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Coronavirus/Istat: 25mila decessi (+39%) ma al Sud la media è in lieve calo

di Ernesto Diffidenti

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24 Esclusivo per Sanità24

Nei 6.866 Comuni presi in esame su circa 8mila totali si è registrato il 39% dei decessi in più, pari a 25.354 persone, nel periodo che va da 20 febbraio al 31 marzo rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Lo ha detto il presidente dell'Istat, Gian Carlo Blangiardo nel corso della conferenza stampa all'Istituto superiore di sanità ricordando "che il 54% dei decessi è diagnosticato come Covid-19 mentre il restante 46 è riconducibile direttamente o indirettamente al virus pur in assenza di tampone". La provincia più colpita è risultata Bergamo con un'impennata dei decessi pari al 567% nel periodo considerato, seguita da Cremona (+391%), Lodi (+370%) e Brescia (+290%). Nei 3.271 comuni del Nord ad elevata incidenza di coronavirus i decessi sono stati 23.133 (+88%), nei 1.778 comuni del Centro-Nord a media diffusione i decessi sono stati 2.426 (+14%) mentre nel 1.817 del Centro Sud a bassa diffusione i decessi sono risultati in lieve diminuzione.

Ma l'impennata dei contagi e, purtroppo, dei decessi , ora certificata anche dall'Istat, sta rallentando. Secondo il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, "si sta rilevando in tutte le regioni un numero più basso di contagiati e prosegue la decrescita della curva epidemiologica anche nelle zone più coinvolte come la Lombardia". Per Brusaferro, tuttavia, il virus "continua a circolare e di questo bisognerà tenere conto anche nella ripartenza del campionato di calcio, nella riapertura di cinema e teatri e anche nelle celebrazioni eucaristiche pur tenendo presente che siamo inseriti in un contesto europeo". "I nostri protocolli - ha ribadito - sono allineati a quelli internazionali, ma è bene ricordare che ci muoviamo in un territorio sconosciuto a tutti".

La prossima settimana, secondo Brusaferro, sarà ancora una volta cruciale. "Ancora non si possono rilevare gli effetti dell'avvio della Fase 2 - ha concluso - per la quale dovremo aspettare ancora una settimana. E da quello che emergerà si faranno ragionamenti per decidere eventuali misure successive".

Dal canto suo il direttore del Dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, Gianni Rezza, illustrando un focus specifico, ha rilevato che "gli stranieri che hanno contratto il coronavirus in Italia sono il 5% dei circa 180mila contagiati totali, ossia 6.395". "Non esistono - ha però precisato - motivi legati a specifici paesi di provenienza".


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