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Patto salute nel vivo dopo Pasqua con sei tavoli di lavoro. Grillo: «Mai più tagli lineari». Il nodo autonomie convitato di pietra

di Barbara Gobbi

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Gestione della cronicità, piani di rientro, personale, governance farmaceutica, contratti della sanità pubblica e privata, investimenti in edilizia e tecnologie. Questi i sei temi a cui da dopo Pasqua lavoreranno su altrettanti "tavoli" Regioni e tecnici del ministero, per dare finalmente gambe e contenuti concreti al nuovo Patto previsto dalla legge di Stabilità e fino a oggi rimasto al palo, malgrado la deadline del 31 marzo fissata dalla manovra, che ne vincolava anche la sottoscrizione entro la data all'accesso alle risorse aggiuntive del Fondo sanitario nazionale per il 2020 e 2021. Scavallato il termine e dopo una serie di balletti per lo più politici sui contenuti, qualcosa sembra essersi finalmente mosso dopo l'incontro di ieri, a Roma, tra una delegazione delle Regioni e il ministero, rappresentato dal sottosegretario Luca Coletto (già assessore alla Sanità del Veneto) e dal capo di Gabinetto Guido Carpani.

A commentare il briefing è la titolare della Salute, Giulia Grillo: «La nostra volontà è di dare corso alla definizione del Patto per la salute individuando una modalità operativa costruttiva in grado di indicare una nuova rotta alle politiche sanitarie, mettendo anche al centro il tema dei finanziamenti alla sanità. Mai più tagli lineari con una visione ragionieristica del diritto alla salute», ha spiegato. Per poi elencare le priorità «Il Paese - ha affermato la ministra - si aspetta risposte sui temi strategici della sanità. Dobbiamo svecchiare le regole sul personale che di fatto hanno congelato le assunzioni e in molti casi messo a rischio l’erogazione dei servizi ai cittadini. Va potenziata l’assistenza territoriale ridisegnando nuovi modelli. Impegniamoci poi a semplificare le regole, limando l’eccesso normativo che imprigiona le risorse: penso soprattutto all’edilizia sanitaria che ha una giungla di norme che rallentano gli interventi per sistemare le strutture e costruire nuovi ospedali. Serve poi un confronto sui piani di rientro e sui commissariamenti che per alcuni aspetti sono sicuramente inadatti al mutato contesto di questi anni. Infine - ha concluso Grillo - voglio lavorare con le Regioni sulla mobilità sanitaria inappropriata: ognuno dovrebbe essere curato a pochi chilometri da casa, basta pazienti e famiglie con le valigie».

Sull'onda di un apparentemente rinnovato feeling sono anche gli assessori: «Finalmente Regioni e Governo hanno affrontato temi concreti e decisivi, focalizzati sul rilancio della nostra sanità - ha affermato per la Lombardia il titolare del Welfare Giulio Gallera -. Abbiamo condiviso i nodi cruciali che hanno creato difficoltà in quest’ultimo periodo a un sistema sanitario universalistico come il nostro, uno dei migliori del mondo». L’assessore ha poi ricordato che, nelle prossime settimane, i pilastri del nuovo Patto per la salute «saranno affrontati attraverso tavoli specifici, suddivisi per aree tematiche. In questo modo - sottolinea Gallera - il percorso sarà subito operativo. L’obiettivo è quello di sottoscrivere un documento innovativo, sostenibile e capace di rispondere alle sfide e ai mutamenti della nostra società. Un patto che dovrà poi tradursi in norme di legge, con la garanzia di risorse certe e una assunzione di responsabilità condivisa di ogni livello istituzionale: Regioni, Governo e Parlamento».

Resta fuori per il momento il convitato di pietra Autonomie regionali, che pure è nel Contratto di Governo e che le stesse Regioni citavano nel documento politico sul Patto, inizialmente sottoposto al ministero: un tema da accantonare in questa sede, forse perché "disturbante", soprattutto a guardare i nervi scoperti del personale e dei finanziamenti. I progetti più avanzati di federalismo regionale, del Veneto, della Lombardia e dell'Emilia Romagna, puntano infatti per il capitolo Sanità proprio a valorizzare l'autonomia nella gestione organizzativa e contrattuale delle risorse umane e a gestire in libertà quantomeno le risorse assegnate dal riparto del Fondo sanitario nazionale.


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