Dal governo

Calabria, contro l'emergenza pronta la carta del commissario Saverio Cotticelli

di Donata Marrazzo

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24 Esclusivo per Sanità24

Neanche l'ultimo Consiglio dei ministri ha messo fine all’esperienza del commissario alla Sanità calabrese Massimo Scura. Il governo gialloverde ratificherà a breve la nomina di Saverio Cotticelli, generale dell'Arma dei Carabinieri. Salvo cambiamenti. Per il ruolo di subcommissario è stato indicato il nome dell’ingegnere tedesco Thomas Schael, già direttore della Asp di Crotone con Agazio Loiero governatore.
Una destituzione lenta (le voci sui nuovi designati girano da giorni) che rappresenta un passaggio delicato in una regione dove la sanità è su un binario morto. E arriva all’indomani dell’approvazione da parte della Commissione finanze di una norma che rende incompatibile le funzioni di commissario per il piano di rientro sanitario e gli altri incarichi istituzionali. Quel doppio incarico su cui ha puntato a lungo il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio per gestire la sanità regionale, così com’è stato per Vincenzo De Luca in Campania e Nicola Zingaretti nel Lazio. Ora Oliverio invoca con urgenza interventi da parte del Governo, «affinché la sanità calabrese sia messa nelle condizioni di tutelare e curare la salute dei cittadini».

Le priorità indicate dal governatore Oliverio
Il generale Cotticelli riceverà in eredità una situazione a dir poco complessa: debiti insanabili e un’emigrazione sanitaria senza precedenti. Un paziente calabrese su sei va a curarsi nelle strutture del centro nord: un fenomeno che pesa sulle casse regionali per oltre 300 milioni di euro. Per Oliverio i numeri del Tavolo di monitoraggio dell’attuazione del piano di rientro parlano di 163 milioni di euro di disavanzo (previsione per il 2018) e preannunciano l’innalzamento della fiscalità regionale con un +0,15% di Irap e +0,30 di Irpef, oltre al blocco del turn over per altri due anni. «È il prezzo di un deficit sistemico - sottolinea Oliverio - pagato dai calabresi, al quale ha contribuito anche una improduttiva gestione commissariale iniziata nel 2010».

Tante le criticità dalle quali partire. La soglia dei livelli essenziali di assistenza è meno che minima , i servizi territoriali sono indeboliti. Ci sono ospedali fantasma (quello di Scalea o di Rosarno), ospedali funzionanti sulla carta ma non nella realtà (Gioia Tauro, Locri), e ospedali in pareggio di bilancio (Cosenza e Reggio Calabria), con punte d’eccellenza.

La conflittualità resta altissima
Tra politica, sindacati e dirigenza medica e sanitaria la conflittualità è altissima: il M5S attacca il sistema e incalza. Il dipartimento regionale della Tutela della salute parla di «un lungo commissariamento con un approccio disastroso di cui nessuno può chiederci il conto», come dichiara Franco Pacenza, delegato regionale alla Sanità. Il commissario Scura tace e persevera.
Chi conosce il meccanismo da dentro denuncia: «Il piano di rientro ha bloccato qualsiasi programmazione. E non si è venuti a capo di niente – afferma Santo Gioffré, ex commissario dell'Asp di Reggio Calabria –Nell'Asp di Reggio Calabria, ad esempio, c'è un buco di centinaia di milioni di euro. Per anni nella tesoreria non si è tenuta nemmeno una contabilità cartacea. Doppi pagamenti, transazioni fasulle, pignoramenti in estensione, a vantaggio di chi?».

Dimissioni a catena
Le recenti dimissioni a catena di molti vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere rende il quadro ancora più instabile. Le prossime sono quelle di Frank Benedetto, direttore generale dei Grandi ospedali riuniti di Reggio Calabria, che il 15 dicembre torna a indossare il camice bianco nel reparto di cardiologia di cui è primario. Con lui decade tutto il suo staff (a cominciare dal direttore amministrativo Francesco Araniti). Insieme questa estate hanno retto compatti all’attacco mediatico sui gessi di cartone. Sulla dinamica dei fatti (e su episodi successivi) indaga la magistratura. Dai verbali dei Nas redatti dopo quattro ispezioni non sono emerse significative criticità.
Ma Benedetto - che chiude il capitolo della sua direzione anche per ovviare a una diatriba con il dipartimento regionale sui requisiti formali e sostanziali per la sua iscrizione all’albo dei manager sanitari – è soddisfatto dei risultati: la sua azienda è l’unica nella regione, insieme all’ospedale di Cosenza, a registrare il pareggio di bilancio. Con un attivo di oltre 340mila euro nel 2017.

Gli obiettivi (raggiunti) di Benedetto
L’elenco degli obiettivi raggiunti è contenuto in un report consegnato dal direttore generale al commissario Scura: attivata dal 2016 la chirurgia toracica, la medicina d’urgenza, la cardiochirurgia, la medicina nucleare, la radioterapia con un nuovo acceleratore lineare, l’oncoematologia pediatrica, l’oculistica, la medicina robotica. In aumento i ricoveri, la loro complessità e il controvalore economico (più di 127 milioni di euro). Una crescita significativa e una nuova visione della sanità ospedaliera. Che ha riguardato anche la gestione amministrativa: per eliminare la corruzione e i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata, Benedetto ha sottoscritto con la Prefettura di Reggio Calabria un “Protocollo attuativo sulla sicurezza e sulla legalità”. Se ne va con un auspicio: «Che la Calabria sanitaria possa allinearsi con gli standard nazionali in termini di erogazione dei Livelli essenziali di assistenza».


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