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Fondino ticket, le Regioni rilanciano sulla quota premiale: dal 10% al 20 per cento. Il Tdm: «Così aumenta l'iniquità»

di Barbara Gobbi

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Qualcuno, come il Veneto , lo aveva già ventilato. E malgrado la levata di scudi da parte delle associazioni dei cittadini , degli infermieri , dei medici e di esperti , la proposta potrebbe concretizzarsi. L'ultima versione della bozza di decreto sul riparto del "fondino" da 60 milioni di euro - creato dalla legge di Bilancio per un primo alleggerimento del superticket - prevede l'aumento dal 10% al 20%, cioè da sei a 12 milioni di euro, della quota finalizzata a premiare le Regioni che già abbiano previsto misure per diminuire la compartecipazione. Una plus che andrebbe a Piemonte, Lombardia , Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Basilicata, e che inevitabilmente drenerebbe soldi per le altre realtà.

Immediata la reazione del Tdm-Cittadinanzattiva, che per primo aveva lanciato l'allarme : «Questa nuova proposta è completamente da riscrivere perché risulta persino peggiorativa sotto tutti i profili rispetto alla prima versione», commenta il coordinatore nazionale, Tonino Aceti. «Ci sono ancora meno risorse per le popolazioni delle Regioni più in difficoltà e il risultato è che il criterio di riparto produrrà iniquità - precisa -. Non basta: non prevede nemmeno una chiara finalizzazione delle risorse ripartite tra le Regioni per rispondere agli obiettivi previsti dalla legge dello Stato, vale a dire la riduzione del quota di superticket al fine di conseguire maggiore equità e sostegno ai soggetti più vulnerabili. Ma ancor più grave è che non c'è nessuna previsione di un controllo da parte del ministero sul corretto ed effettivo utilizzo di queste risorse da parte delle Regioni, con il rischio che possano anche essere utilizzate per altre finalità».Infine, la richiesta al ministero «di non approvare questa proposta delle Regioni», ma di modificarla «mettendo al centro l'equità, con criteri di riparto più attenti e più giusti. In caso contrario - concludono dal Tdm - questo decreto di riparto finirà per diventare un’ulteriore occasione per aumentare le disuguaglianze in sanità che già esistono nel nostro Paese».


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