75/2017.
«Ci preoccupano – sottolinea Quici - le recenti dichiarazioni dei Presidenti di Regione, anche se in alcuni casi legittime, sulla sostenibilità economica dei Ssr. Unitamente alle palesi difficoltà nel reperire risorse per i rinnovi contrattuali, disegnano uno scenario diverso dalla realtà, senza offrire certezze. Noi di Cimo riteniamo che la sicurezza delle cure debba essere garantita soprattutto dall'adeguatezza delle risorse e le risorse in sanità, ben sappiamo che non sono legate unicamente ai beni e servizi, ma soprattutto a chi svolge attività di diagnosi, cura ed assistenza».

Gli ultimi dati ufficiali 2010-2015, ricorda Cimo, dimostrano un risparmio della spesa del personale, nelle strutture sanitarie pubbliche, di 2,059 milioni di euro, di cui 1,4 per il ruolo sanitario ed a cascata, 0,829 per la dirigenza medica. «Senza voler indagare - spiega Quici - almeno nell'immediato, siamo fermamente convinti che è giunta l’ora di investire nuovamente sui professionisti della salute».

Secondo Biagio Papotto, segretario generale della Cisl Medici «la circolare consente la stabilizzazione dei precari con anzianità di servizio di almeno tre anni che hanno superato procedure selettive, tipo avvisi pubblici per titoli e/o esami: tutti i dirigenti sanitari a tempo determinato, essendo stati assunti con selezione pubblica per titoli, sarebbero stabilizzabili, non solo inseriti nelle graduatorie dei concorsi a tempo indeterminato. Da questo momento le Regioni e di conseguenza le Aziende Ospedaliere, Sanitarie e IRCCS non hanno più alibi e devono per forza applicarla. La Cisl Medici – conclude Papotto - vigilerà affinchè tale circolare venga recepita nel più breve tempo possibile».


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