Dal governo

La nuova governance di Fiaso/ Farmindustria: «Priorità a velocità ed efficienza»

di Massimo Scaccabarozzi (presidente Farmindustria)

La domanda di salute sempre più articolata richiede modelli gestionali e organizzativi complessi per garantire maggiore appropriatezza e più tutele per il paziente. Ben venga dunque ilnuovo modello di governance sulle aziende ospedaliere e sanitarie proposto dalla Fiaso , che affianca alla figura del Direttore generale, organi di condivisione e collegialità delle scelte, quali potrebbero essere Board o Consigli di Amministrazione. Purché tali strutture siano agili e non pletoriche per velocizzare i processi decisionali anziché rallentarli.

Importanti saranno anche le competenze da assegnare a tali organismi collegiali. Un CdA deve fornire indirizzi e valutare le azioni messe in atto dal management dell’azienda. Se vogliamo guardare al modello privato allora occorre attribuire loro un ruolo decisionale importante. Ma al contempo devono essere caratterizzati da concretezza e agilità. A farne parte potrebbero essere chiamati anche i professionisti e quel middle management che Fiaso dichiara di voler valorizzare e che potrà rappresentare per il futuro un serbatoio a garanzia del ricambio generazionale ai vertici di Asl e Aziende ospedaliere.

Sburocratizzare i processi
Qualsiasi nuovo modello di governance deve comunque aderire ai criteri di efficienza e rapidità, che è poi quel che richiedono i pazienti, ossia i veri “clienti” delle Aziende sanitarie pubbliche. Sono risultati che credo possano essere centrati con la capacità di agire anche sulle spese fisse, oltre che su quelle variabili di un’Azienda. Così come è indispensabile la sburocratizzazione dei processi, la maggiore informatizzazione del sistema e, soprattutto, l’uniformità delle procedure sul territorio nazionale, oggi quanto mai difformi. Penso in particolare alla ricerca clinica.

Nel nostro Paese abbiamo competenze eccezionali, soprattutto nelle Università, e le imprese farmaceutiche mettono sul piatto ogni anno 700 milioni per gli studi clinici. È un’attività che potrebbe essere ulteriormente rafforzata adottando procedure autorizzative certamente rigorose ma più snelle. E maggiori sperimentazioni cliniche, è bene ricordarlo, significano più finanziamenti per il Servizio Sanitario Nazionale, migliore conoscenza delle nuove opportunità terapeutiche per i nostri medici, e tempi più brevi di accesso all’innovazione farmaceutica per i pazienti.

La spesa sanitaria in Italia è sottofinanziata sia rispetto agli altri Paesi europei, sia rispetto alle reali esigenze di domanda di salute. E sicuramente il mondo della salute è attraversato da una forte innovazione che merita anche risorse aggiuntive per evitare che vincoli di bilancio si traducano in un minore accesso alle cure.

Tutte le risorse in più – come la proposta di Fiaso che prevede un Fondo straordinario per l’innovazione aggiuntivo al Fondo sanitario nazionale – sono da considerarsi benvenute. Purché siano effettivamente aggiuntive e non tolgano spazio a strumenti che già sono stati messi in atto, come ad esempio i fondi per i farmaci innovativi e oncologici innovativi che rispondono a bisogni di salute essenziali e hanno garantito nuove opportunità terapeutiche a tanti pazienti nel nostro Paese.


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