Dal governo

Payback farmaceutico, riparte la stagione dei contenziosi. Budget regionali nel caos

di Rosanna Magnano

Si interrompe la tregua armata sul payback farmaceutico, con le industrie che riaprono la stagione dei ricorsi al Tar sull'annualità 2016, Aifa e Mef sotto accusa e le Regioni con i budget ancora una volta bloccati pronte a intervenire nei giudizi a sostegno dell'Aifa. Insomma è guerra aperta.

E che la tensione fosse salita di livello si è capito anche nella giornata di presentazione del position paper dell'Aifa sui biosimilari , che con il riconoscimento dell'intercambiabilità di fatto ha aperto una corsia preferenziale ai biologici "no logo" sia per i pazienti naive che per i pazienti in trattamento (shift), mettendo nell'angolo le industrie produttrici degli originator.

Sul tavolo payback, annualità 2016, ci sono intanto 900 milioni circa, di cui le industrie farmaceutiche hanno pagato circa 580. Il resto è appeso ai contenziosi aperti con i tribunali amministrativi. Oggetto della contesa l'assegnazione definitiva dei budget aziendali per l'anno 2016 , compresi i documenti allegati (determina Aifa, tabelle e dati di spesa).

Una nuova impasse che tra l'altro blocca anche la soluzione del pregresso 2013-15. Dal momento che la legge di bilancio 2018 aveva vincolato la possibilità delle transazioni sui contenziosi ancora pendenti a fine 2017 alle sole aziende farmaceutiche in regola con i pagamenti per il 2016, in modo da scoraggiare l’apertura di ulteriori contenziosi sul 2016. Obiettivo decisamente mancato.

Bilanci regionali ad alto rischio
E i conti pericolosamente non tornano più. Tra il payback 2013-2015 e il payback 2016 risultano non incassati 789 milioni di euro che di fatto rendono insostenibile l’equilibrio economico, con la conseguenza che molte regioni rischiano il piano di rientro, tenendo anche conto del fatto che molte aziende farmaceutiche, pur avendo pagato, hanno comunque fatto ricorso. E questo può bloccare ulteriori risorse.

Il risultato è che le Regioni sono un’altra volta nei guai. Un nuovo caos, quindi, che aggrava una situazione già al limite. Tra vecchi payback rimborsati solo parzialmente, tagli ai finanziamenti, costi da affrontare per i nuovi Lea, necessità di attuare nuove assunzioni per garantire il turnover del personale, affrontando il problema del precariato e quello dell’adeguamento alle direttive europee sull’orario di lavoro dei medici; accantonamenti obbligatori per i rinnovi contrattuali e le convenzioni. Insomma, una quadratura del cerchio che ha tutta l'aria di una mission impossible.

Farmindustria: «Le imprese hanno pagato un miliardo e mezzo»
Sul fronte opposto, l'industria difende le sue ragioni. «Io so che le imprese del farmaco - spiega il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi - hanno pagato un miliardo e mezzo tra tutti i payback. Non credo che sia colpa delle imprese se questi soldi non sono arrivati, perché noi li abbiamo pagati. Non è tutto quello che si aspettavano, ma perché probabilmente i numeri non erano corretti. Ci sono 880 milioni già pagati per il 2013-15 che restano nelle mani dello Stato. E ci sono altri 580 milioni di euro del 2016 già arrivati alle regioni e già ripartiti. Quindi non si può dire che le industrie non hanno pagato. Io credo che l'atteggiamento giusto delle imprese sia quello di pagare tutto il dovuto , ma non un centesimo in più. Insomma un miliardo e mezzo sono usciti dalle nostre casse. Ed è ora di parlare di sostenibilità anche per le industrie. Bisogna fare un'attenta valutazione di tutto questo. Se a me viene richiesto un ripiano su cifre corrette, anche se non mi piace, lo pago. Non è una guerra. Se fosse una guerra non avremmo pagato nulla».

Incertezze che incombono anche sul futuro, soprattutto se non si metterà mano alla nuova governance farmaceutica. «Siamo arrivati al momento in cui ci sono problemi di sostenibilità per il Sistema sanitario nazionale - conclude Scaccabarozzi - ma anche di sostenibilità delle imprese. Il sistema va rivisto. La nuova governance era all'ordine del giorno delle ultime legislature. Non è stata fatta. Speriamo che il prossimo governo affronti la questione con il giusto equilibrio».

Intanto - dopo il via libera all'intercambiabilità tra biosimilari e originator anche per i pazienti non naive - va tenuto presente che ci sarebbero anche altre drastiche misure di contenimento della spesa, come la revisione del prontuario, che possono essere attivate immediatamente, senza bisogno di nuove norme, perché previste dalla Legge istitutiva dell’Aifa.


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