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Farmindustria: la produzione cresce, ora una nuova governance

di Ernesto Diffidenti (da www.ilsole24ore.com)

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24 Esclusivo per Sanità24

Continua a crescere il valore della produzione farmaceutica che nel 2018 ha raggiunto quota 32,2 miliardi di euro, con un incremento del 3,2% rispetto all'anno precedente. Merito soprattutto dell'export (+4,7% rispetto al 2017, a quota 26 miliardi) ma anche degli investimenti in ricerca e sviluppo (3 miliardi), nonché dell'efficienza del sistema produttivo italiano che resta primo in Europa. Il quadro delineato dal presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, nel corso dell'Assemblea, mette in luce un sistema vitale che entro pochi anni, tuttavia, sarà chiamato ad una riforma radicale. "Entro il 2025, ci sarà una rivoluzione nella risposta ai bisogni di salute - spiega -. Con una centralità della persona davvero concreta e livelli di benessere più elevati". Un vero e proprio "Rinascimento dell'innovazione" testimoniato da un numero crescente di nuovi medicinali approvati a livello internazionale: se tra il 2014 e il 2018 ogni anno nel mondo, i nuovi farmaci erano 46, nei prossimi cinque anni saranno in media 54 . L'Italia ha tutte la carte in regola per essere competitiva a livello globale che vede protagonisti grande economie, come quelle americana e cinese, ma anche piccoli Paesi come Israele e Singapore.

Ma secondo Scaccabarozzi è giunto il momento di abbandonare le vecchie logiche e puntare dritti verso una nuova governance. "Il recente accordo tra Farmindustria e Regioni insieme al ministero della Salute, per il pagamento di 2,4 miliardi di euro relativi al payback - afferma -può aprire una rinnovata fase cooperativa se rimarrà vivo quel metodo di dialogo che esclude decisioni unilaterali". Un Patto che deve avere uno sviluppo su altri fronti: "La nuova governance farmaceutica, adatta ai tempi, le risorse adeguate anche con la conferma dei fondi per i medicinali innovativi, l'equo accesso alle terapie su tutto il territorio nazionale, la tutela del brevetto e il valore del marchio, il riconoscimento del nostro ruolo industriale".

Il presidente di Farmindustria parla di "evidente sottofinanziamento della spesa farmaceutica pubblica pro capite in Italia, ancora oggi inferiore alla media dei big europei di oltre il 25%". Per Scaccabarozzi mettere le persone al centro "significa offrire risorse adeguate". Anche i prezzi dei medicinali "sono più bassi di circa il 15-20% rispetto alla media dei big Ue con un calo progressivo del 33% dal 2001 con un'inflazione salita del 32,5%".

In questo scenario, che deve prevedere comunque la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale, Scaccabarozzi propone un modello di spesa sostitutiva e non aggiuntiva. "Siamo pronti a parlare della sostenibilità delle nuove terapie - sottolinea - discutendo schemi di remunerazione secondo la cosiddetta Value Based Healthcare, che prevede il pagamento della terapia in base al beneficio che ne trae il paziente. E lo Stato, le Regioni devono essere disponibili a calcolare i minori costi che generano sui servizi". Insomma, bisogna misurare il costo dei nuovi farmaci (ce ne sono 16mila in fase di sviluppo, alcuni con elevato potere innovativo come le Car-T) "con la riduzione delle spese connesse all'assistenza, la diminuzione del numero dei ricoveri, la prevenzione e il rallentamento delle patologie".

Il ministro della Salute, Giulia Grillo, quest'anno intervenuta all'Assemblea di Farmindustria, ha riconosciuto il ruolo del sistema industriale italiano e rassicurato la platea degli imprenditori che non ci saranno ulteriori tagli di spesa. "Stiamo lavorando - afferma - all'evidente sottofinanziamento della spesa farmaceutica indicato da Scaccabarozzi. Ebbene, nella scorsa legge di Bilancio - comma 514 – abbiamo previsto l'aumento del Fondo sanitario nazionale di 3,5 miliardi per i prossimi due anni. E difenderò questa previsione con tutte le mie forze, perché questo aumento è il minimo sindacale per la sopravvivenza del nostro Servizio sanitario nazionale". Anche il rifinanziamento del fondo dei farmaci innovativi oncologici e innovativi non oncologici (1 miliardo) "non è in discussione".

Dunque, si dovrà continuare "a collaborare fattivamente, ognuno nel suo ruolo, e in modo proficuo così come è avvenuto per l'annosa risoluzione del payback". Il ministro annuncia poi che "la revisione del prontuario arriverà a brevissimo". "Da troppi anni - aggiunge - si aspetta un vero aggiornamento del Prontuario. Ancora oggi abbiamo differenze di prezzo di farmaci non giustificate dal loro valore terapeutico. La sostenibilità della salute che verrà passa anche da questi aspetti".

La carenza dei farmaci, infine. Il tema è stato affrontato in un tavolo al ministero della Salute ma, secondo il direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Luca Li Bassi, si tratta di un'emergenza che sta colpendo tutta l'Europa: oltre l'Italia, anche Spagna, Portogallo, Francia, Olanda, Norvegia, Austria, Slovenia. "Tutti riconoscono che il problema sta aumentando in modo esponenziale in tutti i paesi - conclude - e non abbiamo la percezione giusta delle ragioni che stanno favorendo questa dinamica". Si è ipotizzato che vi fosse all'origine un problema di differenze di prezzo tra paesi "ma di sicuro questa non è l'unica causa". Anche su questo punto la soluzione passerà attraverso la collaborazione auspicata tra industria e istituzioni.


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