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Alzheimer, botta-risposta tra Aima e Salute su Interceptor

di Red. San.

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Un duro comunicato in risposta ad una delle associazioni di pazienti da sempre impegnate nella lotta contro l'Alzheimer. È questo l'ultimo atto di un botta-risposta tra Aima, Associazione italiana malattia di Alzheimer, e ministero della Salute. Ieri la presidente di Aima, Patrizia Spadin, aveva imputato il potenziale maggiore ritardo negli step del progetto Interceptor anche alla decisione della ministra Giulia Grillo di lanciare una manifestazione di interesse per il rinnovo del vertice Aifa.

Sul ritardo nei tempi di attuazione del progetto si era già pronunciato il coordinatore dell'iniziativa, Paolo Maria Rossini. Che rilevava un rallentamento dell'avvio del trial multicentrico, con un bando già scaduto da oltre due mesi. Spadin aveva raccolto l'allarme, sottolineando poi il rischio di un ulteriore ralenti conseguente alla procedura scelta da Grillo per il cambio al vertice dell'Agenzia del farmaco.

Un comunicato successivo, di parziale "aggiustamento del tiro", da parte di Spadin, non è bastato a ricucire lo strappo con il ministero. «Mai frenato gli studi sull'Alzheimer», premette la ministra Grillo già nel titolo di un suo comunicato di fuoco, bollando come «improvvido e fuorviante» il contenuto del warning lanciato da Spadin. «Da quando sono arrivata al ministero non ho mai interferito col progetto seguito da Aifa relativo a Interceptor per lo studio dei biomarcatori in grado di predire l’insorgenza dell’Alzheimer - afferma Grillo -. Tanto meno può aver costituito alcun blocco del progetto la mia decisione di lanciare un bando per la nomina del direttore generale di Aifa». A supporto delle sue dichiarazioni, Grillo richiama poi una dichiarazione rilasciata da Aifa all'agenzia di stampa AdnKronos, per «tranquillare le associazioni dei parenti dei pazienti di Alzheimer. Il percorso intrapreso col progetto strategico Interceptor - spiegano dall'Agenzia del farmaco - va avanti senza interruzione con l’obiettivo di realizzare l’interesse dei pazienti con una ricerca fortemente voluta e finanziata interamente da Aifa col fondo del 5 per cento».

Tutti dalla parte dei pazienti, dunque. Con l'auspicio che - al di là delle polemiche sulle cause - il progetto Interceptor recuperi i ritardi accumulati.


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