Dal governo

Mattarella al Campus Biomedico: la solidarietà contrasti l'odio

di Er.Di.

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24 Esclusivo per Sanità24

Occorre "saper guardare al bene comune", che significa "saper prendersi cura della collettività, intesa non come il nostro piccolo mondo ristretto, perché in un mondo sempre più interconnesso è di questa collettività più ampia che occorre farsi carico". Con queste parole il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è rivolto al pubblico presente nell'aula magna dell'Università Campus Bio-Medico di Roma e ai tanti studenti, medici, operatori sanitari e impiegati che hanno seguito la cerimonia di inaugurazione del 27esimo anno accademico dell'ateneo romano. Una giornata che ha coinvolto i giovani dell'ateneo e gli oltre duemila professionisti che ogni giorno animano una comunità impegnata per la formazione e la salute delle persone e accolgono ogni giorno pazienti da Roma, Lazio e numerose regioni italiane all'interno del Policlinico universitario. .

Mattarella ha preso spunto dagli interventi che lo avevano preceduto (il presidente Felice Barela, il rettore Raffaele Calabro, due studenti e il prof. Massimo Inguscio) ed ha sottolineato alcuni concetti emersi da quei discorsi, come "il prendersi cura", "'educazione globale dello studente", "la responsabilità", la "consapevolezza che poi consiste della responsabilità ". Da qui la sua esortazione. "Il mondo cambia con un ritmo sconvolgente- ha aggiunto - ma una cosa rimane costante, e cioè la condizione umana, la convivenza e il senso di responsabilità ".

Il presidente della Repubblica ha invitato, quindi, a pensare al futuro rifacendosi a quello che potrebbe desiderare un bambino e quindi "desiderare una vita serena, la convivenza la vicinanza con gli altri, contro l'arroccamento egoistico". La contrapposizione tra "solidarietà" da una parte e "intolleranza, odio e contrapposizione" non è "una alternativa retorica - ha detto Mattarella -. Quando una bimba di colore non viene fatta sedere sull'autobus o quando a una signora anziana come Liliana Segre che, non ha mai fatto male alcuno ma che il male lo ha subito da bambina in forma crudele, bisogna assicurare una scorta, si capisce che questi non sono interrogativi astratti o retorici".

Una cerimonia nel segno del futuro e della responsabilità quindi, a partire dai messaggi contenuti nella prolusione "Rivoluzione quantistica: il futuro è tra noi" tenuta da Massimo Inguscio, ordinario di Fisica della materia all'Università Campus Bio-Medico di Roma e presidente del Cnr, che ha parlato delle sfide poste alla scienza dalla meccanica quantistica nei campi della medicina l'energia, l'ambiente, l'agricoltura di precisione. "È fondamentale - ha però ricordato - che scienza e tecnologia siano sempre al servizio dell'uomo".

Nelle parole del rettore Raffele Calabrò e del presidente Felice Barela è stato poi il racconto di un ateneo giovane e in crescita per numeri e prospettive, con i suoi undici corsi di Laurea e la recente attivazione della Terza Facoltà Dipartimentale di Scienze e Tecnologie per l'Uomo e per l'Ambiente insieme al corso in "Medicine and Surgery" in lingua inglese.
Anche il Rettore dell'ateneo Raffaele Calabrò ha ribadito i principi ispiratori dell'accademia nata su impulso del Beato Àlvaro del Portillo, definendo il Campus Bio-Medico di Roma l'università del "prendersi cura": "Prendersi cura" del malato, dello studente nella sua formazione universitaria, professionale, culturale e umana, ma con un chiaro orizzonte internazionale, dell'ambiente, della società attraverso una ricerca scientifica ad alto impatto; del territorio con l'attivazione del Pronto Soccorso" e ricordando l'impegno per una "formazione globale", che vuole trasmettere competenze umane, sociali e antropologiche, anche attraverso insegnamenti di filosofia, etica e bioetica in tutti i Corsi di Laurea, per essere così capace di aprirsi al territorio e alle istanze della società civile".


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