Dal governo

Italia senza figli, Report Istat: 15mila nati in meno nel 2017 (-21%)

di Rosanna Magnano

S
24 Esclusivo per Sanità24

Francesco, Alessandro, Leonardo, Sofia, Aurora, Giulia sono i nomi più diffusi ma di piccoletti da chiamare ce ne sono sempre di meno, complice la crisi economica, l'invecchiamento della popolazione femminile e l'assenza di servizi di sostegno alle famiglie e di politiche di conciliazione vita-lavoro. E l'Italia continua a non essere un paese amico dei bimbi: nel 2017 sono infatti nati 15mila bambini in meno rispetto al 2016 (-21%) e il tasso di fecondità per le italiane è sceso a 1,24 (1,34 nel 2008). Nell'arco di tre anni (2013-17) le nascite sono diminuite di 45mila unità mentre sono quasi 120mila in meno rispetto al 2008. Un crollo demografico acuito dalla crisi ma di fatto diventato ormai strutturale. Quasi i tre quarti della differenza di nascite sono spiegati dalla diminuzione della popolazione femminile tra i 15 e i 49 anni, in calo di 900mila unità dal 2008, il restante 25% è causato da un calo della fecondità. Questi i trend registrati dal Report Istat su "Natalità e fecondità della popolazione italiana" presentato questa mattina a Roma.

L'andamento è in calo da oltre un decennio. Ma per la prima volta sono in calo anche i primi figli, scesi a quota 214.267 ( -25%). «Il quadro è grave ma non irreversibile - spiega il direttore delle Statistiche sociali e del Censimento Istat, Vittoria Buratta - dal momento che è dimostrato che in presenza di politiche di sostegno alla natalità e servizi per le famiglie, il trend si può invertire. Basti osservare molti Paesi come quelli nordici e la Francia, e soprattutto il recente caso della Germania, che era in condizioni più critiche dell'Italia, ma ha messo in campo una potente batteria di misure e di aiuti alle famiglie e per la conciliazione vita lavoro, e da cinque anni registra dati di fecondità in crescita e sono usciti dallo stallo con un aumento delle nascite del 7%, in larga parte ma non solo tra i genitori stranieri. Berlino è la città più family friendly d'Europa. In Italia si fanno meno figli perché i genitori non riescono a realizzare il loro progetto familiare».

A calare di più, i figli da coppie di genitori italiani, che scendono a quota 358.940 nel 2017 (14mila in meno rispetto al 2017 e oltre 121mila in meno dal 2008). Per la prima volta sono in calo anche i primi figli, diminuiti del 25% tra il 2008 (283.922, pari al 49,2%) e il 2017 (214.267, pari al 46,8%). Nello stesso arco temporale i secondi figli sono passati da 217.814 (37,8%) a 175.539 (38,3%) e i terzi figli e oltre da 74.923 (13,0%) a 68.345 (14,9%): complessivamente i figli di ordine successivo al primo sono diminuiti del 17%.

In calo per la prima volta anche i nati da coppie con almeno un genitore straniero (-8mila) con mille neonati in meno solo nell'ultimo anno, a quota sotto i 100mila. Tra questi si registra il calo maggiore quando entrambi i genitori sono stranieri e in questo caso i bambini scendono a 67.933 nel 2017. I nati stranieri sono prevalentemente rumeni, marocchini, albanesi e cinesi.

La diminuzione dei nati, in un paese come l’Italia dove circa il 70% delle nascite avviene all’interno del matrimonio (60% se si tratta di primi figli), è in parte dovuta anche all’andamento dei matrimoni, che hanno toccato il minimo nel 2014, anno in cui sono state celebrate appena 189.765 nozze (circa 57 mila in meno rispetto al 2008) per poi risalire lievemente fino a superare nel 2016 le 200 mila celebrazioni. Nel 2017 si osserva una nuova diminuzione (191.287 matrimoni). Diminuiscono infatti sensibilmente i nati da coppie coniugate: nel 2017 sono 316.543 (-14mila in solo 9 anni). E nel contesto generale di nascite decrescenti quelle fuori dal matrimonio aumentano di 29mila unità rispetto al 2008 e il loro peso relativo continua a crescere (30,9%).

In calo del 32% i nati da genitori coniugati. «Stanno entrando in fase riproduttiva - spiega Sabrina Prati, dirigente Servizio statistiche demografiche Istat - le coppie di genitori nati nella fase in cui la fecondità era in calo. Cala il numero di donne: al primo gennaio 2018 le donne residenti tra 15 e 29 anni sono poco più della metà di quelle tra 30 e 49 anni. Se consideriamo il complesso di donne in età feconda, fissata convenzionalmente tra i 15 e 49 anni, queste sono diminuite di circa 900.000 unità rispetto al 2008. Ma a calare è anche il tasso di fecondità: quella delle italiane è a 1,24. Si accentua l'effetto posticipazione: in media le donne fanno il primo figlio dopo i 30 anni. E la tendenza ad aspettare troppo ha portato a una contrazione dei secondi figli e a una drastica diminuzione dei terzi figli e oltre.

Infine, aumentano le donne che restano senza figli: oltre una su 5 tra le nate nel 1977 (a fine vita riproduttiva) e sono più del doppio rispetto alle nate nel 1950 (quelle senza figli erano solo l'11.1%).


© RIPRODUZIONE RISERVATA