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Nuovo coronavirus/ In Lombardia i primi 6 contagi «secondari» in Italia. Gallera: «Chi vive nell'area di Codogno resti a casa, test per centinaia di persone». Il ministero: «Ora nuove misure di quarantena obbligatoria e sorveglianza attiva»

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

«A seguito della riunione mattutina del comitato tecnico scientifico che ha approfondito le segnalazioni di nuovi casi di coronavirus Covid-19, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha provveduto a emanare una nuova ordinanza. Essa prevede misure di isolamento quarantenario obbligatorio per i contatti stretti con un caso risultato positivo. Dispone la sorveglianza attiva con permanenza domiciliare fiduciaria per chi è stato nelle aree a rischio negli ultimi 14 giorni con obbligo di segnalazione da parte del soggetto interessato alle autorità sanitarie locali».

I primi sei casi in Lombardia. Così il ministero della Salute dà un ulteriore giro di vite all'allerta sul nuovo coronavirus, dopo che in Lombardia sono stati accertati sei casi di contagio secondario, cioè in persone non direttamente arrivate dalle aree da cui è partito il virus. «Si invitano tutti i cittadini di Castiglione d'Adda e di Codogno, a scopo precauzionale, a rimanere in ambito domiciliare e ad evitare contatti sociali. Le persone che sono in isolamento volontario e che si stanno monitorando, quando sono nella loro casa in via prudenziale devono indossare guanti e mascherine», ha spiegato l'assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera in occasione della conferenza stampa in cui si è fatto il punto sui sei casi nel lodigiano.

I contagiati. Il "paziente zero" è un 38enne ricoverato a Codogno in prognosi riservata in terapia intensiva e definito «molto grave». Era arrivato al Pronto soccorso di Codogno il 18 febbraio ma «era stato rimandato a casa - ha spiegato l'assessore Gallera - perché cittadino italiano e perché non si sapeva che avesse avuto contatti con persone tornate dalla Cina. Tornato in Ps il 19 febbraio, è stato ricoverato perché aveva un quadro grave ma solo quando la moglie è stata interpellata con insistenza dai sanitari della terapia intensiva, si è scoperto che l'uomo era entrato in contatto con una persona rientrata dalla Cina. Da lì sono stati fatti i tamponi e si è avuta la conferma del primo caso. Il protocollo che la Regione ha chiesto da subito di seguire sarebbe un altro: chiamare il numero "112" in caso di sospetto e farsi venire a prendere con un fast track. Questo non è stato fatto. In questo mese - precisa Gallera - abbiamo gestito 100 casi con questo protocollo, risultati poi negativi . Dopo la scoperta del "paziente 1" abbiamo recuperato il paziente potenziale "indice" che era tornato il 21 di gennaio dalla Cina e che ora è al Sacco - ha detto ancora Gallera - sta bene e non ha mai lamentato sintomi. Anche la moglie del primo contagiato, pur essendo positiva, sta bene ed è ricoverata al Sacco. Mentre ieri sera il terzo caso di persona contagiata è stata portata in ospedale a Codogno con la polmonite, condivideva attività sportive con il "paziente 1"».

Giallo sul "paziente zero". Il potenziale cosiddetto "paziente zero", che avrebbe contagiato il 38enne in occasione di diversi incontri a inizio febbraio dopo essere tornato dalla Cina il 21 gennaio scorso, è in osservazione all'ospedale Sacco ma non ha il coronavirus; in ogni caso il tampone è stato mandato all'Istituto superiore di sanità ed è in attesa di ulteriori verifiche per la ricerca degli anticorpi. Essendo un tipo di coronavirus nuovo - spiegano dalla Regione Lombardia - non c'è ancora a disposizione un test standard e Spallanzani e Iss stanno mettendo a punto un sistema per ricercare gli anticorpi. Negli ultimi giorni, il "paziente uno" era andato a correre e poi al lavoro, aveva giocato a pallone e preso parte a diverse cene. Questo secondo quanto ricostruito dai medici che da giovedì lo hanno in cura. Nell'azienda dove lavora il "paziente zero", che ha una sede a Casalpusterlengo, è scattata la procedura d'emergenza e si stanno eseguendo i tamponi sui dipendenti per capire se qualcuno possa essere stato contagiato.

Gli altri altre contagiati. I successivi tre casi con "polmoniti importanti" sono arrivati nella notte tra il 20 e il 21 febbraio all'ospedale di Codogno e sono risultati positivi al coronavirus. «Oltre alla presa in carico terapeutica, che ha la priorità, stiamo cercando di capire se ci sono stati contatti con uno dei tre casi», affermano dalla Regione che ha immediatamente convocato la Cabina di regia con la Protezione civile regionale ed è in continuo contatto con il ministro Speranza e il Capo della Protezione civile Borrelli.

Lombardia come Francia e Germania. «Invitiamo la popolazione alla massima calma e a seguire le nostre indicazioni - ha affermato il presidente Attilio Fontana -. L'unica strategia per affrontare il virus è isolarlo nelle zone dove è si è manifestato. Così è stato fatto in Germania, dove i casi positivi si sono limitati a sedici, e in Francia, che a oggi ha registrato 10 casi». La Lombardia però è un unicum perché al momento non si è certi di essere risaliti al bandolo della matassa, cioè se il paziente zero sia effettivamente la persona individuata all'inizio.

Centinaia sottoposti a test, si cercano strutture per la quarantena. «Al momento stiamo rintracciando tutti i contatti del "paziente 1", sia le persone con cui ha avuto contatti sociali sia gli operatori sanitari e i colleghi di lavoro con cui ha avuto a che fare. Si tratta di centinaia di persone», ha detto ancora Gallera. Mentre al momento si sta passando in rassegna la rosa di possibili edifici, civili o militari e con stanze e bagni singoli, dove tenere in quarantena (per il momento volontaria) le persone che potenzialmente sono portatrici del virus e che non possono essere ospitate né, ovviamente, negli ospedali né possono restare al proprio domicilio. Per ora il consiglio per chi sceglie di restare a casa è di isolarsi in stanze proprie dai familiari e indossare mascherina e guanti, disinfettando bene le superfici
Chi ritenga di essere a rischio e presenti potenziali sintomi dovrà chiamare il 112 per ricevere direttamente i tamponi a domicilio.


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