Dal governo

Lorenzin: «Sbloccato l’Atto di indirizzo per la dirigenza medica». Garavaglia: «Resta il nodo risorse. La palla è al Mef»

di Rosanna Magnano

«Il comitato di settore Regioni-Sanità ha sbloccato l'atto d'indirizzo chiedendo l'avvio da parte di Aran delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e delle professioni sanitarie. Ci stavamo lavorando da tempo, adesso mi aspetto che l'Aran convochi le parti contrattuali nelle prossime ore». Lo dichiara la ministra della Salute Beatrice Lorenzin. «Non vi è ulteriore tempo da perdere - sottolinea il Ministro - i professionisti sanitari hanno diritto di avere il nuovo contratto».

Se è vero che dal punto di vista dei contenuti della parte normativa la situazione di stallo è superata - il testo arrivato finalmente all’Aran è lo stesso approvato dal Comitato di settore lo scorso 26 ottobre e di cui si è diffusamente parlato alla fine dello scorso anno - in realtà sono ancora tutte sul tavolo le incertezze legate alle risorse. E resta da definire la tabella del quadro di finanziamento attuativa delle disposizioni della Legge di bilancio 2018, per la quale sono in corso ulteriori approfondimenti con il Governo.

Lo sottolinea il presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità, Massimo Garavaglia: «Il Governo ci deve chiarire - spiega - dove stanno le risorse. Mancano 800 milioni per arrivare a coprire l’aumento salariale del 3,48 per cento. Ora abbiamo risorse solo per garantire un aumento dell’1,45 per cento. Noi come regioni abbiamo fatto una serie di proposte, ora la palla è al Mef».

Garavaglia concorda invece con la ministra sulla necessità di stringere i tempi. La priorità, ribadisce, è quella di «insediare da subito il tavolo contrattuale al fine di avviare i lavori per poter riscontrare positivamente le richieste provenienti di rinnovo del Ccnl dell'Area dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e delle professioni sanitarie del Comparto Sanità».

La convocazione ai sindacati da parte dell’Aran dovrebbe arrivare stretto giro. Presumibilmente una settimana prima delle elezioni, per riavviare i tavoli e poi continuare le trattative dopo il voto. E nel momento in cui arriverà la convocazione ufficiale, i sindacati dei camici bianchi decideranno se sospendere lo stato di agitazione ed eventualmente revocare lo sciopero previsto per il 23 febbraio.


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