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Calabria: una commissione per l'Asp di Reggio Sospesi i pagamenti dei flussi sanitari

di Donata Marrazzo

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24 Esclusivo per Sanità24

Salta la Asp di Reggio Calabria: sciolta per ‘ndrangheta, per interferenze illecite, sospetti e anomalie relativi a bilanci, appalti, bandi, gare, convenzioni, proroghe e affidamenti. Una disposizione proposta dal prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari, dopo gli esiti dell'accesso antimafia eseguito nei mesi scorsi. «Fatti segnalati da tempo», ha dichiarato l'ex direttore generale Giacomino Brancati. E che replicano quanto accaduto già nel 2008.

Commissione straordinaria per la gestione dell'ente
Incaricata della gestione provvisoria dell'ente una commissione straordinaria composta dal prefetto Giovanni Meloni e dai dirigenti del ministero dell'Interno Maria Carolina Ippolito e Domenico Giordano. «Il governo non fa un passo indietro – annuncia il ministro della Salute Giulia Grillo - e continua il suo impegno per cambiare radicalmente la sanità calabrese a dispetto di chi si avvantaggia di questa situazione». Il ministro dell'Interno Matteo Salvini esulta. Il commissario al piano di rientro Saverio Cotticelli e il suo vice Thomas Schael restano defilati.

In attesa del decreto Calabria
Ora si attende a giorni il decreto, quella misura straordinaria annunciata in occasione della recente visita della ministra agli ospedali di Locri e Polistena dopo l'inchiesta della trasmissione Le Iene. «Ospedali da incubo», così si è espressa Giulia Grillo. Ma le reazioni sono state forti: i medici della struttura di Polistena hanno scritto che «pur essendo consapevoli delle diverse problematiche esistenti all'interno della struttura ospedaliera, l'attività, dettagliatamente documentata nei prospetti di performance pubblicati dall'Asp, dimostra che le note difficoltà tecnologiche ed organizzative, da anni denunciate e a oggi ancora oggi rimaste irrisolte, non hanno impedito ai medici che vi operano di erogare prestazioni di adeguato livello clinico, anche nell'ambito dell'emergenza urgenza, e di dare risposta a gran parte dei bisogni di salute della popolazione della Piana».

Ospedali da campo, proposta o provocazione?
Giulia Grillo ha chiesto «l'appoggio del premier Conte, dei ministri dell'Interno, dell'Economia e della Giustizia», che hanno condiviso la necessità di interventi radicali. Si prevede anche la sostituzione dei vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere, quindi i direttori generali, sanitari e amministrativi. Invocato perfino il ritorno dei medici calabresi che operano al Nord. Un appello che ha destato polemiche.
«Ci coordineremo con la normativa antimafia, se ce ne sarà la necessità - ha aggiunto - valuteremo l'ampliamento delle facoltà dei commissari in caso di scioglimento per infiltrazioni mafiose». Per arginare «situazioni che sono veramente ai limiti dell'umano», si è ipotizzato nei giorni scorsi anche l'invio della Protezione civile per la costruzione di un ospedale da campo. Proposte o provocazioni?
«Imbarbarimento istituzionale – ha commentato il presidente della Regione Mario Oliverio - Si annunciano decreti speciali in sfregio a elementari dettami costituzionali, forse anche per coprire ormai evidenti incapacità di governo. Si prosegue in una logica di pura propaganda». «Bullismo istituzionale contro la Calabria, commissariata da 10 anni», la replica della parlamentare Enza Bruno Bossio.

Il sensazionalismo che nuoce alla sanità calabrese
C'è un certo sensazionalismo che nuoce gravemente alla sanità calabrese. E ad alimentarlo è proprio lo scontro politico. «Si sta rappresentando senza remore la sanità regionale come male assoluto», dichiara l'ex commissario ad acta Massimo Scura che si porta sulle spalle il peso di una gestione molto contestata (a cominciare dal presidente Oliverio), durata 4 anni, fino al 1 gennaio scorso. Rivendicando la propria conoscenza della materia, però, scarica su chi lo ha preceduto per ben 5 anni il disastro della sanità calabrese, quando governatore era Giuseppe Scopelliti. E con numeri alla mano si prende qualche rivincita. A cominciare dai Livelli essenziali di assistenza: «Sa a quanto arriveranno i Lea nel 2018? Almeno a 171, posizionando la Calabria sopra la Sicilia. E sa quante sono le assunzioni mirate che ho disposto durante il mio mandato? Quattromilacinquecento». Bocciata a dicembre dal consiglio dei ministri la sua autonomina a soggetto attuatore della Asp di Reggio Calabria. Nelle intenzioni dell'ex commissario, «un tentativo estremo di riordino».

Integrazione Ao di Catanzaro, Oliverio approva la legge
Intanto, la Regione si gioca la carta della riqualificazione, integrando dopo 25 anni gli ospedali Mater Domini-Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. Qualche giorno fa il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità la legge per l'istituzione di un'azienda unica, inglobando anche la struttura di Lamezia Terme. «Da qui riparte la riqualificazione del sistema sanitario regionale. I due ospedali, che incorporano eccellenze, sono un potenziale enorme», ha dichiarato il presidente Oliverio.

Migrazione sanitaria, al Centro-Nord versati 500 milioni in più
Impegnata ora nelle verifiche dei flussi della mobilità e della loro appropriatezza, la Regione sta facendo luce sui costi reali della migrazione sanitaria, che pesa sulle proprie casse per più di 300 milioni di euro. I conti non tornano: negli ultimi 10 anni sarebbero stati trasferiti illecitamente alle regioni del Centro Nord (ma anche alla Sicilia) 500 milioni di euro. Risultano somme date per prestazioni mai eseguite. Chemioterapie pagate due volte, addebiti riferiti a pazienti non residenti in Calabria. Truffa o danno erariale? Lo scandalo è emerso nel corso dell'ultima conferenza Stato Regioni, alla quale ha partecipato il delegato alla Sanità della Regione Franco Pacenza e il dirigente generale del dipartimento Salute Antonio Belcastro. Sono stati dimostrati evidenti inesattezze e comportamenti opportunistici. La Commissione salute ha condiviso di sospendere per la sola Regione Calabria la rata di conguaglio 2019 per mobilità passiva, pari a circa 8 milioni di euro, e di riconoscere un contributo di 15 milioni aggiuntivi a valere sul Fondo 2019.


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